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L’inchiesta Pip e le presunte tangenti versate a Bertini e ad altri politici di Marano. Ecco cosa dichiararono i Cesaro e Di Guida

L’inchiesta Pip e le presunte tangenti versate a Bertini e ad altri politici di Marano. Ecco cosa dichiararono i Cesaro e Di Guida

Da redazione -Febbraio 2, 2020

Le presunte tangenti pagate dai fratelli Cesaro a Bertini Mauro, da qualche giorno ai domiciliari su richiesta della Procura di Napoli. Ecco cosa hanno dichiarato i due imprenditori di Sant’Antimo, l’imprenditore e politico Antonio Di Guida nel corso degli interrogatori resi ai magistrati della Dda. Di seguito anche alcune intercettazioni ambientali e telefoniche. Si parla anche di soggetti che non risultano essere allo stato nel registro degli indagati o comunque non rientrano nelle ultime richieste di misure cautelari avallate dal gip Ciollaro.

Una premessa – scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di custodia cautelare – si impone sulla attendibilità intrinseca dei dichiaranti (i fratelli Cesaro e Di Guida, ndr). Rispetto alla imputazione per la quale è processo, concorso esterno con il clan Polverino,
il dichiarato accusatorio nei confronti di Bertini non muta la posizione dei CESARO nella
prospettazione accusatoria. Anche in relazione a Polverino Giuseppe ed a Simeoli Angelo i Cesaro ricostruiscono la vicenda in termini di estorsione confermando il fatto storico ma negando un accordo con i predetti esponenti della criminalità organizzata.
Ammettere un accordo avrebbe significato ammettere l’ipotesi accusatoria”.

14.10.2016 – mesi prima dell’esecuzione dell’ordinanza 228/17 a suo carico.
Su Bertini già in quella sede CESARO Aniello riferiva:
“…omissis…Devo dirle che per quanto riguarda la realizzazione del PIP di Marano abbiamo avuto problemi non solo con la camorra locale ma forte ostruzionismo anche da parte della pubblica amministrazione locale.
Infatti le concessioni per la costruzione dei capannoni, che dovevano da contratto essere date entro sessanta giorni, ci sono state date dopo un anno e solo in seguito alla venuta dell’Ingegnere Pitocchi nel 2009, del quale ho detto sopra. In quella fase però nessuno ci venne a chiedere soldi, mi riferisco alla locale amministrazione. In quel periodo l’ex sindaco Bertini ed il consigliere regionale Biagio Iacolare gestivano a livello politico ed erano molto influenti, i predetti ci hanno sempre ostacolato: nell’anno 2009, un giorno, venne nel mio ufficio di Frattamaggiore Bertini il quale mi raccontava dei problemi che aveva con una sua azienda chiedendomi di dargli una mano con una banca. Infatti io gli feci fare una richiesta di saldo e stralcio accompagnandolo alla Unicredit di Napoli. In quella occasione Bertini mi chiese un prestito di circa 50000 euro che io gli conferì in diverse volte e che non mi è stato restituito. L’importo era più o meno quello che avrebbe dovuto versare alla banca, almeno lui così giustificò la richiesta di prestito. Non  ho mai chiesto indietro i soldi a Bertini anche perché per lo stesso presupposto per il quale gli diedi i soldi all’inizio, non glieli chiesi indietro. In quella occasione mi parlò di Pitocchi, insinuando che noi eravamo riusciti a portarlo al Comune di Marano, ma io gli ricordai che Pitocchi aveva vinto un concorso, non negai che a noi aveva fatto piacere che Pitocchi fosse stato trasferito a Marano. Dissi anche che il comune era obbligato ad ottemperare alle prescrizioni contrattuali e che le concessioni richieste avrebbero dovuto essere rilasciate ancor prima di Pitocchi poiché atti dovuti.

ADR: Chiaramente la richiesta di prestito fu inserita nel discorso del PIP di Marano ed anzi Bertini mi rassicurò che Biagio Iacolare non mi avrebbe ostacolato oltre; preciso che il maggiore ostruzionismo, almeno quello più palese, fino a quel momento, lo avevo ricevuto proprio dal Bertini e chiaramente la richiesta di prestito e la mia disponibilità a darglielo sottendevano l’implicita intenzione di superare gli ostacoli che il Bertini mi frapponeva. Il prestito che mi chiese Bertini era chiaramente finalizzato ad un atteggiamento diverso che il predetto avrebbe poi avuto nei miei confronti. Mi fece capire che in questo modo avrebbe allentato l’opera di ostruzionismo cosa che però non è mai avvenuta. Anzi in quella occasione, a proposito di Iacolare, Bertini mi suggerì anche di andare da lui e di portargli dei soldi per rabbonirlo cosa che io non feci mai… omissis..….”

