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L’imbroglio del 5 per mille

La solidarietà dei cittadini italiani, cosa assai reale e consistente come si è visto in questi giorni, viene strumentalizzata dalla retorica governativa allo scopo di non ledere gli interessi delle classi più abbienti e di non rinunciare ad inutili, dannosi e faraonici progetti di spesa. Alfonso Gianni, dirigente di Sinistra e Libertà, “smonta” la campagna mediatica del governo

“Per Berlusconi il terremoto è diventata la migliore campagna elettorale possibile, per giunta giocata in largo anticipo e in totale assenza delle forze dell’opposizione parlamentare. Certamente la prova d’Abruzzo dal suo punto di vista la sta affrontando alla grande. La sua presenza sul teatro della tragedia è costante e meticolosamente seguita dai mass-media. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco. Se si stesse tutti più attenti, i motivi per mettere perfino in ridicolo le scelte del governo non mancano davvero”. Così Alfonso Gianni, dirigente di Sinistra e Libertà, che a testimonianza di quanto detto tira in ballo quella che chiama “l’autentica bufala del 5 per mille”.

Afferma Gianni: “Tra pochi giorni, quando verrà compilata la annuale dichiarazione dei redditi, ci sarà anche la possibilità di destinare alle popolazioni colpite dal terremoto il 5 per mille. Tutto ciò sarebbe il frutto della generosità e della capacità amministrativa del governo che metterebbe a disposizione dei cittadini una nuova via con la quale esercitare il loro senso di solidarietà.
Ma le cose non stanno affatto in questi termini. Il 5 per mille non è una tassa aggiuntiva di scopo. Quei soldi sono già destinati al mondo del volontariato e della ricerca scientifica. Perciò non si tratterebbe di soldi ‘freschi’, ma semplicemente dello spostamento di fondi già previsti per iniziative sociali ai terremotati d’Abruzzo.
Questo spostamento può avvenire sia dal mondo del volontariato e non profit, che dallo Stato ai terremotati. Sarebbe quindi molto meglio che non si togliessero soldi alle associazioni e al volontariato, gli stessi che vengono chiamati in causa e lodati per gli atti di generosità nella circostanza di calamità naturali, perché in questo modo non si fa altro che indebolirlo, limitandone le possibilità di svolgere sia le funzioni di prima assistenza in cui già sono impegnati sia quelle attività di supporto psicologico e di promozione sociale indispensabili una volta passata l’emergenza”.

“Così come sarebbe molto meglio – aggiunge Alfonso Gianni – che non si togliessero fondi alla ricerca medico-farmacologica per sconfiggere nuove e vecchie malattie. Perché non adottare invece misure possibili ma di segno diverso, come l’abolizione dell’esenzione del pagamento dell’Ici sulla prima casa per i ceti più abbienti che questo governo ha introdotto con la passata legge finanziaria”.

Ma per l’esponente di Sinistra è Libertà “la truffa non finisce qui. Ancora oggi è in corso la ripartizione del 5 per mille versato nel 2007. Quindi è prevedibile che i soldi che verranno versati con la dichiarazione dei redditi 2009 saranno ripartiti e resi utilizzabili solo due anni dopo. In sostanza i terremotati potrebbero ricevere questi fondi non prima del 2011, con buona pace della velocità della ricostruzione assicurata dalle dichiarazioni governative di questi giorni. L’operazione del governo è chiara. La solidarietà dei cittadini italiani, cosa assai reale e consistente come si è visto in questi giorni, viene strumentalizzata dalla retorica governativa allo scopo di non ledere gli interessi delle classi più abbienti e di non rinunciare ad inutili, dannosi e faraonici progetti di spesa. Fra questi vi è, come è noto, la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Ma anche la consumazione dell’inutile rito del G8 alla Maddalena – ancora più superfluo dopo il flop del fratello maggiore, il G20 di Londra – i cui costi, 400 milioni di euro secondo le stime della stessa presidenza del Consiglio, sono curiosamente pari proprio alla cifra complessiva del 5 per mille versato nel 2006. Basterebbe dunque rinunciare all’appuntamento della Maddalena e si otterrebbe il risultato multiplo di non tagliare i fondi al volontariato, di soccorrere e sostenere effettivamente le popolazioni d’Abruzzo, infine di evitare quella farsa dai risvolti spesso tragici che si chiama G8”.

(Tratto da www.aprileonline.info)