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L’inchiesta su clan e politica travolge Torre Annunziata, il sindaco Ascione (indagato) getta la spugna e si dimette

L’inchiesta su clan e politica travolge Torre Annunziata, il sindaco Ascione (indagato) getta la spugna e si dimette

Vincenzo Ascione ha deciso di mollare la fascia tricolore. E lo ha fatto rimangiandosi (per ora) la scelta – ribadita appena ieri in una conferenza stampa – di proseguire il mandato nonostante il terremoto giudiziario e politico che lo sta scuotendo.

«Altri al mio posto lascerebbero il campo, io no», aveva detto. Sottolineando, rispetto alle nubi investigative che si sono addensate sulla sua persone, che «sono una persona perbene e si tratta solo di una montatura, di un caso mediatico, un accanimento contro di me».

E invece. Invece in una nota diramata oggi dal suo ufficio stampa Vincenzo Ascione sembra averci ripensato: «Nel prendere atto delle dimissioni di alcuni consiglieri comunali e in particolare del presidente del consiglio comunale Giuseppe Raiola, che mi ha seguito in questa avventura, resistendo alle tante avversità che si sono presentate lungo il cammino, seppur consapevole di aver dichiarato di voler proseguire il mio mandato alla guida della città, con grande rammarico rassegno le mie dimissioni dalla carica di sindaco pro tempore del Comune di Torre Annunziata». Ascione ha venti giorni di tempo per decidere se confermare le dimissioni facendole diventare irrevocabili o se tornare a indossare la fascia tricolore traghettando il Comune alle elezioni previste, salvo rinvii dell’ultima ora, per la primavera.

La decisione di Ascione cade nel solco di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sulla criminalità organizzata di Torre Annunziata che oggi conta 12 indagati, tra i quali anche Ascione. Sul tavolo, a vario titolo, vi sono le accuse di associazione di stampo mafioso, corruzione, traffico di influenze. Secondo l’iniziale quadro accusatorio, il clan Gionta sarebbe riuscito a condizionare l’attività amministrativa e a mettere bocca «nelle vicende politiche e nella gestione del Comune di Torre Annunziata».

Il pressing sarebbe stato esercitato da Salvatore Onda, netturbino applicato all’Arpac e indicato dalla Dda come «soggetto proposto al collegamento tra ambienti della criminalità organizzata locale, segnatamente al clan Gionta, ed amministratori pubblici, comunali e regionali, di cui appare in grado di determinare impropriamente ed illecitamente le scelte e le attività di rilevanza pubblica». Salvatore Onda, per inciso, è parente del boss ergastolano Umberto Onda.

La scorsa settimana gli investigatori hanno bussato a casa del primo cittadino sequestrando il computer e il cellulare alla ricerca di elementi su possibili suoi rapporti con la camorra ed in particolare con il clan Gionta. L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Ivana Fulco, Francesca De Renzis e Valentina Sincero, ha spinto nelle scorse ore l’assessore Luisa Refuto e tre consiglieri della maggioranza a dare le dimissioni. Tra i dimissionari Maria Oriunto, cognata di Salvatore Onda (nipote del ras Umberto Onda e ritenuto dagli inquirenti «elemento di raccordo e di collegamento tra amministratori pubblici del Comune di Torre Annunziata, ex consiglieri regionali e imprenditori che gestiscono i vari servizi concessi dal Comune»).

Sia Oriunto che Refuto sono indagate. Sotto inchiesta anche l’ex presidente del consiglio Rocco Manzo, l’ex assessore ai Lavori pubblici Luigi Ammendola, l’ex assessore Gioacchino Langella e l’ex capo dell’Utc Nunzio Ariano. Sul versante degli imprenditori, la Dda ha indagato gli imprenditori Francesco Conte e Marco Varvato. Indagato anche un ex consigliere regionale: si tratta di Carmine De Pascale, generale in pensione, e a suo tempo eletto nella lista ‘De Luca presidente’.

De Pascale risponde solo di traffico di influenze: avrebbe fatto acquistare una partite di macchine alla Regione da un imprenditore indicato da Onda. In particolare sotto i riflettori della procura sono finiti appalti e bandi per la maggior parte gestiti nel periodo in cui era vicesindaco e assessore al ramo Luigi Ammendola: tra questi la gara (sospesa) per l’ampliamento del sistema di videosorveglianza (gara da 472mila euro); la gestione della sosta (da 5 milioni di euro); il progetto del parcheggio di via Zama (da 2,7 milioni di euro).

Agli atti dell’inchiesta vi sono numerose intercettazioni. Una di questa vede protagonista il sindaco Ascione e Salvatore Onda. Onda riferisce al sindaco di avergli fissato un appuntamento con un dirigente della Regione Campania per discutere dei fondi Pnrr e gli raccomanda di «presentarsi a nome del consigliere regionale Mocerino Carmine» che allo stato non risulta indagato.

mercoledì, 16 Febbraio 2022 

fonte:https://www.giustizianews24.it/2022/02/16/linchiesta-su-clan-e-politica-travolge-torre-annunziata-il-sindaco-ascione-indagato-getta-la-spugna-e-si-dimette/