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Latina. Un’intervista del nuovo Questore De Matteis: ”Latina e gli affari criminali”

Il Corriere di Latina, Sabato 8 Novembre 2014

Latina e gli affari criminali: “Ma quale camorra, il core business è il cambio di destinazione d’uso”
“Milioni di metri cubi di cemento hanno trasformato Latina e Aprilia. I clan non sono il male peggiore, c’è la propensione ad accettare passivamente la corruzione. E non ho mai visto tanta sciatteria come nella vicenda dello stadio Francioni”

di Paolo Sarandrea
“Se mi consente, la verità sullo stadio Francioni e sull’ipotesi di spostamento del derby in altra sede gliela racconto io”. E’ poco più di una chiacchierata ma non pretende i taccuini chiusi, anzi. E poi su questa storia ammette di essere quanto meno contrariato (fa una smorfia e letteralmente dice: “sono nero”). Il questore di Latina, Giuseppe De Matteis, ha volutamente aspettato che le tensioni post gara venissero smaltite per affrontare nuovamente un tema così delicato come quello dello stadio. Perché la tribuna ospiti ancora sotto sequestro è un nervo scoperto, c’è poco da fare. E nessuno sa veramente se e quando potrà essere riaperta. “Io avevo avvisato tutti – ricorda il nuovo capo della Questura, arrivato a Latina tre mesi fa -, sia la proprietà che il Comune, e in tempi non sospetti, molto prima del derby. Ma qui ho trovato tanta di quella sciatteria che non immaginate, è questo che mi ha spinto a chiedere di spostare il derby”. Sciatteria? “Sì, certo. Per ripristinare le condizioni di sicurezza della tribuna, dopo il sequestro avvenuto in estate, il Comune e la società hanno fatto a scaricabarile per tutto il tempo. Il Latina Calcio dovrebbe provvedere alla manutenzione ordinaria, il Comune a quella straordinaria. Nessuno ha proceduto e si è arrivati al derby. Di certo non potevamo far finta di niente, quello di Latina è l’unico stadio in Italia, tra Serie A e Serie B, che non abbia un settore ospiti. Mica è normale”. E come finirà questa storia? A saperlo. “Non si stanno muovendo, nessuno si sta muovendo. Il problema finirà nuovamente sulle spalle delle forze dell’ordine con i problemi di ordine pubblico che si rinnoveranno tutte le volte che arriverà una tifoseria calda”. E infatti già martedì prossimo si svolgerà un altro incontro del Gos (il gruppo operativo sicurezza) per affrontare le problematiche in vista dell’incontro del 16 novembre tra Latina e Lanciano.

I COLLETTI BIANCHI Pochi mesi a Latina, ma già un indirizzo preciso sul lavoro degli uffici. “Secondo me questa è una città che vive da anni una eccessiva euforia repressiva in tema di infiltrazioni della malavita organizzata. C’è una straordinaria tendenza a vedere fenomeni come racket e usura ma nessuna sensibilità verso il malaffare dei colletti bianchi”. E’ questo dunque, il sistema che proverà a scardinare. “Reati come la corruzione, la concussione, la truffa aggravata ai danni delle pubbliche amministrazioni, mi sembra di aver capito che in questa provincia troppo spesso vengono considerati come di secondo piano, meno importanti rispetto alla criminalità di stampo mafioso. Certo, c’è un fenomeno di infiltrazioni nel Basso Lazio che si è sedimentato nel tempo ed al quale bisogna comunque dare risposte. Ma non è con l’arresto del latitante che sta a Gaeta o a Sperlonga che si è inferto un duro colpo alla camorra. Il latitante è già un cervello non più organico al clan, è menomato, e poi a dirla tutta anche la storia dei cento latitanti più pericolosi è un’invenzione…”

LE BUGIE DI SCHIAVONE Una visione più ampia delle dinamiche di un territorio, allora, e un filo logico per collegarle. “Come investigatori dobbiamo cercare i fatti. E se i fatti vengono posti in essere da persone che non sono brutte, sporche e cattive come i camorristi non vuol dire che siano meno rilevanti. Anzi forse di più. Un pubblico amministratore se tiene una condotta illecita è più deprecabile di uno spacciatore o di un trafficante, perché tradisce anche la fiducia che gli è stata accordata”. Tanto più in un territorio come questo, in cui davvero la malavita organizzata potrebbe nascondersi ovunque. “Io credo di no. Non bisogna cercare la camorra anche dove non c’è. A Borgo Montello, nell’inchiesta che abbiamo condotto sui fondi sottratti per la bonifica, da quello che è emerso abbiamo capito che non ci sono interessi camorristici, ma anche che si sono fatti altrettanto gravi. Però l’opinione pubblica fa scivolare tutto in secondo piano. E poi francamente rimango allibito quando ancora oggi si dà credito a un personaggio come Carmine Schiavone”. E spiega perché. “Ero questore a Frosinone. Dopo quella famosa intervista rilasciata a Sky, esattamente tre giorni dopo, io l’ho interrogato insieme al procuratore della dda di Napoli Antonello Ardituro e al capo della procura di Frosinone Giuseppe De Falco. Cercavamo riscontri sui fatti menzionati che riguardavano la Ciociaria. Ma è stato evidente, abbiamo capito che molte di quelle cose che aveva detto non erano veritiere oppure non erano riscontrabili”

L’URBANISTICA, IL CUORE DEL SISTEMA E’ questo il punto, non bisogna cercare la camorra anche dove non c’è. “Mi creda, qui le cose peggiori non le ha fatte la camorra. Il vero core business a Latina è il cambio di destinazione d’uso. In questa città bisogna fare un lavoro serio di indagine, investire risorse per capire cosa è successo in questi anni. Quindi niente droga, niente omicidi, niente estorsioni: solo colletti bianchi. I fatti degli ultimi anni lo stanno a testimoniare. Mi raccontano dei villini sequestrati a Sabaudia, la storia dell’hotel di un signore che faceva l’amministratore pubblico, terreni agricoli che miracolosamente diventano edificabili. Veramente, è una cosa che non capisco. Nell’opinione pubblica rimane una straordinaria attenzione verso reati tipici del casertano e tutto il resto viene accettato passivamente come fosse dovuto. Penso all’urbanistica, certo. Qualche tempo fa mi hanno mostrato le immagini sovrapposte di Latina e di Aprilia, di quindici anni fa e di come sono oggi. Ci sono milioni, dico milioni di metri cubi di cemento in più”.

LA VERITA’ SCOMODA Certo fa effetto. In questi giorni poi nel capoluogo le suggestioni si rincorrono dietro alle notizie che trapelano, sia dalla Procura che dalle forze di polizia. Le inchieste sullo stadio, sulla variante Malvaso, sulla gestione del verde, sulla piscina comunale. L’attico acquistato dal sindaco in tempi sospetti. E un clima di veleni che attraversa la politica, in ballo ci sono le dimissioni del primo cittadino. “Mi sembra che il tempo dei dispetti sia iniziato da tempo”. La chiacchierata è finita, l’intervista che ne verrà fuori anche. Nel chiudere il taccuino restano in ordine sparso parole sottolineate: cambi di destinazione, Latina, Aprilia, rifiuti, urbanistica, colletti bianchi. E il congedo è più di una promessa. “Mi creda – dice – il vero volto di questa provincia è facile da individuare ma difficile da accettare”.