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Le due donne delle stragi di mafia: l’esclusiva Sky conferma L’Espresso

di Simona Zecchi

La superteste Marianna Castro racconta gli incontri con le agenti dei Servizi alla vigilia degli attentati del 1993. Intanto, dalla nostra inchiesta, saltano fuori altri elementi inediti. La pista che porta a Gladio

31 MARZO 2023 – L’Espresso

«Quella vicina è la segretaria, Antonella, e quella dietro è la mia collega dei servizi segreti». Così una intervista rilasciata da Marianna Castro al giornalista Massimiliano Giannantoni su Skytg24 andata in onda il 31 marzo riapre la pista – mai chiusa in realtà – sulle donne delle stragi 1992-1993.

Marianna Castro è la testimone sentita da più procure come ex compagna dell’ex agente Giovanni Peluso che, come rivelato dal quotidiano Domani, ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari per concorso esterno in associazione mafiosa. Peluso entra nella storia sulle indagini delle stragi a seguito delle dichiarazioni del collaboratore Pietro Riggio.

Nel faccia a faccia con il giornalista, la ex compagna di Peluso, le cui parole sono andate in onda anche su Report tempo fa, questa volta è più esplicita e, ritornando sull’incontro avuto dal suo compagno con Giovanni Aiello, alias “faccia da mostro”, presso lo svincolo Roma-Napoli il giorno prima della strage di Firenze la notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, dove lo aveva accompagnato, riferisce di Aiello in attesa di Peluso a bordo di una Mercedes scura in compagnia di due donne. Si tratta di Antonella, alias Virginia, e di Rosa, alias Cipollina, proprio come la donna descritta nell’articolo de L’Espresso del 23 febbraio scorso («soprannominata Cipollina a causa della capigliatura»)

Stesso copione prima della strage di Milano quando tra il 26 e il 27 luglio 1993 scoppia un’autobomba vicino alla Villa comunale e al museo di arte contemporanea (Pac). Cambia solo l’auto sulla quale sono in attesa le stesse tre persone in autostrada, una BMW chiara.

Il servizio del vicecaporedattore di Skytg24, già autore di due libri su vicende che attraversano il mondo Gladio, è un assaggio di uno speciale sulle stragi del 1993 che andrà in onda per intero a maggio prossimo e che già dalle parole riferite dalla Castro nel live trasmesso  promette scintille.

La donna, infatti, incalzata sulla identità delle due accompagnatrici, dice chiaramente che l’Antonella-segretaria (su cui da sempre si indaga) aveva come nome di battesimo Virginia, non tanto alta dai capelli chiari a caschetto; mentre l’altra, mora alta, detta anche Cipollina si chiamava Rosa: l’una con l’accento campano l’altra con un accento del Nord. Tuttavia, nel gioco delle figure femminili messo in scena da chi ha organizzato davvero le stragi, tutto si mescola perché le donne molto probabilmente indossavano una parrucca.

Il documento in possesso de L’Espresso, infatti, riferiva che la bionda della strage di via Palestro, diversa a esempio da quella della strage di via Fauro a Roma il maggio precedente, sarebbe in realtà «bruna con capelli a caschetto». D’altronde, in un corposo altro documento da noi visionato, una sorta di manuale sull’arruolamento di personale esterno utile alle operazioni coperte, denominato esplicitamente “La ricerca occulta”, esiste un riferimento specifico alle donne che «possono essere utilmente impiegate per compiti particolari».

Intanto, dei contenuti del documento dell’Aise (ex Sismi) datato 19 agosto 1993, e da noi pubblicato, emerge un altro elemento inedito: la donna è quella che «avrebbe parcheggiato l’automobile con l’esplosivo» a Milano.

I nuovi documenti Gladio su Virginia Gargano

A distanza di giorni dalla nostra esclusiva, L’Espresso ha potuto consultare la documentazione Gladio inerente alla signora Gargano con spunti interessanti soprattutto quando la ricerca si estende ad alcuni documenti che apparentemente non la riguardano in modo diretto. Il suo fascicolo personale, intanto, è inserito in un lungo elenco di nomi comprensivi anche dei familiari della Gargano (soprattutto due fratelli) e, come già in parte noto anche dell’ex marito, il gladiatore Maurizio Castagna nipote dell’ex capo del Sisde e poi della Polizia, Vincenzo Parisi, a cui Peluso, sempre secondo le dichiarazioni fatte alle procure da Marianna Castro, faceva da scorta.

Nel fascicolo datato marzo 1983 sono presenti una sua fotografia e alcuni dati personali a riempire una scheda che la riguarda. Una parte di questi dati, scritti a quanto pare di proprio pugno dalla Gargano, riguarda una visita compiuta dalla stessa a una sua amica, Rosalba, con una macchina allora di sua proprietà, una Mini Minor blu. Della Rosalba in questione appaiono alcuni particolari che richiamano la descrizione del documento da noi pubblicato e di una Rosalba Scaramuzzino abbiamo scritto a febbraio scorso. Forse una coincidenza. Ma quante Rosa, Rosalba e Virginia esistono raggruppate in documenti o note che si riferiscono a Gladio?

Operazioni clandestine

Altro documento che fa riferimento a una Virginia e questa volta con una chiara descrizione (“Elenco Personale Sad/Cag”) compare in un fascicolo sempre datato marzo 1983, si tratta di un appunto che aggiorna l’elenco del personale da inserire ed è successivo al dossier personale della donna. La sezione Studi e addestramento (Sad) è stata l’antesignana della VII divisione Sismi al cui interno il Centro addestramento guastatori (Cag) poi Cagp, dove “p” sta per paracadutisti, svolgeva il ruolo di reclutamento di componenti esterni e interni per l’Operazione “G” (Gladio), come viene identificata nei documenti ora visibili. L’Operazione “G” (Gladio) è in effetti la descrizione che appare da un certo punto in poi in tutta una serie di documenti presenti nell’Archivio di Stato di Roma sulla Stay behind italiana, lì convogliati dopo l’emanazione della direttiva Draghi dell’agosto 2021. In particolare dagli anni ‘60 in poi (la data della istituzione della Stay Behind ufficiale in accordo con la Cia americana è il 1956) dove l’Operazione “G” sembra alludere ad altro. Inclusi i documenti del 1983 che riferiscono prima di un interesse verso Virginia Gargano e poi di una Virginia inclusa nel personale arruolato appunto dal Cag.

La cosiddetta “raccolta occulta” di personale per utilizzi particolari è dunque il marchio che contraddistingue quelle operazioni che non si possono del tutto indicare nero su bianco, ma le cui tracce in qualche modo restano e giungono fino a noi. In particolare, per le stragi 1992-1993, come riportava l’analisi della intelligence nell’ormai famoso appunto da noi pubblicato, la strategia è stata attuata da «un coacervo di forze politico-massoniche con agganci nell’alta finanza e in organizzazioni straniere».

Fonte:https://espresso.repubblica.it/attualita/2023/03/31/news/le_due_donne_delle_stragi_di_mafia_lesclusiva_sky_conferma_lespresso-394432919/