Dopo l’esecuzione dell’ordinanza a loro carico CESARO Aniello rende interrogatorio in data 17.7.2017 nel quale integra le prime dichiarazioni :
“…omissis…
Confermo il contenuto dell’interrogatorio da me reso alla dottoressa DI MAURO il 16.10.2016 ma voglio fare alcune precisazioni.  In primo luogo in relazione all’incontro avuto con BERTINI nel 2009 lo stesso non si svolse a Frattamaggiore ma negli uffici di Sant’Antimo, al centro sportivo. In secondo luogo quando la dottoressa DI MAURO mi chiese se conoscevo SIMEOLI Angelo io risposi di si ma senza parlarle della proposta imprenditoriale che costui ci fece per subentrare nella gestione del PIP di Marano. Non fu un’omissione deliberata ma ritenni semplicemente che si trattasse di un fatto neutro in quanto vicenda priva di connotazione camorristica ma di natura esclusivamente imprenditoriale. In terzo luogo voglio dire che all’epoca dichiarai che il perito agrario DI MARO (non indagato, ndr) ci fu indicato dal geometra ABATE (non indagato, ndr) ma non dissi che ci fu presentato da Angelo SIMEOLI cosa che riferisco in questa sede….”
Torna sull’argomento BERTINI anche CESARO Raffaele che nell’interrogatorio del 17.7.2017 dichiara:

omissis… ADR. Tornando alle conseguenze del fallimento della trattativa, devo dire che il Simeoli mi impose tre condizioni, vale a dire l’affidamento a Sciccone dei lavori di movimento terra; l’utilizzo come perito per lo svolgimento delle attività di espropriazione dei terreni del Di Maro; il pagamento di una tangente di 200.000 euro a Bertini,
essendosi egli impegnato a versarla a Bertini nell’ipotesi in cui si fosse realizzato il suo subentro nel PIP.
Io accettai le prime due condizioni, anche se devo dire che a Sciccone ho poi dato lavori per soli 70.000 euro (avendo eseguito i lavori di movimento terra in proprio) e  che Di Maro mi era già stato consigliato dal geometra Abbate che era il presidente del consiglio dei geometri, come persona che era competente particolarmente nella materia degli espropri.  Quanto alla tangente da versare a Bertini, dissi a Simeoli che se ne sarebbe riparlato al momento dell’inizio dei lavori, in quanto non volevo impegnarmi prima di aver concluso la fase degli espropri. Inoltre ritenevo la somma francamente eccessiva.

ADR. Nego di essere stato assistito, nella fase degli espropri, dal Simeoli. Vorrei far presente, in proposito, che questi iniziarono il 22.1.2007 con un appezzamento di 120 mq di proprietà di Pezzella Giuseppe e di chiusero nel gennaio 2009. In tutto il PIP riguardava 160.000 mq, di cui 120.000 appartenevano ai componenti di quattro nuclei familiari.
I Buonanno di Sant’Antimo, che erano nostri amici da sempre, possedevano 15.000 mq. I Chianese, 53.700 mq. I Ruggiero, 25.000 mq. I Mauriello, 24.000 mq. Nella famiglia Chianese, inoltre, vi erano persone che vivevano all’estero, tant’è che hanno venduto per procura. Poi c’erano i coloni che sono stati tutti regolarmente pagati.
ADR. Le affermazioni di Bertini e Sgariglia (non indagato, ndr) sulla partecipazione dei Simeoli alla riunione con i proprietari costituiscono l’ennesimo loro tentativo di presentarsi come baluardi dell’antimafia mentre invece erano profondamente collusi con il sistema camorristico maranese.
ADR. Bertini, pur non essendo sindaco di Marano, controllava, unitamente a Biagio Iacolare, la giunta Perrotta (non indagato, ndr) e gli apparati amministrativi del comune. Questo attraverso il collegamento che Iacolare (non indagato, ndr) aveva con Micillo (non indagato ndr) e Bertini con Sgariglia. Infatti Sgariglia era l’assessore ai lavori pubblici e Micillo era il RUP per il PIP di Marano. Siamo stati sottoposti a vessazioni da parte del comune di Marano. Ad esempio vi è stato un forte ritardo nel rilascio delle concessioni per i capannoni in quanto Micillo pretendeva che pagassimo gli oneri di urbanizzazione benché questo fosse escluso dal contratto nel quale era invece previsto che il rilascio avrebbe dovuto avvenire entro 60 giorni (a fronte dell’anno e mezzo che abbiamo dovuto attendere).
ADR. Quando iniziai a costruire i capannoni, ovvero nel 2008, Simeoli mi disse che Bertini pretendeva il pagamento della tangente. Io pagai la prima rata della stessa
con degli assegni postdatati, emessi dalla moglie di Silvio Ronga (non indagato, ndr) “a se medesima” e da me non girati, per complessivi 80.000 euro.
Silvio Ronga è una persona di Sant’Antimo che abita però a Crispano. I miei figli potranno fornire il suo indirizzo. Ronga mi dette gli assegni e, man mano che gli assegni furono presentati all’incasso in banca, io gli detti i soldi per coprirli. Gli assegni furono da me consegnati in una busta chiusa senza precisarne l’importo, direttamente a Bertini, alla presenza del Simeoli. Ritenevo, in tal modo di aver saldato ogni sua pretesa

