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LETTERA APERTA DELL’ASS. CAPONNETTO AL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA DI ROMA: SIAMO DISPIACIUT

Dr. Ferrara, siamo veramente dispiaciuti.

Noi difendiamo con i denti la Giustizia e la Magistratura, che è rimasta l’unico presidio a tutela delle legalità contro un’Italia depravata, corrotta e mafiosa.

Condividiamo al riguardo l’analisi di Giorgio Bocca quando scrive… ”Napoli siamo noi”!…

Ce lo impongono i valori in cui crediamo, la realtà che ci circonda ed il nome stesso che la nostra Associazione porta.

Ci dispiace profondamente quando ci sono singoli Magistrati che dicono –o fanno, ma non è il caso suo- cose che non giovano alla credibilità dell’istituzione.

Giova, a questo punto, raccontare un episodio di cui siamo stati attori alcuni anni fa e che riguarda appunto il comportamento di un ex Procuratore Capo, quello di Latina.

Delusi di come la Procura di Latina affrontava (o meglio, non affrontava come era necessario) il problema del contrasto delle mafie, dopo una serie di esposti, documenti e quant’altro rimasti sempre senza esito, chiedemmo un appuntamento a due parlamentari di fama nazionale, uno del PRC e la seconda dell’IDV, per chiedere ad essi un intervento presso il Ministero della Giustizia al fine di ottenere una verifica sul come a Latina si rubricavano i casi giudiziari e sul perché non si faceva un’adeguata azione di contrasto alle mafie anche se sappiamo benissimo che gli ispettori ministeriali hanno competenze limitate perché non possono entrare in nel merito. Ma a noi interessava far capire che c’era qualcuno che controllava certi comportamenti)..

Incontrammo questi due parlamentari in un unico ufficio del Senato.

Esponemmo la situazione, consegnammo i dossier che, come al solito, avevamo preparato, certi di aver chiesto la cosa più elementare di questo mondo.

Ci sbalordì la risposta ottenuta:

“non possiamo farlo altrimenti facciamo il gioco di Berlusconi che vuole distruggere i magistrati e la Magistratura”.

Replicammo che la magistratura non c’entrava proprio niente in situazioni del genere e che ci sono magistrati e magistrati, magistrati, la stragrande maggioranza, che fanno il proprio dovere- e qualcuno ci rimette anche la pelle – ma anche qualche altro che lede l’immagine e la dignità della Magistratura.

Non ci fu niente da fare.

Le cose, purtroppo, sono andate a finire come tutti sappiamo in provincia di Latina, con le mafie che sono entrate ormai anche in molte stanze del potere, per colpa, sì, dei cittadini disattenti e, taluni, corrotti e, quindi, della politica, ma anche di una magistratura inquirente che non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare.

Se quei due parlamentari, di due partiti diversi, allora al governo del Paese, avessero fatto quello che noi chiedevamo, la Procura di Latina avrebbe affrontato in maniera adeguata il problema mafie e non saremmo arrivati alla situazione drammatica attuale.

Dr. Ferrara, anche quando il fenomeno mafiose non appare, non è visibile, non è detto che le mafie non ci sono.

Anzi, è proprio esattamente il contrario: le mafie, inabissate, con prestanome in giacca e cravatta e sempre con la sponda politica, stanno operando alla grande quando tacciono e non si mostrano.

Ma come fa a dire che… ” Viterbo e Rieti sono un’isola felice “?

Quale parte d’Italia, secondo lei, è rimasta indenne dal fenomeno dell’inquinamento mafioso al punto da meritare la definizione di “ isola felice”?

Con queste dichiarazioni, si spegne il livello di attenzione della gente, degli inquirenti e di tutti coloro che dovrebbero, al contrario, avere gli occhi aperti al massimo, notte e giorno, su questo fenomeno.

Dr. Ferrara, lei fra poco andrà in pensione, ma chi rimarrà al fronte a combattere i mafiosi in provincia di Viterbo e nel Lazio dovrà lavorare di più, molto di più, come è già successo a Latina, dopo le sue dichiarazioni.

Ci è proprio dispiaciuto quanto ha detto, dr. Ferrara.