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L’intuito investigativo e la qualità delle indagini. Due problemi delicatissimi e complessi con i quali facciamo i conti ogni giorno.

Discettare di intuito investigativo e di… qualità delle indagini è quanto di più delicato e complesso.

Sono due capitoli l’uno strettamente collegato all’altro.

La qualità delle indagini dipende strettamente dalle capacità del singolo investigatore e, quando questo è inesperto, tutto è evanescente, carente.

Quando arriva sul tavolo di un Procuratore un’informativa fatta in una certa maniera e non in quella dovuta, va da sé che tutta l’indagine è compromessa.

E’ quanto capita spesso, per non dire quasi sempre.

Perciò per le indagini complesse che riguardano la criminalità organizzata in particolare esistono i corpi speciali, dalla DIA, al GICO, allo SCICO, allo SCO, al ROS e così via.

Di norma le DDA delegano a questi le inchieste sui reati associativi di stampo mafioso.

Destò perciò in noi, a suo tempo, profondo stupore la notizia dell’affidamento dell’incarico, da parte della DDA di Roma, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina ad indagare su Fondi nell’inchiesta “Damasco”.

Nessuno si è posto la domanda del perché di tale decisione.

Non è assolutamente nostra intenzione sottovalutare le capacità degli investigatori di tale Comando Provinciale, ma diciamo che si tratta di una decisione inusuale, perché, con tutto il rispetto verso quegli investigatori dell’Arma, essi non sono probabilmente in possesso di quell’esperienza e di quell’intuito particolari che la complessità della situazione di Fondi richiedono a causa appunto di una forte presenza mafiosa.

Diciamo queste cose non per denigrare o, comunque, sottovalutare l’importanza dell’opera compiuta da soggetti che magari ci hanno messo e ci mettono l’anima per scoprire quello che va scoperto, ma, al contrario, per ottimizzare il più possibile le risorse in campo ed utilizzarle a seconda delle vocazioni e dei compiti istituzionali di ognuno.

Ognuno deve fare il proprio mestiere, salvaguardando sempre, nel campo investigativo e giudiziario, quella circolarità di notizie fra i vari soggetti istituzionali assolutamente fondamentale, per non dire vitale.

Il pool nell’ambito delle singole Procure, la felice intuizione di Nino Caponnetto e il famoso raccordo fra Procure ordinarie e le DDA che spesso non c’é.

Purtroppo.

Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che vogliono vedere.

C’è, poi, importantissimo, tutto il discorso sull’intuito investigativo dei singoli.

Molte volte da un’indagine ordinaria, chi vuole approfondire ed ha il famoso intuito può leggere “oltre”, quello che può nascondersi dietro un reato di routine.

Da un’indagine su un traffico illecito di cocaina, di autoveicoli ecc. si può talvolta risalire a collegamenti con organizzazioni mafiose.

Questo, soprattutto, in un territorio dove la presenza mafiosa è radicata, come nel caso nostro e dove, di conseguenza,… ”non c’è foglia che si muova che la mafia non voglia”…!!!

Un comandante generale, ma anche uno provinciale, debbono essere accorti al punto da mettere al comando di nuclei importanti persone esperte e motivate.

Altrimenti è come se si giocasse a calcetto… , ignorando di avere a che fare con i mafiosi che, oggi, annoverano fra le loro fila i migliori professionisti e gente scaltrissima e fortemente preparata.

Quando parliamo di mafie, insomma, bisogna sempre tenere presente che non stiamo parlando di bruscolini!!!