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Lettera aperta ai cittadini di Gaeta

UNA SITUAZIONE CHE CI PREOCCUPA MOLTISSIMO: QUELLA CHE RIGUARDA IL TERRITORIO DI GAETA
Gaeta, una terra bella, ricca di storia e di cultura, abitata da una popolazione in larga parte che ha vissuto sui mari, sugli oceani, di tutto il mondo, una popolazione di naviganti che hanno visto il mondo e conosciuto le civiltà dei paesi e che ha avuto decenni di benessere economico fuor del comune, con un porto militare ed un altro commerciale che potrebbero crearle le condizioni, se ben governate, per vivere ulteriori periodi di agiatezza e di civiltà per sè e per tutto il territorio circostante.
A condizione, però, che le sue genti si mostrino in grado di sviluppare appieno le proprie qualità di inventiva, di preparazione tecnica ed umana e non si facciano, invece, espropriare, come purtroppo sta già
avvenendo, da soggetti estranei al territorio e per lo più provenienti da aree del sud del Paese e, in particolare, dalla Campania e dalla Calabria, dalle origini e dai propositi a volte discutibili.
Il problema è proprio qua e quello che ci preoccupa maggiormente è proprio il fatto che pare che non se ne voglia acquisire contezza.
“Non se ne voglia”, ripetiamo, perché di situazioni e fatti se n’è parlato e se ne parla.
Ne hanno parlato i “pentiti”, gli organi qualificati centrali dello Stato come la DIA, la DNA, le DDA, i media, noi dell’Associazione Caponnetto ed altri ancora.
Ma sembra che di comportamenti ed azioni conseguenti nessuno ne voglia adottare.
A cominciare dalla classe politica che sta apparendo come la più inadeguata dal dopoguerra ad oggi, incapace di coltivare quei grandi sogni che caratterizzano le civiltà del secolo.
Una classe politica, tutta intera, di governo e non, legata ai piccoli problemi e non in grado
di guardare a quelli che vanno al di là del proprio confine territoriale, della propria vista, della gestione del giardiniere.
Con tutto il rispetto per la categoria dei giardinieri.
Una catastrofe che fa a cazzotti con una storia secolare fatta di azioni che hanno proiettato la città ed il territorio nei grandi scenari internazionali.
Una sorta di dicotomia fra passato e presente, una cesura netta, che determinano brividi al punto da farti temere, dati gli attori in campo, l’avvenire.
I segnali inquietanti di una decadenza civile e morale ci sono tutti:
da quel rifiuto di emulare la consorella Formia a dotarsi di uno strumento di salvaguardia importante qual’è un Osservatorio comunale della Legalità che si proponga di vigilare sulla correttezza dei comportamenti e degli atti, allo scialbore di un’opposizione che appare non in grado di svolgere un suo ruolo di proposizione e di vigilanza adeguate, da quelle interdittive
antimafia che gravano su operatori che gestiscono servizi vitali, a quelle presenze inquietanti cui è stato consentito l’accesso, dal declassamento di presidi di polizia determinato dalla mancanza di quei “numeri” che ne giustificavano la sopravvivenza ed il loro passaggio a ruoli di subordinazione (l’ex Compagnia dei Carabinieri declassata a Tenenza), tutti elementi che inducono a non sperare in un futuro sereno e per niente roseo.
Stamane leggevamo su Facebook un commento amaro di un vecchio cittadino gaetano che, rivolto ai giovani, li invitava ad andar via da quella terra.
Abbiamo esitato un attimo prima di decidere se “condividere” o meno perché noi caratterialmente e per valori acquisiti siamo per la lotta e contro la rinuncia.
La resa è dei deboli e dei vigliacchi e noi per cultura e storia personale non siamo nè deboli nè vigliacchi.
Ma siamo dei genitori, dei padri e dei nonni e non possiamo giocare sulla pelle dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Dei giovani tutti.
Alla fine abbiamo deciso ed abbiamo apposto il nostro “sì” sul “condividi”.
Con l’amaro in bocca e tanta, tantissima angoscia nel cuore, un’angoscia che quasi rasenta la vergogna.
Ma è possibile che non ci sia più niente da fare, al punto da costringerci ad arrenderci alla camorra ed al malcostume?
Lo domandiamo, con il cuore a pezzi, ai cittadini di Gaeta.
Possibile che non si possa sperare in un sussulto di orgoglio dei cittadini perbene, che pur ci sono ed almeno tentare di far muro contro i camorristi pretendendo maggiore attenzione da parte degli organi centrali dello Stato?