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L’INTERCETTAZIONE.

Quando Russo,colui che é stato arrestato ieri a Gaeta dalla Squadra Mobile di Caserta, voleva uccidere il Pm Sirignano. Sequestrata una mitraglietta.Da Gaeta gestiva il clan nella Campania.L’ennesima conferma della pericolosità della situazione esistente a Gaeta e di una persistente ed incomprensibile ………”disattenzione” delle istituzioni e della gente quando,invece,all’occhio dell’osservatore attento si va rafforzando sempre di più la sensazione che é proprio in questa città,stando anche alle dichiarazioni di alcuni pentiti e di quanto riportato da alcuni giornali campani, che vanno individuati  i germi del “cuore” de o’ sistema.Stupiscono i “silenzi” della gente e della classe politica,come pure l’impenetrabilità nel possente muro di omertà del tessuto sociale.Eppure non é la prima volta che forze dell’ordine arrivano da fuori per  stanare e catturare persone che stanno ed operano nel sud pontino ed a Gaeta.A fronte di una situazione così esplosiva in una qualsiasi città anche del sud  si sarebbero sollevate grida di allarme,riunioni straordinarie del consiglio comunale,documenti,manifestazioni,interrogazioni parlamentari  tesi a richiamare l’attenzione particolare  del Ministero dell’Interno sulla necessità di  rafforzare la vigilanza e l’azione di contrasto.Mentre,invece,tutto tace,a cominciare dalla Prefettura di Latina che dice che…………….”i reati sono in diminuzione” e che tutto va bene madama la marchesa.Perché tutto ciò? Cosa si nasconde dietro tutta……questa “disattenzione “ ?????????????

L’INTERCETTAZIONE. Quando Russo voleva uccidere il Pm Sirignano. Sequestrata una mitraglietta

Il magistrato allora indagava proprio sugli affari del clan sul litorale tra Castel Volturno e Mondragone

CASTEL VOLTURNO – Avrebbe manifestato il chiaro intento di uccidere il sostituto procuratore della Dda Cesare Sirignano (oggi in forza alla Direzione Nazionale Antimafia, ndr) il 34enne Nicola Russo, ritenuto esponente del clan dei Casalesi, arrestato oggi dalla Squadra Mobile di Caserta nell’ ambito di un’indagine della Dda di Napoli che ha coinvolto in totale nove persone, accusate di far parte di un gruppo legato alla famiglia Bidognetti. Famiglia nel cui interesse Russo – secondo l’accusa della Dda di Napoli – avrebbe gestito tra agosto e novembre 2015 gli affari illeciti nel comune di Castel Volturno. L’intenzione emerge da un’intercettazione ambientale captata durante le indagini in cui Russo farebbe un chiaro riferimento al pm che allora indagava proprio sugli affari del clan sul litorale tra Castel Volturno e Mondragone; tra l’altro la Mobile ha sequestrato a Russo anche una mitraglietta.

Sirignano era gia’ stato minacciato in passato dal capo dell’ala stragista dei Casalesi Giuseppe Setola, che per anni ha controllato per conto del boss Francesco Bidognetti proprio la zona di Castel Volturno, dove nel 2008 si rese responsabile di numerosi omicidi, in particolare della strage dei ghanesi. La minaccia fu fatta il 19 marzo 2014 durante un processo in corso al tribunale di Napoli in cui Setola era imputato: “oggi e’ la festa del papa’: auguri dottore Sirignano” disse il killer. In un’altra circostanza il pm, mentre stava andando con l’auto blindata verso Roma, fu seguito in autostrada per parecchi chilometri da un’altra vettura.

PUBBLICATO IL: 28 febbraio 2017 ALLE ORE 15:40

fonte:www.casertace.net