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L’Antimafia pubblica audizione Falcone: ”Con delitto Mattarella si potrebbero riscrivere vicende passate del Paese”

L’Antimafia pubblica audizione Falcone: ”Con delitto Mattarella si potrebbero riscrivere vicende passate del Paese”

Il giudice parlava di “pista nera” e mafiosa dietro alla morte dell’ex presidente della regione Sicilia

24 Dicembre 2019

di AMDuemila

Prosegue il delicato e complesso lavoro di desecretazione della Commissione Parlamentare Antimafia. Dopo la pubblicazione nel luglio scorso degli atti e dei documenti audio relativi agli interventi di Paolo Borsellino sono stati resi noti anche alcuni dell’amico e collega Giovanni Falcone. In particolare è stata desecretata l’audizione del giudice e del pool antimafia tenutasi davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia (X Legislatura) in missione nella città di Palermo il 3 novembre 1988. In quell’occasione Falcone parlò dell’assassinio del presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980. L’indagine “è estremamente complessa – affermava Falcone – perché si tratta di capire se e in quale misura ‘la pista nera’ sia alternativa rispetto a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa. Il che potrebbe significare altre saldature e soprattutto la necessità di rifare la storia di certe vicende del nostro paese, anche da tempi assai lontani”. Su questa linea qualche giorno fa L’Espresso ha pubblicato un’inchiesta proprio sul delitto Mattarella nella quale si avanzano ipotesi concrete sul filo nero del terrorismo di estrema destra che probabilmente collegherebbe l’assassinio del fratello dell’attuale presidente della Repubblica con quello del magistrato Mario Amato, ucciso a Roma il 23 giugno dello stesso anno per mano dei militanti dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar).

Sulle possibili connessioni tra Cosa nostra e neofascisti, Falcone nel 1988 ricordava che “i collegamenti risalgono a certi passaggi del golpe Borghese, in cui sicuramente era coinvolta la mafia siciliana. E ci sono inoltre collegamenti con la presenza di Sindona, il bancarottiere legato alla mafia che nei mesi precedenti all’assassinio del presidente della Regione si trovava clandestinamente in Sicilia, a stretto contatto con i boss della Cupola. “Questi elementi comportano la necessità di un’indagine molto approfondita che peraltro stiano svolgendo, e che prevediamo non si possa esaurire in tempi brevi, concluse Falcone.
Nel corso dell’audizione il giudice però venne sentito anche su altri temi in quanto la missione dell’Antimafia serviva a fare il punto sullo stato dell’arte del contrasto a Cosa Nostra dopo la sentenza di primo grado del maxi processo di Palermo. Falcone fornì risposte sull’analisi del significato criminale della cosiddetta “seconda guerra di mafia”, sulla fondamentale importanza di introdurre nell’ordinamento italiano una disciplina di protezione dei testimoni di giustizia, sull’idea di spostare il tema delle indagini in materia di criminalità organizzata nell’orbita della cooperazione internazionale. “
La cooperazione internazionale in tema di indagini bancarie dovrebbe essere effettiva perché tutti i paesi a parole sono pronti a recepire la cooperazione internazionale, ma: spesso le regolamentazioni interne rendono eccessivamente lunga e perigliosa la cooperazione stessa, per cui il risultato è sempre il medesimo“, sottolineava Falcone. “Si è chiesto poi dello stato attuale delle indagini e delle nostre conoscenze sul fenomeno mafioso – aggiungeva Falcone davanti all’Antimafia – sentiamo da più parti affermare che la mafia in quanto tale non esiste più, che si tratterebbe soltanto di bande criminali. Ebbene, sappiamo per certo – ogni giorno ne siamo più convinti – che uno degli effetti della maggiore incisività dell’indagine giudiziaria è stata una maggiore compattazione di ‘cosa nostra’, l’organizzazione mafiosa per eccellenza“.
A seguito della pubblicazione dell’estratto il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia
Nicola Morra ha voluto “ringraziare tutti i commissari, i magistrati, i funzionari e i militari della Guardia di Finanza dell’archivio che hanno lavorato con totale abnegazione”, promettendo che il lavoro di apertura degli archivi andrà avanti.

fonte:http://www.antimafiaduemila.com/