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Le premesse non sono incoraggianti: mancate dimissioni del Sottosegretario Cosentino e mancato scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Fondi. Speriamo che non sia uno… spot propagandistico!!!

Il piano del governo in 10 punti per battere la mafia

Un decreto legge che istituisce l’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati. E un disegno di legge, fatto da altri 9 punti, che introduce nuove misure per la gestione degli appalti pubblici, garantisce nuove difese per le vittime di racket e usura e offre nuovi strumenti alle forze dell’ordine per combattere le organizzazioni criminali. “Lo Stato contro la mafia c’è e va fino in fondo”, dice orgoglioso il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, presentando – al termine del Consiglio dei ministri che si è svolto nella prefettura di Reggio Calabria – il “pacchetto” di provvedimenti contro la mafia.  Aperture con riserva dal Pd: il piano antimafia “male non fa”, ma rischia di essere l’ennesimo “spot propagandistico”

Al centro dei piani del governo c’è un punto fermo: il contrasto ai patrimoni economici delle organizzazioni criminali. “E’ il filone principale nell’azione di contrasto alla mafia – ha chiarito il ministro dell’Interno -. Aggredire i patrimoni mafiosi significa mettere in crisi l’intera organizzazione perché non avendo più risorse per pagare gli stipendi, o sostenere le famiglie degli arrestati, si mette in difficoltà la struttura stessa”.
I tempi saranno rapidi, l’istituzione dell’agenzia arriverà attraverso un decreto legge. “Bisogna procedere velocemente. L’agenzia verrà costituita entro 15 giorni – ha spiegato Maroni -, poi potremo tornare a Reggio Calabria per insediarla. Il sindaco Scopelliti si sta già preoccupando di trovare l’immobile dove insediarla. Si inizierà con il “censimento di tutti i beni sequestrati e confiscati”, con relativa “scheda” di descrizione, per avere sempre sotto controllo l’intera situazione.

Tra gli altri punti attorno a cui si struttura la risposta dello Stato alla mafia (che saranno introdotti con un ddl) c’è l’introduzione di un “codice delle leggi antimafia” e ci sono “nuovi strumenti di aggressione ai patrimoni, con l’affidamento alla Dia (Direzione investigativa antimafia) di questa “missione prioritaria”.
Il titolare del Viminale parla anche di nuove norme per la “tracciabilità dei rifiuti speciali, dalla produzione allo smaltimento. Un sistema fondamentale per il contrasto alle ecomafie”. Previste anche “nuove misure per le vittime del racket e dell’usura. Con la creazione di una mappa informatica della organizzazioni criminali. Sarà utile per il dialogo e lo scambio di informazioni tra forze dell’ordine, che diventerà un elemento di forza per conoscere meglio tutte le realtà”.
Verrà promossa la “Stazione unica appaltante”, presso la prefettura, “a cui potranno rivolgersi le amministrazioni per svolgere le operazioni salvaguardando la trasparenza”. Saranno tracciati i flussi finanziari. “Seguiremo ogni euro per un appalto – ha annunciato Maroni – anche nei passaggi successivi per monitorare ed evitare rischio che quell’euro arrivi nelle tasche dei mafiosi”.

L’ultima misura coinvolge il piano internazionale. “Ora chiederemo alla Commissione europea ed ai paesi membri di adottare gli stessi strumenti legislativi contro i patrimoni mafiosi che usiamo noi per creare un’area franca contro investimenti mafiosi che non può essere solo l’Italia”, ha detto Maroni. “Vogliamo esportare questa ‘best practice’ dell’Italia in modo che tutti i partner europei possano avere gli stessi strumenti nostri”.
Poi il titolare del Vicinale è tornato anche a snocciolare dati sul contrasto all’immigrazione clandestina. “Se guardiamo il periodo dal quale è entrato effettivamente in vigore l’accordo con la Libia – maggio 2009 – la riduzione è del 90% rispetto allo stesso periodo del 2008: da 31.281 sbarchi a 3.185. La prossima settimana consegneremo alle autorità libiche tre motovedette per potenziare ancora di più il controllo delle coste. Accanto a questi numeri ci sono i rimpatri effettivi realizzati dal governo: nel 2008 e nel 2009 sono ammontati a 42.595 le persone effettivamente rimpatriate. “Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere all’Europa che si faccia carico delle operazioni di rimpatrio e contrasto dell’immigrazione clandestina che interessano tutta l’unione Europea e non solo noi. Attendiamo con fiducia – ha concluso Maroni – che possa arrivare una risposta utile”.

Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani il piano antimafia varato dal Consiglio dei ministri contiene cose “che male non fanno” ma il “governo dovrebbe avere una coerenza più forte nei comportamenti” perché “si dimentica che abbiamo in corso leggi come quella che blocca le intercettazioni e come quella sul processo breve, oltre al condono sui capitali esportati, che sono tre bombe atomiche”. Bersani si è detto comunque disponibile al confronto su misure come l’agenzia per i beni sequestrati su cui il Pd “ha idee molto precise”. “Siamo disponibili a fare proposte – ha concluso Bersani – se qualcuno vuole ascoltarle”.

Più scettico il senatore democratico Giuseppe Lumia che accusa: dal governo arrivano “molti annunci, parole fumose, proposte contraddittorie e senza sostanza, a partire dall’Agenzia per la gestione dei beni confiscati”. Proprio sui beni confiscati – sottolinea l’esponente della Commissione antimafia, “una proposta del Pd, che da tempo giaceva inascoltata, viene riesumata proprio quando il governo decide di vendere i beni: un vero e proprio controsenso, che mortifica il riuso sociale dei beni confiscati e impedisce alla società civile di riappropriarsi delle risorse sottratte illecitamente dalla mafia alla comunita’”.
“Il codice antimafia – prosegue Lumia – è una buona idea, a patto che non si introducano leggi manipolatorie come quella tanto cara ai boss sulla revisione dei processi. Sull’aggressione ai patrimoni bisognerebbe partire dalle norme antiriciclaggio. L’Italia, infatti, è l’unico Paese a non averne e, inoltre, siamo agli ultimi posti sulla tracciabilità del denaro. E che dire dello scudo fiscale, che garantisce anche ai mafiosi di far rientrare i capitali in totale anonimato? Anche per quanto riguarda le ecomafie siamo molto indietro. Spesso si hanno enormi difficoltà a riconoscere i reati ambientali commessi dalle organizzazioni criminali, ma soprattutto le pene sono ridicole”.
“Concordo sulla necessità di assistere in maniera più efficace le vittime del racket e dell’usura – prosegue ancora Lumia – ma se vogliamo realmente sconfiggere questi fenomeni è indispensabile introdurre la denuncia obbligatoria per tutti gli operatori economici. La mappa informatica delle organizzazioni criminali è uno strumento utile. Dobbiamo in modo particolare velocizzare le procedure burocratiche affinché gli inquirenti posso accedere con facilità e tempestività alle informazioni riservate custodite da banche, pubblica amministrazione ecc”.
Per il senatore democratico, per combattere le infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti “bisogna introdurre il conto dedicato per le aziende, in modo da facilitare il controllo dei flussi di denaro, la provenienza delle forniture, il sistema dei subappalti, dove spesso si annidano le imprese mafiose o collegate alle mafie. Sul piano internazionale del contrasto alla criminalità organizzata siamo in forte ritardo sulla costituzione delle squadre investigative comuni europee. Si cominci da qui. In tutto questo gravano come macigni: il provvedimento sul processo breve, che di fatto garantisce l’impunità a delinquenti e mascalzoni; la legge che limita l’utilizzo delle intercettazioni; la depenalizzazione di molti reati finanziari; la volontà del governo di assoggettare i pubblici ministeri, ossia coloro che conducono le indagini, proprio alle dipendenze dell’esecutivo. Ecco perché – conclude il senatore del Pd – il Piano antimafia rischia di essere l’ennesimo spot propagandistico”.

(Tratto da Aprile Online)