ADR. Nel 2009, a febbraio – marzo, Biagio Iacolare mi disse che Bertini mi cercava. Dopo un paio di mesi lo incontrai, in quanto egli aveva accentuato, sia sul suo blog sia con manifesti affissi per strada, la campagna denigratoria contro di noi a causa del PIP. Ricordo, in particolare, alcuni manifesti recanti la dicitura “Pitocchi a Marano”, con riferimento al tecnico comunale che era diventato RUP. Mi recai da Bertini accompagnato da mio cognato Granata Pasquale di Qualiano (non indagato, ndr) che era il cugino della compagna di Bertini. Incontrai quest’ultimo nella fattoria della compagna. Bertini, a fronte del mio invito a cessare la campagna denigratoria nei miei confronti, mi rinfacciò di non aver mantenuto gli impegni e mi chiese l’ulteriore somma di 120.000 euro, chiedendomi altresì di dargli una mano per appianare la sua esposizione debitoria nei confronti delle banche pari a 300.000 euro circa. Gli dissi di rivolgersi al dott. Vincenzo Costa che avrebbe, almeno parzialmente, risolto la situazione e gli fissai un appuntamento con questi nel mio ufficio. Ricordo che Bertini venne accompagnato dalla compagna ed incontrò il Costa che accettò l’incarico. In quella circostanza, alla presenza del solo mio fratello Aniello, detti al Bertini 50.000 euro in contanti dicendogli che con quella somma sarebbe riuscito a risolvere, grazie a Costa, i suoi problemi con le banche.
Dissi poi a Costa, non presente al momento della consegna, dei soldi che avevo dato a Bertini. Costa rispose un po’ disgustato: “questi sono i comunisti”
riferendosi alla militanza del Bertini….omissis…” Ala luce delle indicazioni fornite il Ros ha espletato gli accertamenti bancari il cui esito è stato sottoposto ai dichiaranti.
Così nell’interrogatorio del 12.2.2018 CESARO Aniello riferisce:
“…omissis…

Vengono mostrati al CESARO Aniello n. 5 assegni emessi dal conto corrente della moglie
di Silvio RONGA con la dicitura M.M. emessi nell’anno 2008.

A seguito della visione il CESARO Aniello dichiara: non so dirle con precisione se si tratta
degli assegni consegnati al BERTINI anche perché della questione se ne occupò
principalmente mio fratello Raffaele , posso dirle che gli abbiamo dato circa 80,000 euro,
se ben ricordo gli assegni avevano presumibilmente cifra tonda.
ADR: Confermo che parte della tangente a BERTINI fu pagata, se ben ricordo, in assegni
all’inizio del 2008, la scelta di consegnargli gli assegni post-datati fu meditata poiché
avevamo intenzione di fargli perdere un po’ di tempo, visto che eravamo stati costretti a
pagare. Gli assegni ribadisco avevano scadenze diversificate. Tendo ad escludere che di
quella parte della tangente fu pagata in contanti.

ADR: A domanda dell’avvocato: I pagamenti a IACOLARE e a BERTNI non sono avvenuti
nel medesimo momento in quanto l’anticipo a Iacolare è stato pagato in agosto del 2008 e
l’ultima trance agosto 2009. Preciso che comunque che la ricostruzione dei pagamenti
fatti a IACOLARE è più semplice poiché collegati ai SAL fatta ad eccezione del pagamento
dell’agosto 2008. A dimostrazione del pagamento fatto a IACOLARE ad agosto 2008 vi è il fatto che noi sia per il primo SAL del marzo 2008 che per il secondo di luglio 2008 abbiamo emesso fattura ad inizio agosto 2008 quando avevamo aderito alle imposizioni fatteci da IACOLARE.

ADR: Le ragioni per le quali abbiamo effettuato il versamento di 130.000 euro a favore di
Bertini è perche abbiamo dovuto far fronte agli impegni presi nei suoi confronti dal
SIMEOLI nel periodo in cui il SIMEOLI doveva subentrarci nell’affare e si sentiva il
padrone della concessione. Quando poi il compromesso tra di noi è stato risolto il
SIMEOLI ci ha chiesto in ogni caso di onorare l’impegno con BERTINI . Lei mi chiede
perché occorreva pagare il BERTINI nel 2008 quando il BERTINI non ricopriva incarichi
formali in amministrazione ed io Le rispondo che era il politico più influente insieme allo
IACOLARE e aveva influenza sui politici locali. Ribadisco di non aver pagato tangenti nel
2005/2006 cioè nel periodo dell’aggiudicazione dell’appalto e quando BERTINI era
formalmente Sindaco di MARANO di Napoli essendo noi una delle poche aziende ad
avere i requisiti per poter svolgere quel genere di lavoro in progect financing – Le
evidenzio che ad esempio che la ditta GIUSTINO che era stata insieme a noi invitata
oggettivamente non aveva i requisiti per partecipare come peraltro si ricava
dall’informativa Oldway

ADR: ribadisco di aver pagato IACOLARE e BERTINI perché all’epoca dei fatti erano i due
politici che a Marano determinavano da sponde diverse le scelte della politica maranese;
le dico inoltre che MICILLO che ha materialmente firmato i SAL a nostro favore era uomo
di IACOLARE e fu lui a dirci che se non fossimo andati da IACOLARE lui non avrebbe
firmato i SAL.

ADR: Il secondo pagamento a BERTINI fatto in contanti di circa 50.000 è avvenuto a
maggio 2009 a seguito dell’opposizione strumentale che in quel periodo il BERTINI stava
compiendo nei nostri confronti con manifesti e interrogazioni consiliari. Il pagamento è
avvenuto nei nostri uffici di S. Antimo e del pagamento notiziammo anche il dr. COSTA (non indagato, ndr);
non ricordo se poco prima del versamento al BERTINI facemmo un prelievo dai nostri
conti….”

Il 12.2.2018, nuovamente interrogato anche CESARO Raffaele aggiungeva che in
relazione alla prima tranche della tangente versata a BERTINI, gli assegni erano stati tratti
anche dal conto corrente della società MONEY S.R.L., di proprietà di DEL PRETE Rosaria (non indagata, ndr) e RONGA Silvio.
“Si procede a mostrare al CESARO gli estratti conto dei conti correnti intestati a DEL
PRETE Rosa e alla Money S.r.l.; a seguito di ciò il CESARO riconosce presumibilmente
le cifre indicate nell’estratto conto della Money srl come quelle da lui versate in contanti a
Silvo RONGA per coprire gli assegni da me consegnati a BERTINI Mauro. Deduco che gli
assegni dati a BERTINI siano quelli negoziati in concomitanza con i versamenti in contanti,
potrò essere più sicuro nel momento in cui vedrò fisicamente gli assegni. Il CESARO pone
una sigla accanto alle cifre da lui riconosciute sugli estratti conto.

