Nessuno a livello politico, né a destra, né a sinistra, né al centro, vuole spiegarci il motivo per il quale, escluse la Questura di Latina, la DIA ed il GICO di Roma, in un territorio dove le mafie sono fortemente radicate qual’è quello della provincia di Latina, si fa contro di queste un’azione scarsamente incisiva.
Sono stati pubblicati in questi giorni i dati relativi al numero delle indagini patrimoniali svolte dalla Guardia di Finanza in provincia di Frosinone ed aspettiamo con ansia di conoscere quelli ufficiali della provincia di Latina.
A Frosinone sono state, in un anno, ben 140.
A Latina saranno, a quanto sappiamo, 3-4.
E’ veramente inquietante.
Ci sarà un “ perché” che nessuno vuole spiegarci.
E’ inutile, a questo punto, sciorinare i dati relativi alla presenza accertata dei clan e delle ‘ndrine presenti in provincia di Latina, se, al contempo, non si considerano, soprattutto, quelli relativi alle attività NON accertate.
Parliamoci chiaramente.
Noi abbiamo la sensazione di trovarci di fronte ad una grossa campagna di disinformazione che vuole a tutti i costi dimostrare che in provincia di Latina si sta combattendo contro le mafie.
Ciò è vero in parte, perché, a parte le indagini patrimoniali che si fanno raramente, quando si sfiora il livello politico… si… ”chiude”.
L’inchiesta “Formia Connection” è la dimostrazione lampante.
Ma quella di Formia non è la sola perché, a ben guardare, anche la “Damasco” di Fondi si sta riducendo, dal dibattimento in corso, a processo ai vari Tripodo, Trani e basta.
Ma c’è qualcuno che pensa veramente che il problema “ mafie” in provincia di Latina sia riconducibile esclusivamente ai Ciarelli, Di Silvio, Tripodo ecc. ecc.?
Suvvia, non continuiamo a prenderci ed a prendere in giro!!!
Ed allora c’è “qualcosa” che non torna.
“Qualcosa” che francamente, ad oggi, ci sfugge.
Il Presidente del TAR Bianchi è stato costretto ad andare via da Latina.
Il Prefetto Frattasi è stato trasferito.
Il Colonnello dei Carabinieri Rotondi è stato anch’egli spostato prima della scadenza del termine di comando.
Le inchieste, quelle serie, partono tutte dalle DDA di Roma, Napoli, Catanzaro e così via.
Sulla “vecchia” Procura della Repubblica di Latina basta leggere quanto hanno scritto i PM della DDA De Martino e Curcio.
A questo punto è doveroso porsi delle domande.
Perché tutto ciò?
Perché tutti tacciono?
Perché si parla sempre di presenza mafiosa in provincia di Latina in termini generici?
Perché, ad esempio, a Fondi ci si è limitati a toccare il livello militare, lasciando indenne quello delle responsabilità politiche?
Nella relazione conclusiva della “Damasco2” sono citati nomi anche di appartenenti alle forze dell’ordine per i quali non è stata avviata nemmeno un’azione disciplinare.
Un Capitano della Guardia di Finanza si è suicidato.
Non vuol dire nulla tutto ciò?
Ed, allora, quando si parla di invasione mafiosa in terra pontina, domandiamoci e domandiamo di chi sono le responsabilità, chi ha aiutato ed aiuta sempre di più le mafie, mafie che ormai sono locali, costituite da gente del posto, politici, professionisti, amministratori pubblici e così via.
Se non si fa questo si fa della disinformazione.