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Lettera aperta al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Roma Colonnello Mezzavilla: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

IL BICCHIERE E’ MEZZO PIENO O E’ MEZZO VUOTO? NELLA CAPITALE C’E’MAFIA O NO?

A queste domande vorremmo che rispondesse il Comandante Provinciale di Roma dei Carabinieri Colonnello Maurizio Mezzavilla, secondo il quale, se sono esatte le parole riportate da “Repubblica” del 10 luglio u. s. , ”è assolutamente da escludere il radicamento nella capitale di associazioni di tipo mafioso. Gli interessi della criminalità organizzata, continua il colonnello, sono nei reinvestimento di capitali a Roma come in altre città italiane”.

Motivo per cui, ragiona ancora il colonnello, ”Roma è una delle capitali più sicure d’Europa, malgrado ecc. ecc. ”.

Qua, caro colonnello, c’è da mettersi d’accordo su una cosa fondamentale.

Cos’è la mafia?

Se per lei mafia significa criminalità comune, rapine, borseggi, stupri e quant’altro, allora ha in parte ragione perché i carabinieri e le altre forze dell’ordine stanno facendo un’azione costante e lodevole di contrasto.

Se, però, la mafia è quella che diciamo noi e non solo, cioè impresa, soldi, investimenti di denaro sporco, corruzione di uomini della politica e delle istituzioni, allora non siamo d’accordo con il contenuto delle sue dichiarazioni.

Ammesso, ovviamente, che siano state riportate fedelmente dal cronista.

Su un’altra parte delle sue dichiarazioni non siamo d’accordo.

Ed è quando lei afferma: “Gli interessi della criminalità organizzata sono nel reinvestimento di capitali a Roma come in altre città italiane”.

Ci sembra, quella sua, una lettura riduzionistica e deviante, tenuto soprattutto conto del fatto che Roma è la Capitale del Paese e non una città come le altre.

Possedere una parte consistente dell’economia della Capitale, significa tenere potenzialmente nelle mani una parte della politica e delle istituzioni.

L’economia mafiosa produce, fra l’altro, consenso, almeno inizialmente e, quindi, voti, oltre che possibilità di corruzione.

Oggi il mafioso non è più solo quello che spara, ricatta, strozza; questa è l’ala militare, quella bassa.

Poi c’è la mafia “ alta “, quella dei colletti bianchi, del costruttore, del professionista, del notaio, del commercialista, dell’avvocato, del parlamentare, del ministro, del politico, dell’esponente delle istituzioni, la mafia che gestisce i soldi, soldi che, poi, vengono reinvestiti.

Un’ultima considerazione: l’entità degli investimenti.

“Come in tutte le altre città d’Italia”, dice lei, colonnello.

Ha dimenticato, però, di aggiungere che, anche tenendo conto solamente delle dimensioni e dell’importanza di ogni singola città e, quindi, dei rispettivi impianti economici, in un’altra città la mafia investe 10 mentre nella Capitale d’Italia bisogna moltiplicare questa somma per 1000.

Per lo meno.

Gradiremmo conoscere il suo pensiero al riguardo, colonnello Mezzavilla.