Nell’anno 2009, fui contattato da Biagio IACOLARE il quale mi disse che BERTINI mi
voleva parlare. A distanza di ¾ mesi da questo colloquio mi recai presso la masseria
didattica di proprietà del BERTINI; nell’occasione mi feci accompagnare da mio cognato
Pasquale GRANATA in quanto non conoscevo la strada per raggiungere la predetta
masseria mentre Pasquale conosceva i luoghi essendo imparentato con l’allora compagna
del BERTINI. Giunti nella masseria mio cognato si mise a parlare con la donna mentre io
eil BERTINI ci appartammo. Nell’occasione io mi lamentai della attività di propaganda
negativa che lui stava facendo sul suo blog e con dei manifesti e lui mi rispose che io e
mio fratello eravamo debitori nei suoi confronti di 120.000 euro rispetto ai 200.000 euro
promessi come tangente, ricordo che lui pretendeva anche un prestito per far fronte ad un
debito contratto dalla compagna nella qualità di garante di una società del BERTINI e per
il quale erano in corso attività esecutive da parte delle banche. Io gli dissi che avevo per
quest’ultimo aspetto la possibilità di metterlo in contatto con un professionista, il dr.
COSTA, il quale era esperto nella chiusura di contenziosi con le banche. A distanza di
circa tre giorni ci rincontrammo nel mio studio anche alla presenza di mio fratello, della
compagna di BERTINI e del dr. Costa. Dopo un colloquio tra il BERTINI e il dr. COSTA per
affrontare le questioni relative alla transazione mi appartai con il BERTINI e gli consegnai
una busta con 50.000 euro in contanti che io e mio fratello avevamo preventivamente
preparato.

ADR: I 50.000 euro non furono poco prima prelevati ma li mettemmo insieme tra quelli che
io e mio fratello avevamo a disposizione.
ADR: Nel 2008 ho pagato BERTINI perché pur non avendo formalmente incarichi nel
Comune di Marano era insieme allo IACOLARE il politico più influente di Marano ed
insieme da sponde diverse controllavano il Consiglio comune e gli uffici Comunali.
ADR: Come ho già detto nel precedente interrogatorio del luglio 2017 i pagamenti fatti a
BERTINI e a IACOLARE sono stati a me imposti da un lato per cessare tra le altre cose la
campagna denigratoria fatta nei miei confronti e dall’altra per sbloccare i pagamento dei
SAL a nostro favore in quanto MICILLO era uomo di fiducia di IACOLARE e da
quest’ultimo collocato all’ufficio tecnico….”

Interrogatorio febbraio 2019 Antonio Di Guida:
“Devo precisare che nel corso della mia vita politica ed imprenditoriale mi sono
interfacciato diverse volte con BERTINI Mauro il quale per tutti questi anni ha
sempre sbandierato che lui faceva il sindaco “nonostante la camorra” senza mai
precisare che lo faceva contro la camorra. Il suo modo di operare era sempre
quello di attaccare il nemico per evitare l'attenzione su di se. Di fatto però nel
corso degli anni in cui ha governato, anche con l'ausilio di SANTELIA Armando
all'ufficio tecnico, hanno imperato come dico appunto nel passaggio
dell'intercettazione i SIMEOLI, POLVERINO e NUVOLETTA.
La S.V. mi chiede perché faccio questa affermazione, Le rispondo che il rapporto
di “amicizia” ed i SIMEOLI Angelo ed Antonio, era noto a Marano come era noto
che i SIMEOLI erano legati alla locale camorra. Già negli anni Antonio
SIMEOLI aveva avuto problemi perché all’epoca legato ai NUVOLETTA. Per altro, nel corso degli anni le più grosse speculazioni di edilizia privata le hanno fatte
appunto i SIMEOLI, Antonio o Angelo. Voglio prima raccontarvi un episodio indicativo del modo di operare di BERTINI che risale al 1995: in quel periodo Lui era sindaco ed io avevo richiesto una concessione edilizia per ristrutturare una casa in via Marano – Pianura n. 1, in un contesto di alto degrado urbanistico. Il progetto era stato approvato dalla
commissione edilizia che all’epoca dava solo un parere non vincolante per il
sindaco, unico legittimato a rilasciare la concessione. Nel corso di un consiglio
comunale, io ero consigliere di opposizione, BERTINI ebbe problemi per
l’approvazione del bilancio, motivo per il quale in caso di non approvazione,
sarebbe decaduto. Mi chiamò in disparte in una stanzetta laterale al consiglio
comunale e mi chiese di rimanere in aula per mantenere il numero legale per
l’approvazione del bilancio, ciò perché l’opposizione non si era presentata e
nemmeno parte dei suoi. Ricordo che mi disse: “se rimani in aula io ti rilascio la
concessione per la tua abitazione” io gli dissi che la concessione da me presentata
era regolare e che non volevo sottostare ai suoi ricatti. Rientrammo in aula e
mentre mi allontanavo il predetto mi insultò cercando di provocarmi.
Le ho fatto questa premessa per dirle che lui si è sempre mosso politicamente in
questo modo. Quando nel 2001 ci furono le elezioni alla prima tornata prese più
voti SPINOSA ed al ballottaggio andarono quest’ultimo e BERTINI. SPINOSA
prese molti più voti di BERTINI ma nei quindici giorni del ballottaggio gli scenari
locali si ribaltarono e al ballottaggio vinse BERTINI. Dopo sette otto mesi
dall’elezione di BERTINI un giorno mi chiamò CREDENTINO Raffaele, già sindaco
di Marano, con il quale in passato avevo avuto dei contrasti politici. Erano anni che
non ci sentivamo, mi chiamò e mi chiese di raggiungerlo a casa della madre che
distava pochi metri dal mio studio. Mi recai a via Vallesana 19 di Marano ed
all’interno del cortile dell’abitazione vi era una sala da pranzo dove trovai seduti
CREDENTINO Rocco (non indagato, ndr), Raffaele (defunto ex sindaco, ndr), ingegnere GIANNELLA Oliviero. Raffaele mi disse che aveva pensato a me e mi aveva chiamato perché aveva ottenuto la concessione per ristrutturare la casa della madre con i contributi del terremoto. La cosa mi sembrò molto strana perché il comune di Marano ha molteplici richieste di
concessione con i contributi della legge sul terremoto ma non l'aveva rilasciati
quasi a nessuno. Capii subito che il rilascio di quella concessione a CREDENTINO
Raffaele con i contributi pubblici era il pagamento dell'appoggio elettorale che
CREDENTINO aveva dato a BERTINI nel corso del ballottaggio, in quanto prima
del ballottaggio il gruppo del CREDENTINO aveva appoggiato SPINOSA. Infatti fui
io poi a realizzare la casa. Nella conversazione che mi avete letto dico ciò che confermo perché nel corso di tutti quegli anni in cui BERTINI è stato sindaco è storia che hanno costruito gli imprenditori della camorra, vi spiego perché…omissis…

