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Liguria, affari di ‘Ndrangheta dal 1951

Liguria, affari di ‘Ndrangheta dal 1951

Mercoledì 5 Luglio 2017

di Marco Preve

Era il 1951, Nilla Pizzi vinceva il primo festival di Sanremo con grazie dei fiori e appena qualche mese dopo, pochi chilometri più in là, sul confine di Ventimiglia la ‘Ndrangheta dava il via alla sua prima attività illecita in terra ligure. Lo racconta Armando Spataro, oggi capo della procura di Torino dopo un lungo periodo alla Direzione distrettuale antimafia di Milano.
“Ricordo, alla fine degli anni ’80 un collaboratore di giustizia – rievoca Spataro – Antonio Zagari, morto poi in un incidente stradale, che con molta precisione riuscì a datare l’anno dell’arrivo della ‘Ndrangheta al Nord che coincideva con il primo festival Sanremo. Quando suo padre fu mandato al soggiorno obbligato nel varesotto e fu raggiunto da famigliari e amici, riproducendo così un tessuto simile a quello che in Calabria gli consentiva di dominare sul territorio. In base al racconto di Zagari, la prima attività criminosa della ‘Ndrangheta al Nord in senso storico, coinvolse proprio la Liguria. La cosca del padre gestiva infatti il traffico di bergamotto dalla Costa Azzurra, che serve per le essenze e profumi e visto che era molto costoso loro lo facevano arrivare di contrabbando dalla Francia”.
Difficile conciliare l’immagine quasi romantica, in bianco e nero, di contadini calabresi che trasportano sacchi di bergamotto lungo i sentieri dei passeur, con l’attualità di un’organizzazione che in Liguria si radicherà profondamente inquinando la comunità locale con il traffico di droga, la corruzione, i legami con la politica, le estorsioni.
Ma forse non è un caso che in Liguria la ‘Ndrangheta si sia trovata a casa sua.
Alcune peculiarità caratteriali comuni ai due popoli, come la scarsa socievolezza e la diffidenza, devono avere aiutato.
Il pragmatismo ligure, nei decenni, accantonerà la sua ritrosia per il foresto, che qui è addirittura “terrone”, dando vita a comitati d’affari tra imprenditori e politici locali da una parte e gli esponenti più intraprendenti della comunità calabrese dall’altra.
Ventimiglia, come prima destinazione del soggiorno obbligato e per la sua posizione strategica – affari e latitanti – al confine con la Francia e la ricca Costa Azzurra, diventerà una delle “capitali” al Nord delle cosche addirittura con l’insediamento di una “camera di controllo”. E, naturalmente, fondamentale, nelle rotte dei traffici illegali si rivelerà essere Genova e il suo porto in particolare, dove recenti indagini hanno dimostrato la capacità di penetrazione delle ‘ndrine che hanno messo a libro paga anche alcuni rappresentanti di quell’aristocrazia del lavoro che sono i “camalli”.
La ‘Ndrangheta ha accompagnato e partecipato anche alla corsa al cemento che, specie nelle riviere, ha segnato e continua a segnare il paesaggio della Liguria. La ‘Ndrangheta, quasi sempre dalle retrovie, è stata protagonista delle colate di calcestruzzo che hanno arricchito pochi palazzinari e impoverito l’intera comunità.
Movimento terra, cave, costruzioni, sono stati i business che hanno fatto fiorire le cosche in Liguria. Quelli che hanno permesso anche di sostenere molte candidature e amicizie a livello politico.
L’odore del bergamotto è scomparso, sostituito da quello dei soldi.

fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it