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Le carenze degli apparati investigativi nel Basso Lazio: le responsabilità politiche

SE IL PD VUOLE COMINCIARE AD IMPEGNARSI SERIAMENTE NELLA LOTTA ALLE MAFIE NEL LAZIO COMINCI AD INTERESSARSI PRESSO I COMANDI GENERALI PER L’INVIO DI COMANDANTI PROVINCIALI ESPERTI IN MATERIA DI ANTIMAFIA

Fatta eccezione per il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, il quale è uno dei migliori investigatori italiani, sia nella provincia di Latina che in quella di Frosinone si soffre una gravissima carenza nell’apparato investigativo.

Tutti Comandanti e Questori, brave persone ed esperti in materia di contrasto della criminalità comune, di ordine pubblico insomma, ma con nessuna esperienza in materia di criminalità organizzata, di mafie.

Oggi queste non sono quelle che ci fanno vedere e leggere talune televisioni e certa carta stampata.

Oggi le mafie si sono modernizzate, sono diventate IMPRESA e sono costituite soprattutto dai “colletti bianchi”, professionisti, gente pulita, esponenti politici ed istituzionali talvolta.

Anche le imprese sospette sono “pulite”. Anche i capitali che investono sono “puliti”.

Occorrono, pertanto, fiuto, preparazione ed esperienza per risalire alla loro “origine”.

E non tutti i Magistrati ed i Comandanti delle forze di polizia hanno fatto esperienza in questo settore.

Il Lazio dispone del fior fiore della nostra intelligence e ci sono, quindi, Ufficiali e Funzionari con un’altissima preparazione e con esperienze nel campo.

Il discorso, pertanto, è solamente politico.

Se veramente i vertici nazionali dei Partiti, a cominciare dal PD che in questi giorni va parlando di “mafia”, molte volte a sproposito e con una genericità impressionante, si decidano a considerare la nostra Regione per quella che è _e, cioè, terra di mafia- ed intervengano sui Comandi Generali e sul Capo della Polizia per far nominare ai vertici provinciali persone esperte.

Se sulle scrivanie dei Procuratori non arrivano informative precise ed esaustive, cosa possono fare questi???