Cerca

Lettera aperta del Comitato di lotta per il lavoro di Frosinone per la questione della Multiservizi spa

LETTERA APERTA
Alla Regione Lazio, c.a. Ass.re Tibaldi Via Fax: 0651685640
A Frosinone Multiservizi , AD Carlo De Dominicis Spa Via fax 0775-200204
A Proteo, Via fax 06 -57305364
All’Amministrazione Provinciale di Frosinone – Presidente Scalia Via fax 0775-858157
Al Comune di Frosinone – Sindaco Michele Marini Via fax 0775-251355
Al Comune di Alatri – Sindaco Magliocca Via fax 0775-435108,
Ai membri CdA della Società Frosinone Multiservizi Spa, c/o
All’Amministrazione Provinciale
All’Assessore Angelo Pizzutelli Comune di Frosinone, fax 0775-852196
Al Prefetto di Frosinone, fax 0775-218466

P.c. Ai Lavoratori
P.c. Alle OO.SS.
P.C. Ai mass media

Oggetto: Frosinone Multiservizi spa

La società in oggetto nata nel 2006, che occupa più di 210 persone, di
proprietà pubblica (i soci sono la Regione Lazio con Proteo,
l’Amministrazione Provinciale, il Comune di Frosinone e il Comune di
Alatri), è motivo in questi giorni di dibattito da parte della stampa dei
protagonisti e di alcuni politici, in merito ad una apparente crisi che
dovrebbe sopraggiungere senza che ci sia una dovuta chiarezza dei fatti.

Se ci si riferisce al 2009 quando gli enti, che ricevono servizi dalla
Società, dovranno versare l’intero contributo previsto dai contratti di
servizio, stipulati nel 2006, dopo che avranno fine, infatti, i triennali
fondi regionali (giugno 2009) e quindi il Comune di Frosinone, il più
coinvolto, passerà dagli attuali 1.300.000,00 euro a 3.100.000 annui;
Alatri dovrà sborsare 1 milione, la Provincia 280 mila, allora la questione non
riguarda una crisi ma impegni che gli enti, nonostante abbiano sottoscritto
contratti fino al 2011 non vogliono rispettare. Una crisi non economica ma
tutta politica.
Già ci sono state avvisaglie.
Ad ottobre l’Amministrazione di Alatri decide d’imperio, e senza alcune
giustificazione, di non pagare i servizi, di non usufruire della propria
Società, di metter in difficoltà i 41 propri lavoratori, oltre a creare un
precedente pericoloso per tutte le Società che svolgono servizi a
contratto per gli enti.

Il Presidente Scalia, nonostante abbia alle dipendenze della Provincia
ancora 150 precari LSU, Provincia socia della Società, dà in appalto la
verifica degli impianti termici (servizio previsto inizialmente per la
Multiservizi ma poi “accaparrato” da qualcuno che voleva gestirlo in
maniera “diversa”) alla SOCIETA’ MULTISERVIZI ENERGIA SOCIETA’ A RESPONSABILITA’
LIMITATA UNIPERSONALE con sede ad Enna (EN), società di cui al 100% è
proprietaria la Società Multiservizi Spa ancora con sede ad Enna il cui
capitale sociale è suddiviso tra la provincia di Enna, Caltanissetta,
Messina e i comuni di Piazza Armerina, Pietraperzia, Agira e Centurie per
il 51% e la società Promoeco 49% di cui Amministratore Delegato è una persona
fortemente legata al ciclo dei rifiuti di Catania e Napoli. La Provincia
affida un servizio ad altra società siciliana praticamente pubblica e
rinuncia ad utilizzare la propria. Risultato: meno di 8 LSU su trenta
previsti hanno risposto alla richiesta della Provincia di essere così
stabilizzati, capendo che questa scelta di affidare a tale società il
servizio è un vero e proprio azzardo.

Alcuni mesi fa la Multiservizi pubblica un bando per 100 posti per servizi
concessi dalla Provincia: agli LSU sono riservati 24 posti da stradini!
Eppure la Società Multiservizi era nata per dar posti di lavoro ai precari
storici LSU! Nel merito, tra l’altro, le procedure di selezione dei 24
stradini contravvengono agli accordi del 2006 che lasciavano aperte le
iniziali graduatorie per la selezione degli LSU per tre anni: bisognerebbe
quindi scorrere la esistente graduatoria. Che fine hanno fatto questi
posti?
E soprattutto è poi così reale tale proposta di assunzione in momento di
manifesta crisi globale? O siamo già in campagna elettorale per le
provinciali e le promesse fioccano?

