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L’importanza di avere nei vari distretti giudiziari Procuratori Capo estremamente attenti e vigili anche rispetto ai fenomeni mafiosi.

Il ruolo importantissimo e vitale delle Procure della Repubblica anche nella lotta alla criminalità organizzata.

Grado a grado che cresce il livello di consapevolezza e di conoscenza del fenomeno mafioso ci si rende sempre più conto della necessità di avere nei territori Procuratori capo estremamente attenti e svegli.

E’ il Procuratore Capo che detta gli indirizzi, dà gli input nel distretto di competenza ai vari responsabili delle forze dell’ordine.

E decide se un reato sia di natura ordinaria o di stampo mafioso.

Nel distretto di Latina, ad esempio, anni fa, come hanno rilevato i PM Diana De Martino e Francesco Curcio a proposito delle famose inchieste “Damasco” su Fondi, reati di stampo mafioso furono rubricati come reati ordinari.

Con i risultati che tutti hanno sotto gli occhi e con i mafiosi ormai annidati dapperttutto.

Se i cosiddetti “reati spia”-estorsioni, usura, incendi dolosi e così via-non vengono valutati come debbono essere valutati, non si fa lotta alle mafie.

Se, poi, un Procuratore, come spesso è avvenuto e continua ad avvenire, arriva a dichiarare alla stampa che… ”non ci sono organizzazioni mafiose radicate sul territorio”, si abbassa il livello di attenzione delle comunità, si spengono i riflettori, si demotivano le forze dell’ordine e non le si stimola ad indagare.

Un danno incalcolabile, insomma, di fronte al quale le forze politiche sane, ammesso che ce ne siano ancora, dovrebbero reagire e, invece, non fanno assolutamente niente.

Appena pochi anni fa a noi che chiedevano a due noti parlamentari di due diversi partiti un intervento sul Ministro della Giustizia proprio sulla situazione del distretto di Latina fu risposto di no perché… ”altrimenti facciamo il gioco di Berlusconi che ce l’ha con i magistrati! ”.

Senza sapere che ci sono magistrati e magistrati, magistrati che meritano apprezzamento e stima e magistrati che non li meritano affatto.

Il giudizio non investe la Magistratura, ma i singoli.

L’importanza, quindi, di scelte oculate, ragionate.

Non a caso, infatti, Berlusconi arrivò a varare una legge ad personam per escludere Caselli dalla nomina alla carica di Procuratore Nazionale Antimafia.

Caselli era ritenuto dall’ex premier un Procuratore… “pericolosissimo”, uno di quelli che agiscono in piena fedeltà al giuramento di fedeltà alla Costituzione, un… ”partigiano della Costituzione”, come dovrebbero essere tutti gli italiani perbene…

Come Ingroia, ferocemente attaccato da molti.

Come Scarpinato ed ancora tanti altri.

Ce ne vorrebbero di più, purtroppo, di questi Procuratori, soprattutto nel Lazio, regione che ospita la Capitale e dove, quindi, si fanno le leggi, si decidono le nomine e si concentrano tutti i grandi interessi.

La lotta alle mafie si fa a Roma!