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Le mafie nel Lazio. L’incontro si è svolto a Roma presso la Regione Lazio il 4 dicembre u.s. su iniziativa della Federazione della Sinistra

.. e poi dicono che la mafia nel Lazio non c’è…
convegno della FdS Regione Lazio – Roma , 4 dic. 2010
Commento di E.Giardino
61 cosche mafiose insediate                        4^ Regione per beni confiscati
2^ Regione per ecomafie                            4^ Regione per reati di estorsione
2^ Regione per reati di usura
Fabio Nobile e Ivano Peduzzi – FdS regionale – hanno promosso questo convegno, allo scopo di cercare iniziative istituzionali contro i reati di mafia, usura ed estorsione nella Regione Lazio. Il convegno è stato introdotto da un video prodotto da LIBERA sull’argomento : in esso viene rievocata la figura e l’uccisione di don Cesare Boschin da parte della camorra a Borgo Montello (1995).
Senza alcuna pretesa di riassumere i lavori del convegno e gli interventi – ben descritti sul sito www.dazebaonews.it – espongo qui un mio commento di ciò che ho ascoltato (in parte).
Aldilà delle apparenze mediatiche, le Istituzioni- centrali e locali – ed i partiti si occupano poco e male dei fenomeni estorsivi e mafiosi diffusi in tutto il Paese e nel Lazio. La ragione è semplice : gran parte del ceto istituzionale e partitico è colluso o subalterno al potere mafioso per motivi diversi : tangenti,voto di scambio,paura e ricatti, debolezza o latitanza dello Stato, prestigio di immagine. In genere questi problemi vengono trattati , citando dati di arresti, di sentenze,di confische, realizzati da magistrati e polizia.
Il problema è ben più complesso e ramificato, perchè intrecciato e sorretto dalle logiche e dagli strumenti tipici del capitalismo : arrivismo, profitto, omertà delle banche e dei poteri dominanti, ricatti,manovalanza delinquenziale, paradisi fiscali, degrado sociale e culturale, mitologia del privato e dei mercati, ecc.
Il danaro e l’arricchimento – motore e fine- del capitalismo “pulito” o mafioso rende labile il confine tra attività privata lecita o illecita, in un intreccio ondivago e pianificato.
Perciò è meritorio che un piccolo partito anticapitalista sollevi la questione con un certo rigore.
All’inizio dei lavori è stato distribuito una dossier “attività del gruppo consiliare FdS alla Regione Lazio”, contenente proposte ed iniziative in materia di raccolta rifiuti, atti criminali e mafiosi, ricatti ed usura. Viene proposta  in avvio una commissione regionale speciale “antimafia e lotta alla corruzione” ed un osservatorio sui fenomeni malavitosi , ancora più virulenti per effetto della crisi economica incombente.
In conclusione Ivano Peduzzi, capogruppo della FdS Lazio propone di costituire un gruppo di lavoro, aperto a tutte le forze di opposizione regionale e con la partecipazione della società civile, per redigere una o più proposte di legge antimafia raccogliendo le proposte emerse nel dibattito. “Centrale unica appaltante, abolizione del massimo ribasso, tracciabilità dei capitali, norme anticorruzione, contrasto del lavoro nero, sono le prime cose da fare”, precisa Peduzzi.”Occorre avviare un percorso che porti in campo le istituzioni al fianco della magistratura e della società civile. Questa va maggiormente sostenuta, ad esempio, con l’affidamento di una forte campagna per la legalità da portare in tutte le scuole.
E tuttavia, queste misure – pur importanti- possono risultare inutili e fuorvianti, se non definiscono elementi decisivi : quali soggetti ne devono far parte  ? Con quali poteri , controlli e strumenti ? Per quali fini reali ?
La comunicazione di Elio Di Cesare – ass. per la legalità Caponnetto –molto critica verso il mondo delle Istituzioni e dei partiti latitanti o collusi – ha toccato i nodi strutturali, culturali ed economici che caratterizzano i fenomeni e gli affari mafiosi. Non serve la retorica dominante , ma misure ispettive e repressive affidate ai corpi specializzati dello Stato, dotati di mezzi adeguati. La mafia non è una questione di ordine pubblico, come dimostra il libro di Nando della Chiesa “attenti cretini”.
Annuncia che nel prossimo convegno di Formia (16/12/010) – Fondi connection – la sua associazione presenterà prove sulle gravi responsabilità partitiche  trasversali – di destra, di centro e di sinistra- emerse da intercettazioni di colloqui tra politici, amministratori e mafiosi. Dichiara che giornali e TV ignorano questi fatti e che la sola rivista “La voce delle voci” ha dato conto di questi eventi. Anche la società civile italiana – che si sta corrompendo e mafiotizzando sempre più – ha le sue pesanti responsabilità, perchè non denuncia e non si indigna per ragioni  diverse : sfiducia nei partiti e nelle istituzioni, corruzione diffusa, paura, collusione, egoismo, opportunismo, ecc.
Cita incongruenze difficili da digerire: 140 indagini della guardia di finanza a Frosinone e solo 3 a Latina. Denuncia il business di 5000 ville sul litorale di Fondi e si dice scettico sulla possibilità che vi sia una purificazione della politica italiana , poichè gravi e frequenti sono i delitti dei responsabili istituzionali.La grave denuncia di Elio Di Cesare- molto documentata- rinvia a questioni più generali riguardanti il “modello politico, economico, mediatico, culturale” del capitalismo italiano e delle sue nefandezze.
Nel capitalismo l’economia è predonomia imposta con mezzi leciti ed illeciti ;l’informazione propaganda oligarchica fuorviante ed omissiva; la politica affarismo e arrivismo mercificato; la cultura politica e sociale un residuo “scomodo” da emarginare; il dissenso e la critica “terrorismo” da reprimere.
Senza il controllo dei redditi, dei profitti, dei capitali, è impossibile- a mio avviso – sconfiggere la mafia e gli altri delitti della criminalità organizzata, la fuga dei capitali, l’evasione fiscale, l’estorsione, l’usura.
Tutto ciò implica un rivoluzione in senso costituzionale e socialista del modello italiano, con una riforma radicale del ruolo dello Stato e dei media, del rapporto pubblico-privato,dell’iniziativa privata in ogni campo.Credo che la FdS – che si dichiara forza anticapitalista e comunista- debba avere un approccio più radicale e conseguente rispetto a tutti i drammi della società italiana, insolubili nell’ambito del capitalismo attuale.