Sabaudia, 06.11.2008
COMUNICATO STAMPA
Da tempo, il Circolo Larus Legambiente di Sabaudia si occupa della pluriennale vicenda della Darsena che sorge abusivamente sulle sponde del Lago di Paola, in località Casali di Paola, nei pressi del Canale Neroniano. Sito che, a più riprese, è stato oggetto di indagini da parte della Magistratura di Latina e del Corpo Forestale dello Stato, i quali, già in passato, vi posero i propri sigilli dopo aver denunciato la violazione degli strumenti legislativi a tutela del contesto naturalistico, storico-archeologico e paesaggistico; una situazione che anche il Parco Nazionale del Circeo ebbe a definire come “fuori dalle norme”. Trattasi di una situazione chiaramente paradossale che chiama in causa l’Amministrazione Comunale di Sabaudia per non essere stata in grado, per più di venti anni, di tutelare il suo territorio e di denunciare, come era suo preciso dovere, abusi e illegalità perpetrati con arrogante naturalezza all’interno del Lago di Paola, sottoposti, non si capisce per quale ragione, ad un regime di assoluta impunità.
La vicenda, nelle scorse settimane, è divenuta oggetto di cronaca anche a livello nazionale per l’interessamento, tra gli altri, dei programmi televisivi “Reality” (La7) e “Le Iene” (Italia1). In quest’ultima trasmissione, il Sindaco facente funzioni Maurizio Lucci si è assunto, nel corso di un’intervista e dopo aver dimostrato di non conoscere affatto la vicenda in questione, l’impegno ad intervenire per porre rimedio a quella che, in maniera inequivocabile, è emersa essere una situazione di totale illegalità: l’approdo turistico sulle sponde del lago, come appurato anche dagli stessi inviati del programma televisivo, è del tutto privo di autorizzazioni e dei requisiti che la legge richiede per tali attività in particolare in una zona tanto particolare ed unica in quanto vincolata da numerose norme di salvaguardia. Ricordiamo, infatti, che il Lago di Paola è interamente ricompreso nel territorio del Parco nazionale del Circeo, inserito nell’omonima ZPS (zona a protezione speciale) ai sensi del DPR 357/1997 e successive modificazioni, è area SIC (sito di interesse comunitario), è ricompresa nella Convenzione internazionale di Ramsar nonché sottoposto a vincolo paesaggistico regionale, quale zona a tutela integrale, vincolo archeologico e idrogeologico. Per meglio dire, le darsene risultano essere in possesso di un’autorizzazione ormai “scaduta” in quanto gli impianti portuali, dimensionati in origine per l’ormeggio massimo di 500 posti barca e per natanti di lunghezza non superiore ai 6 metri, secondo quanto scritto in un parere rilasciato dal Dipartimento territorio della Regione Lazio, hanno beneficiato di un’autorizzazione a titolo transitorio e annuale del Sindaco di Sabaudia risalente al lontano 1984, e rinnovata poi per il solo 1985. Nel frattempo, interventi strutturali ampliavano il complesso delle strutture di approdo senza nessun supplemento autorizzativo pur necessario ed obbligatorio (valutazioni di impatto ambientale, valutazione di incidenza e autorizzazioni paesaggistiche che dovevano essere rilasciate dagli uffici regionali, dalla sovraintendenza e dal Parco Nazionale del Circeo).
Le parole pesano e ogni promessa è debito caro Sindaco f. f.. Chiediamo pertanto all’attuale primo cittadino di Sabaudia se non sia giunto il momento di dare seguito alla parola data e agli impegni assunti per mettere fine ad un’imbarazzante vicenda nei confronti della quale in troppi, fino ad oggi hanno colpevolmente scelto di chiudere entrambi gli occhi. Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, non solo il Sindaco f. f. Lucci si assumerebbe la responsabilità politica e morale di non aver adempiuto ad un suo preciso dovere, confermando nei fatti la “complicità” dell’amministrazione comunale con la situazione di tragica illegalità oramai evidente e dimostrata, ma anche quella giudiziaria per evidente omissione d’atti d’ufficio che il circolo è pronto a denunciare agli organi giudiziari competenti.
Distinti saluti.
Il Direttivo del circolo Larus Legambiente di Sabaudia