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L’inutilità, ad essere buoni, delle Prefetture. Che aspettate per sopprimerle? I silenzi delle opposizioni.

Aveva ragione Nanni Moretti nel sostenere che con questa classe dirigente politica in Italia non si va da nessuna parte.

La vicenda che ha visto l’intero ceto politico ed istituzionale viterbese disertare la cerimonia di presentazione del libro-inchiesta di Daniele Camilli sulle mafie a Viterbo la dice lunga sulla reale volontà di contrastare la criminalità organizzata da parte di questo Stato bifronte che da una parte dice di volerla combattere e dall’altra si contraddice quando, tanto per citare un esempio, il Parlamento nega l’autorizzazione all’arresto di soggetti come Nicola Cosentino.

Non solo.

C’è tutto un sistema messo in piedi dal governo Berlusconi nella scelta dei Prefetti, ad esempio, che nessuno mostra di voler scardinare.

Chi come noi non si limita a fare un’antimafia parolaia ed opera quotidianamente sui territori, si trova tutti i giorni a dover fare i conti con un apparato istituzionale che, anziché esserti alleato, mostra palesemente la sua avversione.

Prefetti ed apparati prefettizi che negano le realtà, smentiscono sfacciatamente quanto denunciano i magistrati e le forze dell’ordine in materia di presenza mafiosa, minimizzano, edulcorano, tranquillizzano anziché allertare e non c’è nessuno, ma proprio nessuno, che li denuncia, ne chiede la rimozione.

Qualche Prefetto, come Frattasi a Latina e Mosca a Roma, che hanno tentato di fare il loro dovere, di essere coerenti con il giuramento di fedeltà da loro fatto ad uno Stato di diritto, sono stati cacciati come cani senza che, al di là di qualche dichiarazione di facciata, si siano alzate le barricate.

Un’opposizione di sua maestà, flaccida, come nel vergognoso “caso Fondi”, in cui si sarebbero dovute occupare per protesta le aule parlamentari e consiliari.

Il “caso Roma”.

Fino ad ieri il Prefetto della Capitale ha sostenuto che… Roma è la capitale “più sicura d’Europa” smentendo quello che da decenni dicono i magistrati della DNA, della DDA e tutti gli apparati centrali investigativi.

Si è visto come è andata a finire:

una quarantina circa di omicidi in un solo anno e le mafie che sono diventate padrone di quasi tutta l’economia della capitale e dell’intero Lazio.

L’intero gregge politico fa finta ora di denunciare la drammaticità di una situazione che era ben nota da decenni, ma nessuno ne analizza le cause.

Una cortina di silenzi ed omertà che dovrebbe provocare un’indignazione della gente perbene ed una sollevazione democratica nei confronti di tutti gli autori ed i responsabili di tali silenzi che dovrebbero essere cacciati a calci nel culo dalle cariche che rivestono.

Nessuno protesta, nessuno si domanda se le responsabilità di tutto ciò non siano, più o meno, di tutti, compresi i cittadini che si lamentano ma che non fanno nulla per reagire.

Siamo lieti che gli amici della “Voce delle Voci” stiano raccogliendo elementi per redigere un ampio servizio-inchiesta sulle Prefetture e sull’inutilità di queste strutture create dal fascismo.

Era ora che qualcuno cominciasse a parlarne.