Cerca

Lettera aperta ai Procuratori della Procura della Repubblica di Latina

Finalmente una Procura che funziona: quella di Latina.

Una Procura che sta ricreando fra i cittadini pontini una fiducia che, a dire il vero fino in fondo, negli ultimi anni sembrava scemare.

Dobbiamo ringraziare tutti questi nuovi Procuratori, dal capo Dr. De Gasperis, all’Aggiunta Dottoressa Dell’Elia e, via via, fino all’ultimo sostituto, i drr. Falcione, Miliano, Monaco ecc.

Tutti.

Grazie per quello che state facendo in nome di una Giustizia, quella con la G maiuscola, grazie per aver grado a grado ricostruita una immagine di una Magistratura svincolata da ogni sospetto di condizionamento partitico.

Siamo certi che, pur essendo molti di voi venuti da poco in questa provincia sfortunata, avete tutti avuto finora la capacità di rendervi conto di una verità incontrovertibile e drammatica:

finora su questo territorio la legalità è stato considerato dai più un optional e dove, peraltro, molti, troppi, ritenevano di poter operare in un clima di impunità.

A torto o a ragione.

E’ evidente un cambiamento, anche se lento ed anche se molti lo preferirebbero più accelerato e profondo.

Ma noi sappiamo che la gatta per andar di fretta ha partorito i figli ciechi.

Ogni cambiamento profondo, radicale come tutti auspichiamo, richiede i suoi tempi e noi ci accontentiamo dei segnali che ci sono, che si vedono e cominciano a dare i propri frutti.

La gente, quella pulita ovviamente, comincia ad avere fiducia, non teme insabbiamenti o cose del genere.

Non teme, soprattutto, di dover rileggere i giudizi duri espressi dai sostituti delle DDA di Roma e Napoli Drr. De Martino e Curcio a proposito delle inchieste fatte in questo distretto sui reati di mafia.

Brutti tempi, quelli, in cui ci mordevamo tutti le mani nel vedere avanzare sempre più le mafie e, al contempo, riscontravamo una incomprensibile inefficacia dell’azione di contrasto.

Come nel caso della “Formia Connection”, nella parte che riguardava il reato di voto di scambio.

Una chiusura del “caso” che francamente non abbiamo compreso, non condividiamo, e che, se non nutrissimo il massimo rispetto, comunque, per la Magistratura, non esisteremmo a definire assurda, immotivata e-perdonateci- scandalosa.

Come scandaloso è stato il comportamento di tutti i politici, di destra come di sinistra, che non hanno gridato contro quella chiusura, non hanno mosso un dito, pronunciato una parola.

Un silenzio che vale più di qualsiasi discorso o dossier!

Un silenzio che fa comprendere il quadro delle trasversalità esistenti in questo territorio, dove nero e bianco non sono più nero e bianco, rosso e verde non sono più tali, ma dove, al contrario, rosso e verde, giallo e verde, azzurro e celeste svaniscono spesso, si confondono, diventano sovente un unico colore, ambiguo, bastardo, con un tessuto sociale costituito, in parte, in gran parte, da clienti, non cittadini, gente abituata da decenni di malgoverno, a chinare la schiena e gli occhi, senza poter guardare in alto, negli occhi dei prepotenti, dei delinquenti, dei mafiosi.

L’omertà tipica dei territori storicamente mafiosi, dove i, cittadino non è considerato tale, ma suddito.

I mafiosi.

Che sono tanti, fra acclamati, accertati, etichettati e non.

Una preghiera vi rivolgiamo, a voi che state dimostrando con i fatti di essere fedeli al giuramento fatto:

riprendete fra le mani quegli atti, della “Formia Connection”, ascoltatevi attentamente le bobine delle intercettazioni telefoniche fatte dal Commissariato della Polizia di Stato di Formia, i colloqui fra noti esponenti politici ed appartenenti a famiglie ben note alle cronache e comprenderete, più di quanto vi sia consentito da qualsiasi informativa, rapporto, relazione, confidenza e quant’altro, l’intero quadro pontino.

Grazie per tutto, veramente di cuore.