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Latina – L’ultimo rapporto della Dia: «Presenza stabile dei clan»

.QUESTA RELAZIONE,PUR PUBBLICATA  ORA,SI RIFERISCE ALLA SITUAZIONE FOTOGRAFATA NEI PRIMI MESI DELL’ANNO SCORSO. LA MAFIA NON STA FERMA ED IN UN ANNO INVESTE ALTRE MONTAGNE DI SOLDI.SI PRESUME,QUINDI,CHE ALMENO  IN PROVINCIA DI LATINA,DOVE  DI INDAGINI SE NE FANNO POCHE O NIENTE SUL VERSANTE DELLA PROVENIENZA DEI CAPITALI,COME  D’ALTRONDE IMPLICITAMENTE HA AMMESSO L’EX PREFETTO IN COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA,LA SITUAZIONE SIA DI GRAN LUNGA PEGGIORE.

L’ultimo rapporto della Dia: «Presenza stabile dei clan»

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7 febbraio 2018

Conferme e qualche approfondimento per fatti recenti: la presenza dei clan in provincia di Latina occupa un lungo capitolo delle diramazioni della camorra campana nelle altre Regioni e in genere nel Lazio nella relazione della Direzione Nazionale Antimafia consegnata due giorni fa in Parlamento e riferita al primo semestre del 2017.

«Permangono immutati gli assetti criminali – si legge nel rapporto – e la considerazione che la camorra trovi, nel territorio laziale – in primis a Roma, nel suo hinterland e sul litorale, nel sud pontino e nel frusinate – il terreno ideale per riciclare denaro e farvi confluire ingenti quantità di stupefacenti. Gli ambiti maggiormente interessati da tali infiltrazioni si individuano nella gestione di esercizi commerciali, anche del centro storico della Capitale, nel mercato immobiliare, servizi finanziari e di intermediazione, gestione di sale giochi, appalti pubblici ed edilizia, nonché da ultimo lo smaltimento di rifiuti. Si tratta di attività per la realizzazione delle quali si rivela determinante la rete di relazioni con professionisti, operatori economici, esponenti delle pubbliche amministrazioni e del mondo della finanza».

La relazione fonda sulle indagini più recenti e relative operazioni giudiziarie. Infatti viene sottolineato come «i riscontri investigativi attestano, sempre più frequentemente, l’operatività di cartelli compositi, di cui fanno parte affiliati a clan di camorra, a cosche calabresi ed a sodalizi autoctoni, attivi nelle estorsioni, nell’usura, nel traffico di sostanze stupefacenti, nella ricettazione e nel riciclaggio».

La Redazione

fonte:http://www.latinaoggi.eu