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Le mani del clan anche sul mercato illegale degli uccelli acquatici

Le mani del clan anche sul mercato illegale degli uccelli acquatici

Il prelievo illegale dei volatili viene praticato su terreni sotto il controllo di famiglie camorristiche. La terra dei Mazzoni e il litorale Domitio tra le zone più a rischio bracconaggio

Redazione

06 agosto 2020

Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2020, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav (Lega anti vivisezione).

Il bracconaggio e il traffico di fauna selvatica si manifestano, soprattutto, in alcune zone in provincia di Caserta e Napoli, come attività sistematica e organizzata, perpetrata da gruppi che fanno uso di armi clandestine, di mezzi vietati, e che abbattono specie protette anche in periodo non consentito. Tra le zone più a rischio bracconaggio si contano le isole, la terra dei Mazzoni, il litorale Domitio, la penisola sorrentina, il Cilento, la Piana del Sele. Il traffico di fauna selvatica, rubata in natura con reti e trappole, alimenta un florido business che coinvolge anche altre regioni. La cattura di fringillidi, soprattutto cardellini, coinvolge migliaia di animali l’anno che vengono venduti in mercati clandestini o tramite canali paralleli a quelli legali.

Nel casertano il prelievo illegale di uccelli acquatici viene praticato su terreni sotto il controllo di famiglie riconducibili a clan camorristici. In Campania ed in Sicilia è ancora molto diffusa l’usanza di detenere in gabbia cardellini e altri fringillidi, alimentando forme di prelievo e traffici illegali in parte gestiti dalla criminalità organizzata”. È un passo del piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici su proposta del Ministero dell’Ambiente, in attuazione della strategia nazionale per la biodiversità. “I traffici di fauna selvatica, in particolare nel casertano e nel napoletano rappresentano uno sfregio alla legalità e alla giustizia e manifestano un’aggressività e pericolosità non replicate altrove – afferma Troiano – Fortunatamente in questa regione il coordinamento operativo per il piano antibracconaggio, formato da guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale e dai carabinieri forestali, funziona e i risultati non mancano”.

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav ha chiesto alle Procure ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2019, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Campania, le risposte sono arrivate da 9 Procure ordinarie su 10 (non ha risposto la Procura di Avellino) e da tutte e due le Procure minorili, quella di Napoli e quella di Salerno.

Per quanto riguarda la Procura di Santa Maria Capua Vetere: 27 procedimenti con 14 indagati per uccisione di animali; 39 procedimenti con 26 indagati per maltrattamento di animali; 5 procedimenti con 9 indagati per uccisione di animali altrui; 12 procedimenti con 10 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 48 procedimenti con 30 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica; 1 procedimento con 1 indagato per traffico di cuccioli. In totale nel 2019 dunque sono sopravvenuti 132 procedimenti con 90 indagati. Rispetto al 2018 si è registrato un aumento del +32% dei procedimenti, passati da 100 a 132, e un aumento del +5,8% degli indagati che sono passati da 85 a 90. Per quanto riguarda invece la Procura di Napoli Nord: 19 procedimenti con 4 indagati per uccisione di animali; 49 procedimenti con 35 indagati per maltrattamento di animali. In totale nel 2019 dunque sono sopravvenuti 68 procedimenti con 39 indagati. Rispetto al 2018 si è registrata una diminuzione del -28,4% dei procedimenti, passati da 95 a 68, e una diminuzione del -47,2% degli indagati che sono passati da 74 a 39. Nel 2019 nell’ambito territoriale delle 9 Procure campane che hanno risposto, rispetto al 2018, c’è stato un aumento del +7,5% dei procedimenti penali per reati a danno di animali, e una diminuzione del -2,7% del numero degli indagati. “Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale – spiega Troiano – si può stabilire che nel 2019 in Campania sono stati registrati 870 fascicoli (circa il 9,16% di quelli nazionali), con un’incidenza pari a 14,89 procedimenti per 100000 abitanti; e 520 indagati (circa l’8,90% di quelli nazionali), con un tasso di 8,90 indagati ogni 100.000 abitanti”.

Fonte:https://www.casertanews.it/