Come le ho detto prima BERTINI è stato sindaco dal 1993 al 2006, in questo arco di
tempo è stato all’UTC SANTELIA Armando ed all’urbanistica vi era SGARIGLIA
Biagio (non indagato, ndr). Lo stesso SGARIGLIA è rimasto assessore anche dal 2006 al 2008 sotto la giunta PERROTTA che prese il posto di BERTINI. BERTINI, SGARIGLIA e
SANTELIA erano tutt’uno. Ciò per dirvi che dal 2003 almeno fino al 2008 BERTINI
ha avuto un ruolo rilevante nella vicenda PIP.

La S.V. mi chiede se Raffaele CESARO mi ha dato spiegazioni del perché
aveva dovuto dare questi soldi a BERTINI, devo dirle che ho conosciuto
Raffaele CESARO nel 2008 ho stretto via via i rapporti negli anni successivi.
Ricordo un particolare, nel 2009 quando BERTINI non era Sindaco ma
consigliere di opposizione a Marano fu invasa da manifesti “PIDOCCHI A
MARANO” riferito all’avvento del tecnico PITOCCHI all’UTC, che fu poi il
tecnico che rilasciò le concessioni fino a quel momento bloccate per il PIP di
Marano. In quei giorni CESARO Raffaele si lamentava di una diffusa
campagna stampa manovrata da BERTINI contro di loro e contro il PIP e mi
confidò che aveva già pagato in precedenza BERTINI e che quella campagna
di stampa negativa era un messaggio per ottenere altri soldi, cosa che lui era
stato costretto a fare.
CESARO Raffaele mi disse cioè che nonostante lo avesse già pagato una
volta, vista la campagna di stampa del 2009, era dovuto andare a casa di
BERTINI per pagarlo un’altra volta.
La S.V. mi chiede come mai tale atteggiamento di BERTINI all’opposizione
preoccupava CESARO, Le rispondo che in un’ottica imprenditoriale comprendo
che i CESARO non volevano avere problemi e portare avanti la realizzazione del
PIP.
Voglio anche aggiungere che nel periodo in cui BERTINI era sindaco aveva
chiesto ai dipendenti comunali di impedire l’accesso anche ai consiglieri all’UTC se
non nei soli orari di accesso al pubblico.
ADR: BERTINI e SIMEOLI Angelo non avevano problemi a farsi vedere
assieme almeno fino ad un certo periodo…omissis…”.

Ancora Cesaro Aniello, interrogatorio del marzo 2019.

Devo precisarvi che nel corso degli interrogatori da me resi soprattutto quelli resi in stato di detenzione ho ricostruito la vicenda in maniera frammentaria anche perché pian piano mi
sono ricordato meglio tutti i dettagli e tutti i rapporti che ho avuto con i protagonisti di
questa complessa vicenda. Come la S.V. ricorderà già nel corso del primo verbale reso ad ottobre del 2016 avevo accennato ad un incontro con BERTINI che era venuto nel mio ufficio a Frattamaggiore riferendo questo incontro all’anno 2009. In realtà mi sono poi ricordato che le cose sono andate diversamente. Prima della firma del contratto con il comune di Marano che è avvenuta nel gennaio 2006, pochi giorni prima, vennero presso il mio studio di Frattamaggiore l’ingegnere SANTORO Nico (defunto, ndr) insieme a BERTIN I Mauro e IACOLARE Biagio. All’epoca BERTINI era sindaco e IACOLARE forse era consigliere provinciale. I due erano su fronti opposti sul profilo politico ma in realtà erano strettamente connessi sotto il profilo politico tant’è che il BERTINI in quel primo incontro disse espressamente: “io e Biagio siamo la politica a Marano se ci sto io ci sta pure Biagio se ci sta Biagio ci sto pure io e se non ci siamo ci siamo comunque”.

