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Le mani delle mafie sulla Capitale

Era il luglio del 2007 quando l’allora Segretaria dei Radicali Italiani, Rita Bernardini fu al centro di una bufera politica per aver denunciato possibili infiltrazioni camorristiche in alcuni locali del centro storico.
Il prefetto Serra si affretto’ a bollare le parole della Bernardini come affermazioni prive di fondamento.
A luglio dell’anno successivo la Dia, la direzione investigativa antimafia , dopo una serie di intercettazioni telefoniche, scopre che la camorra controlla anche al quartiere Esquilino il sistema di importazione della merce falsa dalla Cina . I prodotti vengono imposti ai commercianti del quartiere, sia cinesi che italiani. Alcuni di loro, stanchi delle minacce, sono stati costretti a chiudere.
I capi di abbigliamento con le etichette contraffatte delle più importanti marche arrivano da Napoli . A capo dell’organizzazione c’era Salvatore Giuliano uno dei capi camorristi del Rione Forcella .
Nel 2008 varie operazioni delle forze dell’ordine provano la gestione dei clan sulla diffusione della droga in ampie zone della capitale. Il 2008 è l’inizio di quest’anno sono anche gli anni dei sequestri di beni gestiti dalle famiglie: in pochi mesi beni per 150 milioni di euro vengono confiscati al controllo della camorra: case, locali notturni , ristoranti , auto di lusso e stabilimenti balneari. tutto fa brodo per lavare i soldi del narcotraffico . per questo le famiglie hanno bisogno di tranquillita’ , a Roma e nel basso Lazio, come ha dimostrato l’operazione di ieri, si investe e si fanno affari . Il clamore nuove al business, per questo le cosche qui non sparano: l’ultimo fatto di sangue il 10 settembre 2001. Giuseppe Carlino viene freddato a Tor Vajanica per da uomini del clan senese nel corso di una faida nel quadro del controllo del traffico internazionale di droga.

(tratto da RomaUnoTV)