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Le Regioni al Governo: ci avete messo con il sedere nell’acqua

I governatori contro il governo:”Ha scritto la Finanziaria senza consultarci. A rischio il federalismo fiscale”. I presidenti delle autonomie accusano: “Contro la Costituzione: ci tolgono i soldi ma non le funzioni”. I tagli avranno ricadute pesanti sul sistema territoriale. Formigoni: “E’ insostenibile”.   Vendola, annuncia 100 cantieri per il lavoro e lo sviluppo della sua Regione

Un no unanime quello dei governatori delle Regioni italiane alla fine della Conferenza che comprende anche le province autonome. Il documento parla di mancata condivisione delle misure adottate dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che pesano sugli enti locali per oltre il 50% del loro bilancio.
“La manovra è stata costruita dal governo senza condivisione né sulle misure né sull’entità del taglio, riproponendo una situazione di assenza di coinvolgimento diretto”.
Il mancato coinvolgimento, in realtà, si riferisce allo scarso margine di manovra lasciato agli amministratori con pesanti tagli in bilancio. Per i trasporti la Lombardia si vedrebbe costretta a tagliare 100 milioni per la sola ATM di Milano, la Puglia 214 milioni; la Toscana perderebbe 200 milioni per le infrastrutture pubbliche di viabilità; altri 41 milioni in meno in Puglia per l’edilizia residenziale pubblica; un po’ ovunque tagli all’istruzione, ambiente e agricoltura, per cui a sentirne il peso sarebbero soprattutto le piccole e medie imprese, perché i fondi Fas (Fondi per le Aree Disagiate) vengono tagliati.
Per questo i governatori insistono: “Sostanzialmente si riducono i margini della riforma del federalismo fiscale, è un problema gravissimo”.

Anche in questo caso dietro al malcontento per la mancata applicazione dei criteri previsti con la riforma federalista si nasconde l’insofferenza verso il ministro Tremonti che tutto sa e tutto dispone senza che vi si possa metter bocca e questa partita, nonostante i vertici blindati della maggioranza su questo o quel tema caro al premier Silvio Berlusconi, non si è mai risolta perché chi tiene i lacci della borsa in questo momento tiene i lacci del governo. Lo stesso Roberto Formigoni, pluripresidente della Regione Lombardia, che tempo fa è stato indicato come possibile successore di Vasco Errani a capo della Conferenza delle Regioni, è lapidario sulla manovra correttiva 2011/2012: “Lanciamo un grido di allarme, la manovra uccide il bambino in culla che è il federalismo, mentre il Paese ne ha assolutamente bisogno; ora si va nella direzione opposta”. E ancora: “Siamo come una famiglia che deve affrontare delle ristrettezze: il padre di famiglia distribuisce su tutti il carico dei tagli ed anche su se stesso: qui invece il padre fa spallucce. Siamo in presenza di un padre sciamannato”.

A spiegare le ragioni degli amministratori insiste anche Vasco Errani: “La nostra posizione è costituzionale. Non segnata da ragioni di schieramento politico. Non è corporativa. Non sta tutelando le risorse delle Regioni ma spiegando che i tagli avranno ricadute pesanti sul sistema territoriale”. “Le Regioni vogliono partecipare e dare il loro contributo alla riduzione dei costi della pubblica amministrazione, all’interno di una manovra che si inquadra in un contesto europeo, tuttavia riteniamo irricevibile e non sostenibile la manovra”.
E proprio ricordando che la cura di rigore a cui le Regioni si sono già sottoposte, esclude il ricorso ad ulteriori sacrifici che si traducono in effetti immediati per la vita dei cittadini, proprio mentre i sondaggi registrano che gli italiani si stanno infine accorgendo della congiuntura economica e sono preoccupati. “Le Regioni hanno ridotto il contributo al debito pubblico del 6%. Lo Stato centrale ha invece incrementato il suo di oltre il 10%”. In questo modo dal 2011 verranno tagliati 4,3 miliardi.
Il governatore della Puglia Nichi Vendola, invece, annuncia oggi 100 nuovi cantieri per il lavoro e lo sviluppo della sua Regione: “Ho proposto 100 cantieri da aprire in cento Comuni prima della fine dell’anno. Abbiamo in corso un approfondimento per fare nelle prossime ore la presentazione di un progetto concreto su questo”.

Il nodo politico che ha accompagnato la presentazione della manovra finanziaria in Consiglio dei Ministri resta quindi intatto anche nel confronto con le Regioni. In gioco non c’è solo la decisione di tagliare posti letto negli ospedali per tenere i conti in ordine, che pure ha ripercussioni gravi sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche di come il potere esecutivo e la famosa “catena di comando” decisionale, il governo del fare, come voleva Berlusconi, disponga di che cosa i cittadini potranno o non potranno fare, in base a quello che potranno o meno permettersi, pur pagando le tasse, pur facendo un lavoro onesto. Anche questo è un modo per mettere sì le mani in tasca agli italiani ed incidere sul loro reddito.
Paola Di Fraia

(Tratto da Aprile online)