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L’inadeguatezza in provincia di Latina degli apparati investigativo e giudiziario sul piano della lotta alla criminalità organizzata

UNO DEI PROBLEMI DRAMMATICI CHE LA CLASSE POLITICA PONTINA NON HA MAI VOLUTO AFFRONTARE: LA QUALITA’ DELL’APPARATO INVESTIGATIVO

La ricetta ci sarebbe. Basterebbe che i vertici dei Comandi Generali, anche pagando la L.100, trasferissero il personale che da più anni svolge servizio in provincia di Latina e lo sostituissero con altro con dimostrata capacità e spiccata attitudine alle indagini antimafia.

Ma fino a quando i vertici centrali della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri considereranno il mancato scioglimento dell’Amministrazione di Fondi un problema di rilevanza locale non si tirerà mai il ragno dal buco.

Eppure la procedura da noi indicata, applicata a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, consentirebbe di avere sul posto personale specializzato senza vedersi obbligati a dover richiedere lo spostamento di strutture-quelle centrali- i cui movimenti comportano dispendio di energie e soldi.

Dei parlamentari accorti e sensibili veramente al bene della collettività dovrebbero avvertire il dovere di intervenire per risolvere tale problema.

Qual’è la situazione in provincia di Latina?

La Squadra Mobile è ferma da decine di anni. Qualcosa la sta cominciando a fare il Questore D’Angelo. In altre province altre Squadre Mobili lavorano nei contesti criminali con grandissimi risultati.

Della Guardia di Finanza abbiamo scritto migliaia di volte. Basta chiedere il numero di verifiche effettuate e di indagini sui patrimoni illeciti. Un dramma.

I carabinieri. Bravi quelli del Comando Provinciale di Latina impegnati nell’operazione Damasco, ma siamo preoccupati per l’efficacia dei nuclei operativi periferici.

Sparsi per l’Italia ci sono piccoli nuclei operativi che operano centinaia di arresti. In provincia di Latina si arrestano gli indiani per rissa o per inottemperanza al foglio di espulsione, mentre nelle nostre strade circolano quintali di cocaina fra i minorenni.

In una provincia qual’è quella pontina infestata dalla criminalità organizzata, manca, insomma, personale specializzato, non si fanno indagini patrimoniali e per le operazioni antimafia debbono sempre intervenire le strutture centrali (DIA, GICO, SCO, la sezione CO dei Servizi e quant’altri) e le Procure di altre province.

Questa è la situazione drammatica in cui ci troviamo e, ciò, anche –per non dire soprattutto-a causa dell’inerzia e dell’indifferenza di tutti quei parlamentari che oggi fanno finta di scandalizzarsi per quanto avvenuto a Fondi, ma che, in sostanza, sono i veri colpevoli di questa situazione.

Ci sono “casi” irrisolti da anni e che sono probabilmente casi di criminalità organizzata: omicidi come quelli di Don Boschin. Mosa, Maio, aggressioni come quella a Giuseppe Savani.

Ci fermiamo qua, per il momento.

Ma che aspettano Pedica, la Amici, la Garavini, la Picierno, Veltroni e quanti altri abbiamo sentito nominare per il “ caso Fondi” a prendere il toro per le corna ed affrontare questo problema serissimo che, se non si risolverà presto, ci porterà ad altri “casi” fra breve (Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, Formia ecc. ecc. ecc. )???