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L’ascesa di Fuda alla carica di sindaco di Siderno dettata dalla cosca Commisso

L’ascesa di Fuda alla carica di sindaco di Siderno dettata dalla cosca Commisso

di Claudio Cordova – Centrodestra, in Forza Italia, poi centrosinistra, con partitini come il Centro Democratico, politico regionale, senatore, sindaco di Siderno, ritenuto vicino agli ambienti massonici e al presunto capo della componente occulta della ‘ndrangheta, Paolo Romeo. Questo e molto altro ancora sarebbe Pietro Fuda, oggi non più primo cittadino di Siderno, ma accusato dalla Dda di Reggio Calabria di concorso esterno in associazione mafiosa.

Tra gli elementi raccolti sul conto di Fuda, anche quanto già emerso nel corso del procedimento “Gotha”, che vede alla sbarra la masso-‘ndrangheta reggina.

Leggi qui:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/115503-ecco-la-parte-segreta-della-ndrangheta-mani-su-politici-elezioni-e-istituzioni

http://ildispaccio.it/dossier/108555-fata-morgana-il-legame-tra-gli-avvocati-paolo-romeo-e-antonio-marra

http://ildispaccio.it/dossier/108557-paolo-romeo-e-i-riferimenti-alla-massoneria 

Le carte messe insieme dal pm Antonio De Bernardo (oggi in forza alla procura di Catanzaro) abbracciano a 360 gradi la figura di Fuda. Secondo le indagini, l’ascesa di Fuda alla carica di sindaco di Siderno sarebbe stata dettata dalla potente cosca Commisso che, come documentano numerose inchieste del passato, ha sempre “scelto” i sindaci del centro della Locride: e nel 2015, Fuda viene eletto sindaco con l’83% dei voti (leggi qui il profilo tracciato dal Dispaccio in quelle settimane). La candidatura di Fuda quale rappresentate di un coalizione di sinistra, sostenuta dal Partito Democratico, era giunta a seguito della rinuncia del medico Pier Domenico Mammì. Quest’ultimo, a seguito di un episodio di minacce ricevute da parte di ignoti, aveva irrevocabilmente desistito nel proporsi a prendere parte alla competizione elettorale, lasciando di fatto il via libera a Fuda alla candidatura di primo cittadino di Siderno, sostenuto dallo stesso Partito Democratico.

Un primo, inequivocabile, segnale dell’appoggio dei Commisso all’elezione di Fuda arriverebbe dal sostegno del clan di votare per Giuseppe Figliomeni, della lista del Centro Democratico, a sostegno proprio di Fuda. Le dinamiche politiche, a Siderno e un po’ in tutta la Calabria, si incrociano spesso con quelle criminali: e così, alla carica di presidente del consiglio comunale, viene designato Paolo Fragomeni (legato da vincoli di parentela ai Commisso), preferito a Maria Teresa Fragomeni, in quel periodo responsabile del Partito Democratico e oggi assessore regionale, sponsorizzata da Sebi Romeo.

Una scelta che provocherà la spaccatura con il Pd.

L’Amministrazione Fuda, però, va a avanti. E lo fa barcamenandosi tra tanti interessi in svariati ambiti. Cruciale, quello dei rifiuti. Emblematica una conversazione in cui il sindaco, parlando con il suo vice, Anna Romeo, è netto, a causa della “delicatezza” della questione che lo portava non svelare tali ulteriori scenari certamente possibilmente riconducibili ad ingerenze criminali all’interno dell’Amministrazione comunale, temendo che, venuti a conoscenza della vice Sindaco, avrebbero potuto determinare nella donna uno stato di comprensibile paura e portarla a manifestare pubblicamente la questione: “Niente, Anna fermati, non ti posso dire di più” I perché se tu vai, non ti posso dire di più, perché ti ho detto, chiudi la questione, lascia stare la situazione”.

Atttraverso una serie di conversazioni intercettate (soprattutto nell’ufficio, dove il sindaco si sentiva più al sicuro), gli inquirenti sono convinti di avere gravi elementi per dimostrare come Fuda abbia favorito e agevolato l’attività della ‘ndrangheta sidernese.

In una di queste conversazioni, Fuda dialoga con l’architetto Nicola Tucci, del 5° Settore

“politiche del territorio” del Comune di Siderno. I due si confrontano sull’eventuale modifica all’area della zona industriale di Siderno, ubicata in zona Pantanizzi. In modo particolare, Fuda chiede al tecnico di individuare, in quella stessa area, una alternativa alla già esistente rete stradale per consentire l’accesso ai camion, senza però arrecare danni ad altre strutture industriali ivi esistenti, cosa questa che, semmai si fosse verificata, avrebbe recato un grave danno alla sua figura di Sindaco. Tucci suggerisce che poteva essere presa in considerazione l’ipotesi di spostare alcune aziende già esistente nella zona industriale in una nuova area.

E così, Fuda deve essere esplicito.

Senza mezze misure, attraverso una frase a dir poco eloquente e carica di significato, invitando prima Tucci a sedersi, quasi per permettergli di fargli recepire al meglio quanto di così delicato e riservato gli stava per dirgli, lo informava che, di fatto, chiunque sedesse sulla sedia del Sindaco, in questo caso egli stesso, doveva necessariamente avere la copertura della ‘ndrangheta, e che semmai fosse stato commesso un errore, ovviamente nei confronti degli interessi di tale associazione criminale, di fatto si era una persona rovinata: “…ora ti do, ora ti do una notizia di questa, siediti un minuto, guarda qua, qua ognuno che si siede, …dove c’è la copertura della

‘ndrangheta, mi spiego, perché se tu sbagli casello sei rovinato…”. La rovina a cui Fuda si riferisce era anche la morte della persona, tant’è che egli come paragone eloquente a ciò, ovviamente per farlo bene recepire “all’ingenuo” collaboratore, portava la circostanza di quanto accaduto al giovane Gianluca Congiusta che era stato assassinato per mano della ‘ndrangheta: “Chiaro! Perché la morte di coso, la morte di quel povero disgraziato del figlio di Congiusta è causa di una cosa, né la Magistratura o la Polizia, che possono sapere, ti coprono un cazzo, quindi, quando tu mi sposti da qua a qua, significa…”.

Tante le contestazioni che gli inquirenti muovono a Fuda.

Avrebbe tentato di favorire un affiliato alla ‘ndrangheta di Siderno, nell’ambito dei lavori di urbanizzazione secondaria e verde attrezzato a Siderno Superiore, nel quartiere “Cavone”, per un importo complessivo pari a quasi 400.000 euro, attraverso la fornitura (in seguito non avvenuta) delle “pietre di Canolo”. Nell’affrontare il problema del randagismo, si sarebbe dimostrato disponibile alla proposta del veterinario di Sidern, Michele Lizzi,, il quale suggeriva al Sindaco di poter ottenere in gestione – a seguito di un bando pubblico che prevedesse alcuni requisiti, fra cui quello di essere un veterinario – una parte dei terreni ubicati nella contrada “Ferraro” di Siderno, già confiscati a Carmelo Mià (uomo forte della ‘ndrangheta sidernese) per impiantarvi un canile autorizzato dal Comune, avallando così una manovra probabilmente finalizzata a far rimanere nella disponibilità della stessa famiglia di Muià un bene immobile oggetto di confisca. Ma anche l’intercessione per ritardare l’emissione di una interdittiva nei confronto di un imprenditore imputato in processo su ‘ndrangheta e appalti.

 

Fonte:http://www.ildispaccio.it/