In quel primo incontro BERTINI disse che quanto al contratto di appalto che di lì a poco avremmo firmato noi dovevamo far lavorare le maestranze di Marano per favorire il territorio. Cioè fece un’introduzione velatamente politica. Poi ci disse espressamente che tutti i lavori del PIP li avremmo dovuti dare in appalto a SIMEOLI Angelo. In realtà noi avevamo ricevuto concessione e appalto e secondo BERTINI avremmo dovuto cedere l’appalto a SIMEOLI Angelo. In realtà noi in sede di gara avevamo dichiarato che i lavori li avrebbe fatti direttamente la CESARO COSTRUZIONI quindi era un impegno contrattuale con l’amministrazione tanto spiegai a BERTINI il quale mi rispose: va beh ora troviamo la soluzione al massimo gli date voi il subappalto, dobbiamo fare in modo che i lavori li faccia don Angelo perché cosi state anche voi più tranquilli.
Detto ciò aggiunse poi che il nostro era un appalto di rilievo e che dovevamo poi favorire la
politica che come aveva detto in premessa erano lui e Biagio IACOLARE.
Io e mio fratello Raffaele, eravamo da soli con loro, rimanemmo sul generico e lì
tranquillizzammo dicendo che non avevamo nemmeno firmato il contratto di appalto e che comunque potevano stare tranquilli. Qualche giorno dopo, o forse il giorno dopo, venne da noi Nico SANTORO il quale ci disse: “io poi ve li ho portati qui perché loro stavano
minacciando di non farti firmare il contratto”.

ADR: non so come avrebbero fatto ma non gli sarebbe mancato strumento quantomeno
per dilatare i tempi e farci ostruzionismo. Qualche giorno dopo, firmato già il contratto con il comune in data 27.1.2006, si presentò sempre nell’ufficio a Frattamaggiore SIMEOLI Angelo, eravamo io e mio fratello Raffaele sempre, e ci disse allora dobbiamo lavorare assieme e se ci faceva piacere. Io dissi che di lì a poco avremmo organizzato l’inizio dei lavori e ci saremmo messi d’accordo. In quella circostanza SIMEOLI Angelo disse espressamente: “ah poi il Sindaco ha detto per quell’imbasciata gli dovete mandare qualcosa?”. Noi dicemmo quale imbasciata?, siamo rimasti che poi avremmo parlato ma non abbiamo ancora iniziato niente e Don Angelo rispose che poi glielo avrebbe detto.
Qualche giorno dopo ritornò nuovamente sempre per accordi su quello che dovevamo fare
ed in quell’occasione ci disse: “io vi consiglio vivamente di dare qualcosa al Sindaco,
almeno cominciate a dargli 100 mila euro”. Noi rispondemmo: ma come è possibile non
abbiamo nemmeno contrattato quanto deve avere, né abbiamo cominciato i lavori. Il
predetto insisteva che dovevamo dare questi soldi a BERTINI, all’epoca sindaco di
Marano, e così noi ci offrimmo per 50 mila euro, lui insisteva per 100 ed arrivammo alla
cifra di 75 mila euro.

Dicemmo anche, sempre per prendere tempo, siccome non avevamo quella disponibilità
di liquidi che potevamo dare assegni postdatati. SIMEOLI Angelo esclamò: come glieli
diamo gli assegni postdatati?. Noi rispondemmo che era l’unico modo per dare questa
tangente a BERTINI. In realtà io e mio fratello all’epoca eravamo molto amici di Silvio RONGA, imprenditore che aveva negozi di abbigliamento, e siccome era capitato che ci avesse chiesto degli aiuti per esempio per coprire dei suoi assegni, per difficoltà contingenti che nell’attività commerciale possono capitare, poiché eravamo anche amici di questa persona pensammo di chiedere al RONGA di farci degli assegni a me medesimo, postdatati. Ricordo che gli assegni erano di circa 8.500 euro ma la scadenza era progressiva e l’ultimo se ricordo bene scadeva a fine 2006, inizio 2007. Qualche giorno dopo Angelo SIMEOLI chiamò mio fratello Raffaele fissando un incontro presso la sua casa colonica, dove poi sono avvenuti altri incontri di cui abbiamo già parlato. Mio fratello Raffaele che poi vi chiarirà meglio mi ha riferito che erano presenti Lui, Angelo SIMEOLI e BERTINI. In quell’occasione mio fratello gli consegnò gli assegni, forse erano 8/9 assegni. La consegna degli assegni è avvenuta all’incirca nel mese di febbraio 2006.

Devo precisare che nei mesi successivi ho avuto diversi incontri con SIMEOLI Angelo il
quale insisteva sempre per avere l’appalto o il subappalto., e addirittura nel corso delle
contrattazione voleva addirittura tutta la concessione. Come vi ho già detto ad un certo punto SIMEOLI Angelo ci propose di prendersi tutta la concessione e di darci 4 milioni di euro, tanto avveniva verso maggio/giugno 2006. A noi tale soluzione conveniva perché così ci saremmo tirati fuori con un buon guadagno. SIMEOLI Angelo, anzi, per dimostrare che aveva intenzioni “serie” iniziò a darci la somma di un milione di euro circa per giustificare i quali concordammo di fare un compromesso per l’acquisto di un capannone tra la CESARO COSTRUZIONI e la IMMOBILIARE FLAURE. Questa prima somma ci fu bonificata direttamente, nel frattempo noi stavamo trovando il modo per cedere la concessione attraverso il ramo d’azienda della società che l’aveva acquisita. Trascorso un mese entrando nel dettaglio della trattativa chiedemmo a Don Angelo come ci avrebbe dato la restante cifra di 3 milioni di euro. Il predetto disse che voleva far figurare la somma totale di 2 milioni di euro, in chiaro, mentre la rimanente somma voleva darcela a nero con cambiali che a sua volta lui aveva ricevuto da terzi, sempre a nero, e che lui non avrebbe voluto girare. Cioè sulle cambiali non figurava ne il nome nostro ne il nome di Angelo SIMEOLI.

