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Latina -Le mani dei clan mafiosi sull’economia del territorio

Urbanistica, traffico di rifiuti e caporalato: i nuovi interessi dei clan secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti

La Redazione

17/09/2023 09:35

«Gli interessi delle organizzazioni criminali nella Regione Lazio risultano agevolati dalla persistente crisi economica che continua ad accentuare il divario fra le attività di un tessuto imprenditoriale sano alla ricerca di una lenta ripresa e quelle avviate, o comunque incentivate, con il supporto delle ampie riserve di liquidità delle consorterie criminali». Inizia così la relazione semestrale della direzione investigativa antimafia al Parlamento, nella parte relativa alla Regione Lazio. «Le realtà criminali autoctone anche in provincia di Latina e nel basso Lazio hanno dimostrato nel tempo la capacità di determinare le condizioni di assoggettamento e omertà al pari delle organizzazioni tradizionali più note e meglio strutturate» continua il report che di fatto conferma come nel territorio pontino ci siano enormi appetiti criminali e che le infiltrazioni anche col tessuto economico locale siano sempre da seguire con la massima attenzione.

«I sodalizi Ciarelli, Travali e Di Silvio – si legge nella relazione – mantengono la loro influenza sul tessuto economico e sociale del territorio. e hanno contribuito a creare un clima di diffusa omertà del tutto equiparabile a quello ingenerato dalle mafie tradizionali nei territori di origine, con possibili ripercussioni, dirette o indirette, anche nel tessuto socio-economico e amministrativo». La relazione fa poi riferimento alla presenza costante in provincia di Latina di numerose famiglie vicine a clan della Camorra e della ‘ndrangheta. «I Moccia, Casalesi, Bardellino, Mallardo, Gagliardi-Fragnoli, Ricci, Di Lauro, Polverino, nonché di formazioni di matrice ‘ndranghetista quali i Tripodo-Romeo, La Rosa, Bellocco, Alvaro, Commisso, Madaffari e Gallace, non di rado in strategica collaborazione con i locali gruppi delinquenziali», si legge nella relazione.

Appetiti criminali che arrivano dunque non solo da clan autoctoni, ma anche da esterni, che qui hanno affari ben avviati in diversi settori, secondo i dati in possesso della Dia, confermati dalle numerose operazioni portate a termine negli anni recenti.
Il traffico di stupefacenti resta la più redditizia delle attività illecite, i profitti dei gruppi sono riconducibili a estorsioni, usura, riciclaggio, indebite ingerenze nel settore dei rifiuti con frequente ricorso agli sversamenti abusivi, lottizzazioni abusive o comunque opere di trasformazione urbanistica non autorizzate, agromafie e caporalato.  Nella relazione della Dia vengono ricordate infatti le numerose operazioni di polizia messe a segno nel 2022, che vanno appunto dalle indagini contro il traffico illecito di rifiuti fino a quelle legate all’urbanistica senza dimenticare le agromafie e il caporalato.

Fonte:https://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/213557/le-mani-dei-clan-mafiosi-sulleconomia-del-territorio