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Le mani della camorra sugli appalti Piu Europa a Napoli e Provincia: gli arresti non fermano la ‘piovra’, lo Stato deve fare di più obbligando le Prefetture a dare vita – ed efficacia – alle cosiddette “white list”, nate per accorciare i tempi di attesa in tema di normativa antimafia. Si tratta di un istituto introdotto dalla normativa anti-corruzione che ha previsto l’istituzione in ogni Prefettura di un elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.

Le mani della camorra sugli appalti Piu Europa a Napoli e Provincia: gli arresti non fermano la ‘piovra’, lo Stato deve fare di più

di Antonio Mangione

NAPOLI. Dove ci sono i soldi c’è la camorra, se poi si tratta di appalti milionari la longa manus della criminalità è assicurata. Il fiume di finanziamenti erogati dall’Europa ai Comuni di Napoli e Provincia nell’ambito del Progetto Piu Europa fa gola ai clan che operano sul territorio. Le inchieste eseguite dagli inquirenti negli ultimi mesi sui tentativi di infiltrazioni della malavita ne sono un lampante esempio.
Appena la settimana scorsa i carabinieri di Pozzuoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di diversi esponenti dei Longobardi-Beneduce. Tra le accuse c’è anche quella di aver messo le mani negli appalti riguardanti la riqualificazione del centro storico. Dalle immagini è emerso come alcuni affiliati alla cosca puteolana si siano recati nel cantiere per estorcere denaro alla ditta.
Episodio simile è accaduto qualche settimana fa a Giugliano dove due esponenti del clan Mallardo sono stati arrestati dai carabinieri per aver tentato di estorcere una tangente ad un imprenditore impegnato nei lavori di riqualificazione della storica chiesa di San Rocco. Furono scoperti non solo grazie alla denuncia dell’imprenditore, ma anche grazie al patto antiracket a cui ha aderito l’Amministrazione comunale.
Anche a Marano, lo scorso ottobre, i carabinieri arrestarono tre persone, ritenute affiliate ai Polverino-Nuvoletta, per tentata estorsione ad un cantiere del Piu Europa. Il terzetto addirittura avrebbero minacciato e picchiato sia il titolare che gli operai del cantiere, commettendo anche furti a scopo intimidatorio per “invitarli” a piegarsi alle richieste estorsive e proseguire i lavori “con tranquillità”.
A Castellammare, invece, qualche anno fa l’ex Bobbio lanciò un appello contro il rischio di infiltrazioni della malavita negli appalti Piu Europa. Per combattere la piovra, crescono le iniziative delle associazioni, tra cui spicca quella promossa dall’Associazione Antiracket “Edili per la legalità” e dalla FAI (Federazione Antiracket e Antiusura Italiana) per l’appisizione del  “Patto Antiracket”, realizzato a seguito del protocollo d’intesa tra l’ACEN, la FAI e il ComandoProvinciale dei Carabinieri di Napoli. L’iniziativa segue quella di oltre 100 cantieri che negli ultimi anni hanno svolto i lavori utilizzando il “Cartello Antiracket”. L’impressione, però, è che lo Stato sia ancora troppo assente, soprattutto nella fase della post denuncia. Spesso gli imprenditori vengono lasciati soli e non denunciano perchè, appunto, hanno paura di eventuali ritorsioni nei loro confronti una volta spenti i riflettori e terminato il clamore dell’inchiesta. Lo Stato fa ancora troppo poco per proteggere imprenditori ed operai dalla camorra che, visto l’ingente flusso di denaro inviato dall’Europa, è tornata ancora più forte di prima.
Ma oltre alle infiltrazioni dall’esterno, bisogna fare attenzione soprattutto al rischio che ad eseguire i lavori siano proprio ditte legate, in modo diretto o indiretto, alla malavita. Proprio per ovviare a tale rischio, la Prefettura di Napoli ha creato una sorta di “white list”, nata per accorciare i tempi di attesa in tema di normativa antimafia. Si tratta di un istituto introdotto dalla normativa anti-corruzione che ha previsto l’istituzione in ogni Prefettura di un elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.

06/12/2016

fonte:www.internapoli.it