Cerca

Le mafie nel Viterbese. E c’è ancora chi nega la loro esistenza sul territorio abbassando il livello di guardia da parte della società civile e dei media

Non riusciamo francamente a comprendere le ragioni per le quali i cronisti de “IL TEMPO” di Viterbo continuino a sostenere una linea negazionista per quanto attiene alla presenza delle mafie nel Viterbese e a sostenere che le denunce fatte al riguardo dal nostro V. Presidente Luigi Daga non… avrebbero “trovato riscontri”…

Non è nostro intendimento entrare in polemica con quei cronisti in quanto riteniamo che le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Colonnello Giorgio Dino Guida, già Comandante Provinciale dei Carabinieri di Viterbo, bastino a far piazza pulita di tutte le letture riduttive, se non addirittura negazioniste, del fenomeno mafioso su quel territorio.

Tali dichiarazioni sono state pubblicate da S. Can sul numero di novembre scorso di “ Tarquinia Città”:

“ VITERBO. Il Colonnello Comandante Provinciale dei Carabinieri. Giorgio Dino Guida, prima di arrivare a Viterbo, ha fatto la “gavetta” nel Napoletano.

Ha combattuto la camorra, la conosce.

Mercoledì sera stava in prima fila a godersi questa lettura di civiltà.

“ Saviano mi è piaciuto”, dice subito.

PERCHE’ Colonnello Guida?

“Perché ha detto cose giustissime, perché non ha fatto un comizio. Perché ha raccontato fenomeni che esistevano, esistono ancora, ma spesso vengono sottovalutati “.

ALL’ITALIA SERVONO PIU’ SAVIANO O GIA’ CE NE SONO MA LAVORANO LONTANO DAI RIFLETTORI?

“ Di sicuro sono pochi, ne servono di più. Ho ascoltato con molto interesse le sue parole. Vengo da Napoli, conosco certi fenomeni “.

UNO SGUARDO ALLA TUSCIA.

E’ NOTO CHE LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA ORMAI E’ ARRIVATA ANCHE QUI.

“Sono molte le nostre indagini sulle infiltrazioni mafiose. E’ un fatto reale. Ma la gente qui fa finta di non crederci, pensa che siano ancora cose da Gomorra, da sud Italia. E anche al Nord ragionano uguale: è un errore clamoroso. ”

INVECE, L’OMBRA DELLA MAFIA ORMAI SI FA STRADA IN SILENZIO. SENZA SPARARE, ENTRANDO PIUTTOSTO NEL TESSUTO ECONOMICO DELLA PROVINCIA.

“ Pensiamo alle imprese: non si può pensare che basti esibire un certificato antimafia. Basta utilizzare un prestanome per aggirare regole troppo permissive. Invece… ”

INVECE?

“Piano piano le attività criminali stanno lavorando nel nostro territorio. Dedicandosi al riciclaggio dei soldi, prendendo appalti e subappalti, aprendo attività commerciali come bar, ad esempio “

SI PUO’ LOCALIZZARE QUESTO FENOMENO?

“ La costa tirrenica deve stare molto in guardia, anche noi abbiamo puntato la nostra attenzione nelle zone del mare.

Gli allarmi sono continui e anche recenti arresti lo testimoniano. Anche il capoluogo non è immune. ”

QUAL’E’ L’ATTEGGIAMENTO DELLE ISTITUZIONI, SECONDO LEI?

“Lo ripeto: c’è troppa superficialità, I Comuni, mi riferisco a certi Sindaci, dovrebbero ad esempio farsi più domande su chi prende gli appalti. Non si può pensare che Viterbo sia un’isola felice.

La lezione di Saviano, se vogliamo, è stata anche questa

Occhi aperti da parte di tutti “

S. Can.

Anche il mensile “ La Voce delle Voci” ha lanciato un forte allarme pubblicando il mese scorso un’ampia, dettagliata inchiesta sugli investimenti mafiosi a Civitavecchia e sul litorale viterbese e facendo riferimento ai tanti gruppi criminali operanti sul territorio ed alle possibili collusioni fra poteri massonici e mafiosi con pezzi della politica.

Alla luce di tale torbida situazione, ci saremmo aspettati da parte del Prefetto di Viterbo una posizione rigorosa e determinata e non un suo deplorevole silenzio di fronte ad una domanda specifica postagli di recente al riguardo da un cronista.

Comportamenti del genere, come anche quello dei cronisti de “Il Tempo” di Viterbo, non trovano alcuna giustificazione plausibile.