inserito da Salvatore Caccaviello
Imposimato, Esposito, Calò, Giarrusso e Lannutti in campo a Frosinone per l’incontro pubblico organizzato dall’Associazione
Frosinone – In una sala della Villa Comunale letteralmente gremita ieri sera si è tenuto l’incontro pubblico fra le punte avanzate dell’antimafia nel Paese e i cittadini di un territorio tra i più segnati negli ultimi anni dall’avanzata della criminalità organizzata di stampo camorristico. Un tema forte, questo, che ha segnato l’inizio del lavori riecheggiando poi durante tutta la manifestazione nei diversi, interessantissimi interventi. Lo ha lanciato per primo il segretario nazionale della Caponnetto, Elvio Di Cesare, nel saluto di apertura: «da tempo chiediamo una riforma – ha detto il segretario, rivolto in particolare al componente della Commissione Parlamentare Antimafia Michele Giarrusso – che possa istituire nuclei specializzati delle DDA anche nelle Procure più piccole, perché è proprio qui che spesso ci si trova impreparati a fronteggiare le mafie ed è qui che le mafie conquistano sempre nuovi spazi di predominio».
Una difficoltà in più, questa, per i sindaci dei comuni laziali come Arturo Gnesi, primo cittadino di Pastena, che ha spiegato come ogni giorno sia necessario attrezzarsi per impedire la penetrazione di mafie e corruzioni nella macchina amministrativa comunale.
Il vicesegretario della Caponnetto Andrea Cinquegrani, direttore della Voce delle Voci, ha ripreso il tema di fondo ricordando i ritardi della giustizia di fronte alla corruzione, a partire dalle inchieste di queste ore sui grandi appalti, basate su notizie e personaggi di cui la Voce si era diffusamente occupata fin da inizio anni 2000. Ma di quei personaggi – ha aggiunto Cinquegrani – veniva documentata l’attività delinquenziale anche nel libro di Imposimato “Corruzione ad Alta velocità”. Un allarme inascoltato di quasi vent’anni fa.
E’ partito da qui il presidente emerito di Cassazione Ferdinando Imposimato, ricordando quel 1995 in cui si trovò isolato, da componente della Commissione Parlamentare Antimafia, nel documentare gli scempi dell’Alta Velocità, che fin da allora alimentava fiumi miliardari di corruzione e di mafia. Una legislatura che fu chiusa anticipatamente forse proprio per impedire che quella possente denuncia andasse avanti. Tutto insabbiato. «Ed è così – ha aggiunto Imposimato – che siano arrivati oggi a pagare alla corruzione l’odiosa “tassa” da 70 miliardi di euro l’anno. Ed è così che sono state varate leggi fatte apposta per favorire gli abusi».
Un j’accuse ripreso dal presidente della Seconda Sezione Penale di Cassazione Antonio Esposito, autore della ormai famosa condanna di Silvio Berlusconi, nonché presidente onorario della Caponnetto. A fronte di nuove norme, quali il 416 ter, che ostacolano di fatto l’accertamento del voto di scambio, ha osservato il presidente Esposito, vanno registrate però alcune pronunce della Suprema Corte, che ha individuato in certe particolari circostanze il ruolo della cosiddetta “borghesia mafiosa” come partecipe a pieno titolo della stabile organizzazione criminale, e non più solo in quanto concorso esterno. – Una puntuale ed approfondita panoramica sull’attività della DDA di Roma in tutto il Lazio è stata resa dal pubblico ministero della capitale Ilaria Calò, giunta al convegno dopo aver accolto l’invito del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. «L’attenzione sul territorio – ha detto la dottoressa Calò – è massima, le indagini sono molto estese». Il magistrato ha poi fatto riferimento ad alcune sentenze già passate in giudicato o pronunciate in primo grado a carico di organizzazioni malavitose laziali, soffermandosi anche alla Relazione 2015 della Procura Nazionale Antimafia e sottolineando come fra le nuove cosche locali d’importazione esista un rapporto paritario con le organizzazioni “madri” (Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra), attraverso il sostegno reciproco. Altro punto forte toccato dalla pm, l’estensione delle norme sul metodo mafioso ai nuovi clan laziali, che in tal modo sono stati più efficacemente individuati e contrastati. – Di forte impatto, poi, l’appassionata relazione di Michele Giarrusso. «E’ inutile colpire le prime linee mafiose – ha tuonato il parlamentare Cinque Stelle – perché queste vengono rapidamente sostituite. Anzi, simili operazioni rappresentano la potatura di un albero – ha aggiunto ricorrendo ad un’efficace metafora – e perciò servono a rafforzarlo. Bisogna avere la forza, il coraggio e le capacità per andare ad uno sradicamento delle malepiante mafiose, falcidiare non le prime linee, ma le retrovie, la politica collusa, quella che ha ucciso Giovanni Falcone».
«Si stima – ha concluso in crescendo Giarrusso – che 110 milioni di euro di denaro riciclato passino ogni anno nelle casse delle banche. Vogliamo dire che le banche tutto questo non lo sanno? O dobbiamo concludere che il nostro Paese corre seriamente il rischio di ritrovarsi sotto un governo criminale?». – Concorda, nell’intervento che ha concluso i lavori, l’ex senatore e presidente dell’Adusbef Elio Lannutti. Giornalista, fondatore dello storico settimanale Avvenimenti, Lannutti ha ripreso il tema lanciato da Cinquegrani ricordando come dalle due testate, La Voce della Campania ed Avvenimenti, venivano lanciate oltre vent’anni fa documentate denunce su quanto solo oggi viene alla luce. E come entrambi questi battaglieri organi di stampa abbiano subito ogni genere di persecuzione. «Ma la battaglia – ha sottolineato Lannutti – non è finita, e lo dimostra il fatto che oggi siamo qui insieme alla Caponnetto».
Un grazie speciale dell’associazione intitolata al grande magistrato siciliano è andata infine ai giovani e coraggiosi esponenti di “Ci vediamo in Provincia” che, attraverso Ilaria Calò ed altri, hanno spiegato come risiedano nell’amore per la loro terra le ragioni di un impegno capace di portare a Frosinone un incontro pubblico di grande respiro come quello di ieri.
«A Frosinone torneremo presto – ha sottolineato nel salutare il pubblico la giornalista Rita Pennarola, volontaria della Caponnetto, che ha condotto l’incontro – perché la calorosa partecipazione di questa sera ha impresso a tutti noi che siamo qui il coraggio di andare avanti, senza paura». Un grazie della Pennarola è andato a Julie Italia, l’emittente campana che ha preso parte all’incontro e trasmetterà sull’evento di Frosinone uno Speciale televisivo in onda nei prossimi giorni.