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L’esasperazione dello scontro sociale e politico sarebbe un regalo alle mafie. Il Paese ha bisogno di pace, specialmente ora!

Berlusconi, dopo l’aggressione lo scontro

Il premier lascia un messaggio sul sito del Pdl: “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Alla Camera dibattito arroventato dalle parole di Maroni, Cicchitto elenca i “mandanti” dell’aggressione: il gruppo Espresso – Repubblica, il Fatto, Santoro, Travaglio, Di Pietro e la frange più “giustizialiste” del Pd. Bersani denuncia: “Il rischio è che qualcuno si travesta da pompiere per fare l’incendiario”, Di Pietro – assente il Popolo della libertà che abbandona l’aula per protesta – attacca: “L’istigazione è derivata dal comportamento di questa maggioranza”. I difensori di Tartaglia chiedono il ricovero in un centro terapeutico, ipotesi sulla presenza di un “complice”

“Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Questo il messaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che compare sul sito del Pdl a due giorni dall’aggressione subita a Milano subito dopo un intervento in una manifestazione, che lo ha costretto al ricovero ospedaliero. Un coordinatore dei Club della Libertà presente a piazza del Duomo, Andrea Di Sorte, ha detto all’agenzia di stampa “Adnkronos” di aver avuto la percezione che Massimo Tartaglia, l’aggressore, abbia ricevuto l’oggetto scagliato – una miniatura del duomo di Milano – da un altro individuo. Sarà ascoltato dagli inquirenti.

Subito prima alla Camera c’era stato il dibattito sull’accaduto. L’appello di Giorgio Napolitano a misurare le parole in politica è arrivata come una flebile eco, dove l’informativa del ministro dell’Interno Roberto Maroni sull’aggressione al premier ha scatenato toni tutt’altro che pacati. Eppure è stato lo stesso Maroni a indicare il duro scontro politico come possibile causa scatenante del gesto di Tartaglia.

“La crescente campagna contro la persona del presidente del Consiglio, che in molti casi travalica le regole del legittimo confronto democratico, finisce spesso per innescare una pericolosa spirale emulativa”, ha detto. Dunque, ha aggiunto, “occorre raccogliere l’invito del presidente della Repubblica affinché pur nella diversità delle varie posizioni politiche si fermi la pericolosa esasperazione della polemica politica e si torni al più presto a un normale e civile confronto tra le diverse parti e le diverse istituzioni”.

Ma Fabrizio Cicchitto, che ha preso la parola in aula dopo il ministro, ha elencato uno per uno quelli che considera i responsabili dell’attacco. “A condurre questa campagna è un network composto dal gruppo editoriale Repubblica – L’Espresso” e poi ancora il quotidiano Il Fatto, la trasmissione di Santoro Annozero, quel “terrorista mediatico di nome Travaglio e alcuni pm”. Ma non solo. Nel mirino del capogruppo del Pdl alla Camera anche Antonio Di Pietro e “qualche settore più giustizialista” del Pd.

Ma Pier Luigi Bersani non ci sta a farsi gettare la croce addosso. “I discorsi sul clima sono scivolosi”, ha detto, “il rischio è che qualcuno si vesta da pompiere per fare l’incendiario”, ha spiegato, “e che si inneschi un gioco di criminalizzazione politica tra di noi”. In democrazia, ha ricordato, “ognuno ha il suo posto” E questo vale anche per il presidente del Consiglio: “Il suo mestiere non è attaccare l’opposizione, ma è governare”. E anche Antonio Di Pietro non ha cambiato linea. E non ha dato mostra di preoccuparsi che il Pdl sia uscito dall’aula appena ha preso la parola. Il leader dell’Idv ha stigmatizzato “la condanna a morte di Cicchitto”. E ha aggiunto: “Noi crediamo che l’istigazione sia derivata dal comportamento di questa maggioranza e di questo governo che sta piegando il Parlamento soltanto per fare leggi a uso e consumo proprio”. Ora, ha assicurato, “non ci lasceremo mortificare dalla vostra arroganza”.

Un appello a isolare i violenti è arrivato da Pier Ferdinando Casini. “Ambiguità e doppiopesismi non sono consentiti”, ha detto, “bisogna riprendere il nostro lavoro politico con serenità. Ognuno sostenga le sue tesi” senza che solo alcune siano considerate “politicamente corrette”.

Il dibattito, incentrato anche sulla sicurezza di Berlusconi, è proseguito anche all’esterno. “Temiamo altre aggressioni”, ha affermato il Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il presidente del Copasir Francesco Rutelli, però, ha detto: l’aggressione del premier a Piazza del Duomo è da ritenere “un gesto isolato e scollegato da qualunque altro soggetto o volontà politica”. A questa conclusione il comitato di controllo dei servizi segreti vi è giunto dopo aver ascoltato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta (che ha la delega su servizi segreti) e Gianni De Gennaro, direttore del Dis (l’organismo di controllo dei nostri “007”). Rutelli, inoltre, ha detto: “non c’è alcuna sicurezza privata del premier, sicurezza che è affidata all’Aisi, l’agenzia che si occupa della sicurezza interna”. In ogni caso, ha detto Rutelli, “è evidente che una maggiore prudenza sarà necessaria da oggi in poi”. Dunque, nei contatti del premier si dovrà mettere maggior attenzione, e da parte di chi gestisce la sua sicurezza “qualche volta si dovrà dire di no, che certe cose non le può fare perché ora il pericolo è più alto di prima e in qualche momento va posto lo sbarramento”.

Intanto migliorano le condizioni del Premier che già domani potrebbe lasciare il San Raffaele di Milano. Lo ha detto il prof. Alberto Zangrillo, medico personale del premier. “La situazione sta migliorando”, ha detto ma sull’umore del Presidente del Consiglio invece precisa: è “piuttosto giù di tono”. A San Vittore Massimo Tartaglia, l’uomo che domenica sera ha ferito il premier scagliandogli contro una miniatura del Duomo di Milano, è stato interrogato dal Gip Cristina Di Censo. I difensori di Tartaglia hanno chiesto che il loro assistito sia ricoverato in una comunità terapeutica. Il giudice dal canto suo si è riservato la decisione se convalidare l’arresto, come chiesto dalla procura, e anche, ovviamente, sulla richiesta del ricovero di Tartaglia in un centro psichiatrico. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, invece, ha annunciato: “Sono in corso approfondimenti di livello tecnico per verificare la possibilità di iniziative legislative per contrastare più efficacemente gli episodi di violenza in occasione di manifestazioni pubbliche, sempre in un quadro di compatibilità con l’ordinamento vigente, sulla falsariga di quanto già avviene per combattere la violenza negli stadi”.

Non è escluso, inoltre, che i manifestanti che domenica hanno contestato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi durante il suo comizio, vengano indagati per manifestazione non autorizzata. Il gruppo che ha urlato al premier “Buffone”, si era radunato sotto al palco ed era stato allontanato dalla polizia poco dopo. “Stiamo cercando di individuare i promotori dell’iniziativa”, fanno sapere dalla Questura. Fra i contestatori c’era anche Piero Ricca, l’uomo che all’interno del Tribunale di Milano gridò al premier di farsi processare.

(Tratto da AprileOnline)