Questo ci esponeva tantissimo perché non avremmo avuto nessun titolo per riscuotere le cambiali, motivo per il quale dicemmo a Don Angelo che non era possibile la cessione della concessione e gli restituimmo anche il milione e quarantasettemila euro che ci aveva bonificato. In realtà la rescissione del compromesso con la FLAURE avvenne tempo dopo come vi dirò. Nel gennaio del 2007 io dissi al SIMEOLI che tecnicamente non potevamo cedergli la concessione.

Quanto al subappalto siccome noi cercavamo di ottenere dei prezzi più stracciati alla fine
Don Angelo capì che con noi avrebbe guadagnato poco anche perché gli precisammo che
noi avevamo le nostre maestranze, e così sempre a gennaio del 2007 SIMEOLI Angelo si
chiamò fuori e ci disse, eravamo io e Raffaele: “io però avevo assunto due impegni.
Uno con BERTINI di dargli 200 mila euro e l’altro con SCICCONE di fargli fare il
movimento terra. A BERTINI gli dovete dare ancora 125 mila euro e ve la vedete voi.
A SCICCONE gli dovete far fare il movimento terra”. Noi acconsentimmo.

Nel frattempo però Don Angelo voleva rimanere legato a noi tant’è che non avevamo
ancora risolto il contratto con la FLAURE, né avevamo restituito il milione e quarantasette
mila euro che ci aveva versato. Anzi SIMEOLI ci disse che voleva dei capannoni per i quali
lo esortammo a fare domanda per l’assegnazione e proprio in vista di tali ulteriori
assegnazioni ci disse di trattenere la somma suindicata. Tale risoluzione avvenne agli inizi del 2008 quando poi SIMEOLI Angelo, in occasione di un incontro, ci disse: “ma voi poi a BERTINI lo avete lasciato appeso così?”. Noi precisammo che in tutto questo i lavori non erano ancora iniziati, ma SIMEOLI disse che dovevamo dargli altri soldi rispetto alla somma pattuita. Così concordammo di dargli 50 mila euro in contanti che furono consegnati da mio fratello Raffaele nella casa colonica di SIMEOLI Angelo presente anche il BERTINI.

ADR: la S.V. mi chiede se a gennaio del 2008 BERTINI era ancora Sindaco, Le rispondo
di no. La S.V. mi chiede come mai continuai a pagare benché non avesse più il potere
politico per eventualmente ostacolare il mio progetto. Devo risponderle che intanto
BERTINI mi aveva chiarito che il suo potere politico era permanente e prescindeva
dalla sua eventuale presenza in maggioranza comunale e tanto era evidente sul territorio
di Marano perché BERTINI è stato sulla scena politica per oltre 15 anni ed ancora oggi
benché all’opposizione da quello che leggo dai giornali continua a governare. Per altro noi
avevamo assunto l’impegno con SIMEOLI Angelo di pagare BERTINI.
La S.V. mi chiede se all’epoca sapevo chi era SIMEOLI Angelo, le dico che era un
imprenditore “del territorio”. La S.V. mi chiede di chiarire questo significato. Le dico che
era una persona imprenditorialmente potente sul territorio ed anzi tutte le concessioni
dell’epoca e le grosse costruzioni o lottizzazioni erano state date da BERTINI a
SIMEOLI Angelo.

ADR: la S.V. mi chiede se ho mai conosciuto SIMEOLI Antonio, le rispondo di no. So che
costui era legato a IACOLARE Biagio che lavorava presso la sua azienda.
A domanda della P.G. che mi chiede se temevamo una ritorsione da parte di SIMEOLI
Angelo qualora non avessimo ottemperato all’impegno di pagare BERTINI, vi rispondo
che temevo una ritorsione “ambientale”. La S.V. mi chiede se avevo capito che SIMEOLI era legato al sodalizio camorristico locale, le rispondo che fino a quel momento avevo capito che SIMEOLI Angelo era l’interfaccia della politica, e per politica intendo assolutamente BERTINI e IACOLARE, poi dopo ho capito quello che avevo intuito e cioè che era legato anche alla camorra locale. Certo è che fino a quel momento io non avevo avuto nessun problema con la criminalità locale solo dopo la “fuoriuscita” di SIMEOLI Angelo, pochi mesi
dopo, si verificò l’episodio estorsivo con POLVERINO Giuseppe come vi ho già
raccontato.

