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L’incredibile ferocia della criminalità pugliese

La Stampa

L’incredibile ferocia della criminalità puglieseCase incendiate, botte, minacce, violenze e assalti: da Nord a Sud della regione sono tanti i casi. La popolazione: «Un vero e proprio Far West». I racconti e le testimonianze delle vittime

VALERIA D’AUTILIA

PUBBLICATO IL 27 Febbraio 2021

«Prima si limitavano ai furti nelle campagne. Ma mai a bruciarti una casa, la nostra unica casa». Silvana Cascione vive alla periferia di Andria con il marito e la figlia. Coltivano cereali, vivono dei frutti della terra. Adesso sono disperati. «Abbiamo perso tutto. Della cameretta della bambina sono rimasti solo i muri». In Puglia, negli ultimi anni, un crescente aumento di raid ai danni di agricoltori. Una situazione che si è aggravata con l’emergenza Covid e le limitazioni agli spostamenti che rendono le aree rurali sempre più isolate. In balia della criminalità. «Quando siamo rientrati, abbiamo visto fumo dappertutto, fiamme dalle stanze. Pensavamo ad un guasto alla caldaia. Solo dopo ci siamo resi conto che c’erano stati dei ladri: hanno buttato tutto all’aria e poi ci hanno incendiato la casa». Hanno portato via qualche monile e i salumi che conservavano in mansarda. «Siamo persone umili. Lavoriamo, ci sacrifichiamo. Mio marito è nato in queste terre, io abito qui da quando ci siamo sposati». Il sospetto è che i ladri abbiano cercato di rubare i mezzi agricoli e che poi, accorgendosi delle telecamere di videosorveglianza, abbiano cercato di recuperare le immagini, ma senza riuscirci. E quindi avrebbero appiccato il fuoco.

Sempre in queste campagne, pochi mesi fa, la morte di un’anziana. Aggredita insieme al marito da un rapinatore entrato in casa. Botte e ferite che non le hanno lasciato scampo. «Atti intollerabili- attacca Coldiretti Puglia- i criminali stanno condizionando la vita degli agricoltori, la cui incolumità è a rischio». Cercano di vigilare come possono, anche con le ronde notturne. Ma non basta.

«Sta girando questa auto, fate attenzione». L’allarme corre veloce sul gruppo di WhatsApp dove in molti si sono organizzati per fornire informazioni in tempo reale. Segnalazioni tra vicini, che da queste parti spesso sono lontani chilometri. «Mio figlio ha 20 anni- racconta un altro coltivatore che chiede l’anonimato- l’hanno inseguito per rubargli il trattore. Abbiamo avuto molta paura. Se ti opponi, non perdono tempo». Qui le denunce sono ancora poche. Non tutti hanno voglia di parlare. «Sino a qualche anno fa, i furti li faceva chi non voleva lavorare e doveva mantenere la famiglia. Adesso è diverso. Sono giovani e pericolosi. Te li vedi di fronte, ti puntano. Sono pronti a tutto».

Furti, violenze, assalti, danneggiamenti: «Un clima da far west. Siamo stanchi». Grazia Barba e suo marito hanno degli appezzamenti a Copertino, nel Salento. In pochi mesi, hanno subito una serie di furti di ulivi. «Già abbiamo dovuto affrontare lo tsunami della Xylella con enormi danni economici. Ora avevamo fatto un nuovo impianto con ulivi resistenti al batterio. Sono piantine, facili da prendere. E fanno gola a questi criminali. Ci hanno rubato anche piccoli attrezzi. La campagna ormai sembra essere terra di nessuno». Insieme agli operai, si lavora dall’alba alla tarda mattinata. Poi suo marito, ogni ora e mezza, perlustra il territorio. «Facciamo le ronde, paghiamo la vigilanza armata, ma la mattina c’è sempre la paura di arrivare nel fondo e trovare qualche sorpresa. Essere lasciati così è avvilente, raramente si vede una macchina delle forze dell’ordine che gira nei paraggi».

Tutti sanno che è gente che conosce il territorio e sa come muoversi. Armata, perlustra le aree che intende depredare. «Non è giusto vivere in questo pericolo costante. Se poi vuoi rivendere un terreno viene deprezzato per questa situazione. Se devi comprare un mezzo magari eviti nel timore che te lo portino via». Nicola D’Orfeo ha 53 anni ed è presidente di Coldiretti Terlizzi, in provincia di Bari. «La presenza delle guardie campestri è utile, andrebbero affiancate dall’Esercito. Le tasse le paghiamo pure noi e chiediamo più controlli. Abbiamo vissuto un paio di mesi di tranquillità, dopo alcune segnalazioni. Adesso hanno ricominciato». Coldiretti chiede una cabina di regia tra ministeri delle politiche Agricole, della Difesa e dell’Interno per coordinare l’attività delle forze dell’ordine «a cui va il nostro plauso». In questa guerra ad armi impari, i criminali sanno quando colpire. Soprattutto la notte, complice il buio. «Oppure dopo il lavoro, quando andiamo a scaricare mandorle e olive, loro fanno il bottino. Invece per i mezzi agricoli la mattina presto, se ti incontrano per strada o se ti fermi alla fontana a prendere un po’ d’acqua. Ci guardiamo le spalle come possiamo, ma non possiamo diventare schiavi a casa nostra».