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L’Antimafia: troppi candidati inquisiti. “Nessun partito rispetta il codice etico”

La denuncia della Commissione. Alle amministrative 45 con pendenze penali, 10 sono stati eletti

Il codice etico approvato all´unanimità da tutti i partiti non è stato rispettato (ad eccezione dell´Idv e di Sel) da quasi nessun partito alle ultime elezioni amministrative dell´aprile scorso. La Commissione parlamentare antimafia ha accertato che i candidati risultati con pendenze penali (denunce, condanne non definitive o sentenze passante in giudicato), sono risultati 45. Di questi solo dieci sono stati eletti (ma uno è stato revocato e un altro è in corso di verifica). I candidati espressione di partiti nazionali sono risultati 14: di questi 2 sono del Pdl, 2 dell´Mpa, 2 dei “Socialisti uniti”, due del Pd, 2 dell´Udc, uno dell´Api, uno del “Partito dell´alternativa comunista” e uno di Rifondazione comunista.
I restanti “impresentabili” sono stati candidati da liste civiche, nel 46 per cento dei casi apparentate con il centrodestra. In 4 casi la Commissione ha accertato reati per associazione di stampo mafioso, in uno per traffico di stupefacenti, in 29 di estorsione, in 5 di usura, in 3 di riciclaggio e in 3 di misure di prevenzione. Le regioni interessate sono solo quelle del Centro-sud: 10 in Puglia, 9 in Campania, 8 in Calabria, 5 in Lazio, 3 in Basilicata e 2 in Abruzzo. Fra i nomi filtrati dal riserbo della Commissione, quello di Nicola Sconza, Udc, diventato assessore a Ponte Cagnano con il sindaco del Pdl (Sica) che aveva allestito il dossier contro il governatore della Campania Caldoro. Quando si sono accorti che aveva problemi con la giustizia, è stato rimosso da assessore e gli è stato affidato un incarico regionale.
A Fondi, in provincia di Latina (l´unico comune d´Italia che non è stato sciolto dall´attuale governo Berlusconi per infiltrazioni mafiose nonostante la richiesta del ministro dell´Interno Maroni), tre candidati sono risultati “impresentabili”, due in liste che appoggiavano l´attuale sindaco, “Uniti per Fondi” e “Io sì”. In Puglia, ad Andria, figura un candidato del Pdl nella lista del sindaco Nicola Giorgino. In Calabria, a Vibo Valentia c´è un candidato del Pd che non rispettava il codice di autoregolamentazione. A Caivano, nel Napoletano, compaiono due “impresentabili” in due liste opposte, una in “Caivano futura” e l´altro (all´epoca nell´Mpa) che appoggiava l´altro sindaco. Vicino a Roma, infine, ad Artena è stato individuato un candidato con problemi di giustizia nella lista di centrodestra, poi sconfitta, “Per Artena”.

(Tratto da Diritti Globali)