Nel frattempo, nel 2008 avevamo iniziato i lavori, e era cambiata l’amministrazione comunale in quanto dal 2006 più o meno era stato eletto PERROTTA. Se ben ricordo inizialmente BERTINI non era consigliere comunale, lo divenne poi per rinuncia del
consigliere CAMPANILE. Intanto rispetto all’amministrazione BERTINI rimaneva sempre
SGARIGLIA in qualità di assessore all’urbanistica. Ricordo invece che SANTELIA
Armando rimase ancora con l’amministrazione PERROTTA per 7/8 mesi, non ricordo
bene. Intanto avevo avuto anche un incontro con PERROTTA a novembre 2008 di cui vi
riferirò da qui a qualche momento. Completando invece le tangenti pagate a BERTINI devo dirvi che in occasione della nomina di PITOCCHI (non indagato in questo procedimento, ndr) verso aprile del 2009, BERTINI cominciò una campagna contro di
noi sia con interrogazioni consiliari e sia sul suo blog, contro il PIP e l’iniziativa
imprenditoriale a noi riconducibile. Visto ciò ed intuito quale era la finalità di BERTINI, mio fratello Raffaele si fece accompagnare da Pasquale GRANATA, cugino della compagna di BERTINI, presso la fattoria didattica del medesimo BERTINI, dove sicuramente mio fratello non andò a farsi una passeggiata esplorativa. In quell’occasione Raffaele mio fratello chiese a BERTINI perché ci stava attaccando in quel modo ed il predetto, senza mezzi termini, disse: “voi vi siete dimenticati l’impegno che avete con me. Io ho problemi con la banca e voi non vi siete fatti più vedere”. Così ci disse che aveva delle ipoteche sugli immobili della
moglie, almeno così mi sembra ma mio fratello Raffaele vi potrà dare indicazioni più
precise, e così mio fratello gli disse che potevamo dargli ausilio attraverso un nostro amico
consulente bancario, amico di famiglia, dottor COSTA. Fissarono così un incontro presso
gli uffici nostri di sant’Antimo. Devo dire che durante il viaggio di ritorno Pasquale
GRANATA disse a mio fratello:”cerca di aiutarlo che questo ha rovinato anche a mia
cugina, gli ha fatto fare un sacco di debiti”, facendogli così capire che i debiti erano
formalmente della compagna di BERTINI in quanto era tutto intestato alla donna.
Ovviamente si riferiva alla risoluzione delle vicende bancarie perché il GRANATA non
penso sapesse altro ed in particolare si riferiva alle ipoteche che BERTINI aveva fatto
accendere alla compagna sui suoi immobili.

La S.V. mi chiede se i problemi economici li aveva BERTINI o la compagna, le rispondo
che i debiti li aveva BERTINI ma li aveva riversati sulla compagna. Così ci fu l’incontro
negli uffici di sant’Antimo al centro sportivo, dove vennero BERTINI e la compagna e noi
facemmo trovare il dottor COSTA. BERTINI portò tutta la documentazione relativa ai debiti della compagna e noi dicemmo al dottore COSTA di aiutarlo in questa situazione. In realtà prima che venisse a Sant’Antimo io e mio fratello avevamo pensato di mettere 50 mila euro in una busta e darglieli a BERTINI e di “chiudere la partita”. Anche perché il debito che aveva la compagna di BERTINI era di qualche centinaio di migliaia di euro, se ricordo bene, ma non so essere preciso.

Nel corso dell’incontro, ad un certo punto, io e mio fratello chiamammo a parte
BERTINI e gli consegnammo una busta con 50 mila euro. Quando se né andò,
accompagnandolo all’ascensore, BERTINI continuava a dirci mi raccomando aiutatemi
datemi una mano, evidentemente sollecitando una nostra ulteriore dazione di denaro oltre
quella che aveva appena ricevuto. Da allora non ricordo di aver più incontrato BERTINI anche se ho avuto qualche segnale tramite qualche suo assessore, ma non ricordo con precisione, non so se mio fratello ricorda qualche circostanza. Quando andò via io e mio fratello confidammo tutto al dottor COSTA, cioè gli dicemmo che gli avevamo dato in quella circostanza 50 mila euro a BERTINI ma che in realtà gli avevamo dato anche altri soldi in precedenza. Per noi il dottor COSTA era come un padre. Nel frattempo a novembre del 2008 ebbi un incontro con il Sindaco PERROTTA, presso il comune di Marano, il quale aveva assunto l’incarico già da un po’. L’incontro avvenne perché in quel periodo erano cominciati i lavori di urbanizzazione. Era il periodo in cui non riuscivamo ad avere le concessioni per i capannoni del PIP. All’incontro era presente anche Raffaele. In quel frangente PERROTTA (non indagato, ndr) ci rappresentò che era a conoscenza dei rapporti intercorsi con BERTINI e IACOLARE in particolare disse: “noi sappiamo quello che voi avete fatto con BERTINI e IACOLARE io non vi chiedo quello, vi chiedo solo un contributo politico quando e come potete dateci qualcosa a vostro piacere”. Ed infatti io e mio fratello Raffaele tra il 2008 ed il 2010 abbiamo dato a PERROTTA circa 15 mila euro in contanti consegnati nelle mani del Sindaco PERROTTA in più tranche di importi variabili. La S.V. mi chiede se all’epoca era possibile ancora il contributo ad un partito, le rispondo che era chiaramente un modo di dire di PERROTTA se io avessi intuito che era veramente un contributo al partito l’avrei documentato e scaricato in bilancio. Era chiaro che PERROTTA voleva soldi per sé”.

Le dichiarazioni dei Cesaro, qualche tempo fa, furono oggetto di una denuncia per calunnia da parte di Bertini. Questa testata giornalistica, naturalmente, darà spazio (se lo richiederanno) anche ad eventuali repliche di persone chiamate in causa dai Cesaro o Di Guida.

 

Fonte:http://www.terranostranews.it/