Come possiamo illuderci di vincere la guerra contro le mafie se è proprio lo Stato a non rimuovere gli ostacoli che impediscono di uscire vittoriosi?
Come si può continuare a parlare di… ”antimafia” se non si conoscono nemmeno i veri problemi che stanno sul tappeto e che rendono inefficace l’opera anche della persona più benintenzionata del mondo???
Stiamo trattando da tempo il tema dell’assenza di una cultura antimafia nella stessa Magistratura e dell’impreparazione delle forze dell’ordine in materia.
Ma non è finita qua perché anche chi vuole lavorare sul serio non è in grado dio farlo per la mancanza di risorse e di strumenti.
Solo un mese fa, all’incirca, è stata stipulate una convenzione con il Comune di Napoli che consente l’accesso all’anagrafe comunale da parte delle forze di polizia.
I Comandi delle varie polizie non hanno la possibilità di accedere alle anagrafi comunali e nessuno si preoccupa di rendere obbligatorio l’accesso.
Poliziotti, finanzieri e carabinieri, se vogliono indagare sui collegamenti parentali fra le persone, debbono recarsi presso gli uffici comunali, chiedere come qualsiasi comune cittadino i certificati, perdere mezza giornata per ottenerli, con il rischio che dopo appena tre secondi la persona sulla quale essi stanno indagando sappia tutto. Informata da qualche impiegato o funzionario infedeli
La cosa ha dell’incredibile e dimostra come questo Stato sia una sorta di Giano bifronte, che, da una parte dichiara la sua volontà di combattere le mafie e, dall’altra non fa niente per combatterle seriamente…