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Leggiamo su “Fondani. it” questa storia allucinante verificatasi a Fondi. C’è qualcuno a Latina che ci spieghi bene le cose?

Daniele scrive:

Mi verrebbe da dire: “chissà perché capitano tutti a me!”

I fatti:

Qualche mese fa un conoscente residente a Fondi, in compagnia di un napoletano residente a Fondi da qualche anno si propongono di acquistare i nostri cornetti artigianali per distribuirli nei bar di Fondi e zone limitrofe. Fin quì nulla di preoccupante. Mi chiedono: – Ci fai delle campionature per far assaggiare i tuoi cornetti ai nostri clienti? Al mio atteggiamento dubbioso, incalzano: – Guarda che te li paghiamo, siamo persone serie noi. – Ok, vada per la degustazione. Prezzo “di favore” e via col giro. Dopo una settimana il conto non è ancora saldato, ma questo è nulla in confronto a quello che sto per scoprire.

I due soggetti cominciano a lamentarsi del prodotto. “E’ troppo grande;… è troppo dolce;… è secco, i clienti non sembrerebbero soddisfatti, anche se, stranamente cominciano a raddoppiare gli ordini. Vogliono un prodotto più “soffice” insistono i due “improvvisati distributori” Faccio notare, ieri sera, con l’ausilio di operatori del settore (un ex barista e un ex pasticciere locali, i quali confermano: Prodotto eccellente! Nulla a che vedere con i prodotti industiali imbustati. Ne nasce un diverbio fra le parti. Diverbio che per poco non sfocia in rissa. Uno dei due assume improvvisamente un atteggiamento minaccioso. – “Tu non sai con chi stai avendo a che fare”; e ancora – “Prendi informazioni str… ” e via con improperi dei più coloriti. Il mio amico fondano, è allibito. Gli chiedo scusa per le intemperanze del mio (sfortunatamente) compaesano, rassicurandolo che a Napoli c’è gente meravigliosa, rispettosa delle persone e soprattutto educata, e che nulla hanno a che spartire con gli atteggiamenti camorristici del soggetto in questione. Placata la questione, tutto sembra essere finito lì. Nulla di più sbagliato. Dopo il diverbio fra i due, in modo molto secco, invito i due “neo imprenditori” a lasciar perdere ogni tipo di iniziativa commerciale con la mia azienda. In poche parole li invito ad andare a comperare i cornetti altrove, per la seie: “Jate a fa spesa a nata parte pecché state appennenn’a giacchetta a nu male chiuv”.

I due si allontanano sbraitando e inveendo anche contro di me. Tutto finito? Macché, la storia continua. Passano poco più di 10 minuti e squilla il telefono. E’ il “papà modello” del piccolo camorrista in erba. – Tu domani mattina mi fai i cornetti hai capito scè! (scè, traduco, sta per scemo). Io, garbatamente e con un pizzico di ironia rispondo al “galantuomo”: “Mi scusi, ma melo sta chiedendo per favore o me lo sta imponendo per camorra?” Risposta: “Non ti muovere da li arrivo fra 5 minuti e ti faccio capire con chi stai avendo a che fare”- continuando con la solita litanìa fatta di improperi e minacce.

Secondo voi cosa avreste fatto? Io, ho chiamato il 112 e con molta calma ho spiegato al centralinista dell’Arma i fatti circostanziati, aggiungendo: ”Guardi che stanno arrivando tre presunti estorsori che mi hanno minacciato telefonicamente. Potreste mandare una pattuglia? – Risposta: Purtroppo non abbiamo pattuglie in zona, le passo la stazione di Gaeta. Ora, per chi non conoscesse la zona, Gaeta è una splendida località balneare che dista circa 10 chilometri da Fondi. Obietto: – guardi che in 5 minuti i “galantuomini” saranno nel mio esercizio commerciale” – Risposta:.. e allora, chiami il 113, la Polizia di Stato, poiché a Fondi c’è il commissariato”. – Grazie di cuore, e buona serata. Riaggancio e compongo il 113. Tuuu… tuuu… tuuu: – “Polizia dica!” Ripeto come un disco rotto la vicenda e l’emergenza alla quale è dovuta la telefonata. Risposta da incorniciare: “ Ora non c’è nessuno, faccia così, venga domani e sporga regolare denuncia”. Resto allibito e rifletto sull’eventualità di essere ancora vivo l’indomani”. – “Grazie di cuore, e buona serata”- la mia risposta. Costatata la “Presenza dello Stato”, mi accingo a ricevere da solo con mio figlio e mia moglie, i quali benché terrorizzati non vogliono lasciarmi da solo.

