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L’incontro di Graviano con Fiammetta Borsellino. Il boss: “Mio cugino frequentava Berlusconi”

La Repubblica, 18 Maggio 2018

L’incontro di Graviano con Fiammetta Borsellino. Il boss: “Mio cugino frequentava Berlusconi”

l padrino delle stragi ha citato il Cavaliere nel corso del colloquio avuto in carcere con la figlia di Paolo Borsellino

di SALVO PALAZZOLO

Fiammetta Borsellino era entrata in carcere per raccontargli del suo dolore di figlia, il boss Giuseppe Graviano ha allargato le braccia. Sostiene di essere innocente, una vittima dei pentiti, e anche lui ha voluto offrire un racconto. Di quando faceva la bella vita a Milano: «Lo dicono tutti che frequentavo Berlusconi  – ha lanciato lì a sorpresa – più che io era mio cugino che lo frequentava». La figlia del giudice Borsellino è tornata a parlare del suo lutto, il boss ha continuato a vantarsi della sua innocenza e delle doti di ottimo padre.

La lettera di Fiammetta Borsellino

Giuseppe Graviano continua a dire e non dire su Silvio Berlusconi e tutto il resto. Probabilmente, consapevole che ogni sua parola viene intercettata in carcere e poi finisce sul tavolo dei magistrati. Nel 2016, aveva sussurrato al compagno dell’ora d’aria, a proposito del Cavaliere: «Venticinque anni fa mi sono seduto con te… Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi». Giuseppe e Filippo Graviano furono arrestati nel gennaio 1994 a Milano. «Lì, facevo una vita normale – continuava a spiegare al compagno di detenzione, il camorrista Umberto Adinolfi – non mi aspettavo l’arresto, ero circondato da una copertura favolosa. Com’ero combinato io… solo solo il Signore… lo bacio».

Durante un anno di intercettazioni, il boss Giuseppe Graviano era stato anche più esplicito: «Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo è stata l’urgenza…». Poi, però, interrogato dai pubblici ministeri del processo Stato-mafia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma anche quel giorno non rinunciò a mandare i suoi messaggi: «Oggi non parlo, a causa del mio stato di salute – mise a verbale – ma quando mi sentirò in condizioni sarò io stesso a cercarvi e a chiarire alcune cose che mi avete detto». Il boss ha continuato a dire e a non dire, lanciando messaggi. Mentre l’avvocato Nicolò Ghedini, legale di Berlusconi, ha continuato a dettare smentite: «Le frasi di Graviano su Berlusconi sono prive di fondamento».