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Licata, processo “Assedio-Halycon”: le mani della mafia sul villaggio turistico

Licata, processo “Assedio-Halycon”: le mani della mafia sul villaggio turistico

E’ stato interrogato il colonnello dei carabinieri Lucio Arcidiacono, che comanda il Ros di Palermo

di RedazionePubblicato il Gen 28, 2021

Davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, si è celebrata un’altra importante udienza del processo, con il rito ordinario, “Assedio-Halycon” nato dalla doppia inchiesta dei carabinieri che ha portato, fra luglio e agosto dell’anno scorso, ad altrettante operazioni ravvicinate, che, hanno smantellato la nuova famiglia di Cosa nostra di Licata e non solo.

Sul banco degli imputati siedono nove persone: Giovanni “il professore” Lauria, 80 anni, ritenuto elemento apicale del clan licatese; Angelo Bellavia, 66 anni; Antonino Cusumano, 44 anni; Antonino Massaro, 62 anni; Marco Massaro, 36 anni; Alberto Riccobene, 48 anni; Salvatore Patriarca, 42 anni; Gabriele Spiteri, 47 anni, e Vincenzo Spiteri, 53 anni.

Oggi è stato interrogato il colonnello dei carabinieri Lucio Arcidiacono, che comanda il Ros di Palermo, il quale ha chiarito numerosi aspetti della porzione di inchiesta che ha riguardato gli appalti pubblici e non e l’interesse della mafia licatese nella realizzazione di un villaggio turistico nella zona di contrada Canticaglione ad opera di una società svizzera.

La deposizione dell’ufficiale dei carabinieri non è stata ultima a causa di un impegno non procrastinabile del col. Arcidiacono. La sua escussione proseguirà il prossimo 4 marzo.

L’altro troncone di inchiesta, rito abbreviato, vede alla sbarra undici imputati per i quali il pubblico ministero della Dda di palermo, Claudio Camilleri ha chjiesto le seguenti condanne: richieste La pena più alta – 20 anni di reclusione – è stata proposta per Angelo Occhipinti, 66 anni, già condannato per mafia ed estorsione e ritenuto il nuovo capo della famiglia di Licata. Sedici anni è la richiesta per il suo presunto braccio destro – Raimondo Semprevivo, 48 anni – accusato, oltre che di associazione mafiosa, di un episodio di tentata estorsione in concorso con lo stesso Occhipinti (compagno della propria madre per tanti anni) di cui avrebbe sollecitato l’intervento per sbloccare un contenzioso con un collega imprenditore costringendolo a dargli 5.000 euro dei 10.000 richiesti. Sedici anni di reclusione sono stati proposti pure per Giovanni Mugnos, bracciante agricolo, 54 anni, ritenuto “l’alter ego” di Giovanni Lauria, altro esponente di spicco di Cosa Nostra di Licata, imputato in un altro stralcio. Dodici anni per Giuseppe Puleri, 41 anni, imprenditore, presunto affiliato della famiglia di Campobello; Giacomo Casa, 65 anni, pastore, presunto affiliato della cosca di Licata; Vito Lauria, 50 anni, tecnico informatico, figlio di Giovanni, ritenuto “a totale disposizione della famiglia mafiosa” e per il cugino Angelo Lauria, 46 anni, farmacista e presunto affiliato; 10 anni e 8 mesi a Giuseppe Galanti, 62 anni, presunto cassiere della cosca di Licata e “fedelissimo” di Occhipinti. Dieci anni ad Angelo Graci, 33 anni, gregario del clan che avrebbe avuto spesso il compito di presidiare i luoghi dei summit e Lucio Lutri, 61 anni, funzionario della Regione Sicilia.

Tre anni, infine, sono stati proposti per l’elettrauto Marco Massaro, 36 anni, accusato di favoreggiamento aggravato per avere rivelato a Mugnos dell’esistenza di microspie all’interno della sua auto.

Fonte:https://www.grandangoloagrigento.it/mafia/licata-processo-assedio-halycon-le-mani-della-mafia-sul-villaggio-turistico