Squilla il telefono. Dall’altra parte del filo uno dei “neo distributori di prodotti da forno”: – “Tranquillo, vengo da solo, sono riuscito a calmarlo, devo parlarti… ” – Bene, attendo il soggetto e gli spiego che avrei intenzione di non avere più nulla a che fare con loro. Sono disposto a strappare anche le fatture delle forniture regalando circa 400, 00 euro ai “galantuomini”, a patto che non si facciano più vedere nei dintorni del mio esercizio commerciale. – “Non ti assicuro nulla” – esordisce il tipo -… e speriamo che sia davvero finita qui!

Lo sfogo di un cittadino, a cui sento di dare solidarietà.

Dopo 5 giorni e diversi interventi (hanno letto più di 1800 persone) Click risponde:

Mi perdoneranno sicuramente per il ritardo con cui intervengo al post, in particolar modo tutti coloro i quali chiedevano a Daniele se io avessi sporto denuncia alle Autorità competenti, ma mi incuriosivano tantissimo i pareri dei partecipanti al forum riguardante questa penosa vicenda, che ho dedicato un pò di tempo in più alla lettura dei post stessi. Deduzioni: come di consueto, noi Italiani amiamo dividerci sempre su tutto. Si sono espressi coloro i quali sono pro denuncia e coloro i quali ritengono inutile, o addirittura pericoloso denunciare. Certo è che di “eroi” ne sono piene le fosse, e nel contempo, tacere episodi del genere non è un buon comportamento da “cittadino modello”. Il dilemma, come si suol dire, “è assai cornuto”. La denuncia non è stata fatta, e molto probabilmente non sarà mai presentata, così come non è stata fatta da quei cittadini fondani che sono finiti nel mirino dei loschi personaggi di cui stiamo parliamo. Ad un paio hanno sparato nelle vetrine delle rispettive attività commerciali, mentre il terzo si è visto bruciare la propria autovettura. Fate attenzione, che parliamo di tempi recentissimi, mica degli anni 90! Molti si chiederanno come mai sono a conoscenza di determinati avvenimenti. Ebbene, il mio mestiere non è quello del pasticciere (magari lo fosse stato), ma bensì quello del giornalista. Uno strano scherzo del destino mi ha portato in mezzo alle “pastarelle”, probabilmente, come cantava il grande Nino Manfredi: “Pe fa la vita meno amara”, ma questa è un altra storia.
Quando si è verificato l’atto criminoso, l’esperienza, e forse anche la distorsione professionale, mi ha portato ad informarmi sui soggetti in questione. Ebbene, mentre il più giovane, residente in una frazione di Fondi, ma romano di nascita, con precedenti penali per sequestro di persona e traffico di cocaina (ha scontato un solo anno di carcere), l’altro molto più pericoloso, proveniente dalla provincia nord di Napoli, residente a Fondi da 5 anni. A quest’ultimo hanno fatto fuori già 2 fratelli e, sembra che sia dovuto scappare prima da Napoli e poi dalla vicina Mondragone per il suo modo di fare, arrogante e spregiudicato, al punto di innemicarsi non poco anche i “suoi colleghi”. Gestisce una specie di concessionaria di auto usate dopo aver tentato (con poca fortuna) altre attività come quella di un minimarket e di (udite-udite) agenzia pubblicitaria. Nel suo paese di origine gode di poca stima. “E’ un povero demente che scimmiotta i boss stile “Scarface”, presentandosi spesso di persona a minacciar la gente, sicuro della copertura di personaggi di ben altro livello criminale i quali lo userebbero come “corriere” e basta. Questo “lavoro” lo autorizzerebbe a tentare scalate criminali nel basso pontino. Ecco. Questo è quanto.
Molti si chiederanno a questo punto, il perché denunciare sul web e non alle Autorità giudiziarie. Presto detto: Lo Stato, ora più che mai è impotente. Fra non molto non avranno più né mezzi né uomini per contrastare il crimine dilagante. I Tribunali scoppiano di procedimenti penali in corso e come se non bastasse, ogni 3 o 4 anni i nostri legislatori tirano ci propinano il sistematico condono perché anche le carceri sono affollatissime. Scenario apocalittico? No. Solo cruda realtà.
Alla fin fine, la cosa che ho ritenuto opportuno fare, è stata quella di affidare alla rete e alla sua incommensurabile forza, l’esposizione dei fatti, sperando che non rimanga solo un “bla… bla… bla… ” come paventato da qualcuno. Decida poi il popolo del web. Decidete voi il da farsi, magari mettendoci la firma e la faccia, unitamente alla mia sotto un manifesto-denuncia. Di contro, proprio non me la sento di far “perdere tempo” alle forze dell’ordine. Sarebbe inoltre come fare… “buchi nell’acqua”.