Quale ruolo svolge quindi la società Multiservizi Frosinone per i propri
soci? SI intende o meno far si che la società ritorni al suo ruolo
originario e cioè dare lavoro agli LSU (anche a chi è rimasto fuori) e
servizi ai cittadini, magari ampliandoli, offrendo una opportunità di
stabilizzazione degli LSU ad enti che ancora non hanno aderito alla
società e garantendo servizi pubblici efficienti oppure è una scatola di cui
interessa solo il ramo inutile, ma che spolpa l’albero, della dirigenza
dove spartirsi posti e favori?
Gli enti dovrebbero assumersi quelle responsabilità per esercitare «sulla
società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che
la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente
o gli enti pubblici che la controllano» Testo Unico sugli enti locali 267/00
art.113 comma 4 lett. a). Eppure, a cominciare dalla Regione Lazio
(azionista di maggioranza relativa con la società totalmente pubblica
Proteo che detiene il 49% del capitale), riscontriamo il vuoto.
Queste “distrazioni” hanno determinato una gestione allegra per quanto
riguarda il numero, la mansione e l’inquadramento del personale
dirigenziale che esula dai 213 LSU. Questo personale (previsto in numero di 5 dal piano
industriale) sembra abbia raggiunto una cifra che varia tra i 13 e i 15,
per un costo del personale tra 200.000,00 e 300.000,00 euro annui a cui si
dovrebbe aggiungere il costo di un elevato turnover di persone entrate e
uscite dalla dirigenza della società in questi due anni e mezzo (eh la
politica.). Questo esoso gruppo dirigenziale non è stato mai oggetto di
critica: E’ tutto personale necessario? E soprattutto con quali risorse
vengono pagati?
Ancora. Non è stato mai chiaro il modo di selezione di questo personale.
Eppure la Società è pubblica e la selezione avrebbe dovuto riguardare
tutti i cittadini e non solo alcuni, parenti o amici. In più vi è personale che
occupa posti di coordinamento e dirigenza aziendale senza che abbia
curriculum ed esperienza adatte a ciò. Chi si è preso la briga di
verificare tutto ciò?
Questo personale occupa anche posti nei servizi, dove i contratti
prevedevano solo personale LSU. Come può accadere ciò?

Nel frattempo i “veri” lavoratori della Frosinone Multiservizi spa, di cui
195 prendono netti in busta paga 750 e gli altri 23 circa 850,00:
o hanno contratti non regolari, in quanto non rispettano la normativa sul
part-time non indicando la collocazione oraria delle prestazioni;
o non si vedono riconosciuto il livello contrattuale corrispondente alle
mansioni svolte;
o non si vedono riconosciute le indennità previste in caso di mancato
preavviso per l’utilizzo in flessibilità ed in molti casi lavoratori sono
ancora in attesa di vedersi corrisposte indennità di turno notturno e/o
festivo spettanti dall’estate scorsa;
o usano materiali e indumenti di lavoro ancora in moltissimi forniti dagli
enti di originaria provenienza ed assolutamente inadeguati;
o non hanno percepito alcun aumento al rinnovo del contratto nazionale,
perché la società ha deciso, unilateralmente e senza nemmeno una
consultazione delle OOSS, di riassorbire il superminimo fissato con
accordo aziendale o sono flessibili anche senza preavviso e addirittura ad orario senza che
gli spostamenti siano concordati comunemente con i lavoratori interessati
e le oo.ss. o non vedono applicato il contratto nella parte che prevede per situazioni
di orario particolare per quanto riguarda le ore di lavoro.

Eppure con il clamoroso aumento del costo della vita gli enti soci
dovrebbero aggiornare gli stanziamenti in bilancio e quindi i contratti di
servizio stipulati, al fine di garantire le somme necessarie per
riconoscere ai lavoratori tutte le spettanze contrattuali e di legge, che ad oggi non
sono riconosciute, visto che il piano d’impresa è del 2003, mentre la
società ha avviato la sua attività nel 2006.

C’è poco da lamentarsi oggi da parte degli enti. LA CRISI NON LA PAGHERANNO
I LAVORATORI. Come non riuscire a far fronte agli impegni presi e
sottoscritti appena due anni fa? Eppure i protagonisti politici sono per
lo più gli stessi di allora. Oggi che gli enti devono accollarsi il giusto
costo dei propri lavoratori nascono problemi. E per gli 11 anni precedenti
quando gli LSU erano gratuiti e senza diritti, e che hanno fatto
risparmiare solo all’ente Comune di Frosinone tra i 25 e 30 milioni di euro, qualcuno
ha mai protestato?
Oppure la crisi in atto che investe gli enti pubblici e le loro sciagurate
politiche di spesa devono essere pagate dai lavoratori e per primi dalle
società esterne?

Per questi motivi si chiede un incontro.

Cordiali saluti.

Frosinone 18 dicembre
F.to Paolo Iafrate