Cerca

L’Antimafia nazionale riunita a Napoli dall’Ass. Caponnetto nel ventiduesimo anniversario dalla strage di Capaci

Si è tenuto venerdì 23 maggio a Napoli, presso il palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto Italiano per gli studi Filosofici, il convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Antimafia Antonino Caponnetto, dal titolo ‘Mafie politiche, economiche, istituzionali – Intelligence, contrasto e nuova gestione dei beni confiscati”, onde dare ai cittadini la possibilità di confrontarsi sulla questione con magistrati, avvocati e giornalisti. L’obiettivo è rafforzare il senso di responsabilità dei cittadini e favorire la partecipazione collettiva al contrasto delle mafie. All’evento, hanno preso parte parte Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia; Luigi Gay, Procuratore capo di Potenza; Amedeo Ghionni, Presidente del Tribunale di Cassino; Cesare Sirignano, Direzione Distrettuale Antimafia partenopea; Giuseppe Linares, Capocentro Direzione investigativa antimafia di Napoli. Con loro, il presidente della camera penale di Napoli, Domenico Ciruzzi; Antonio Marfell, Medici per l’ambiente, Andrea Cinquegrani direttore La Voce delle Voci. Coordinato dalla Giornalista Rita Pennarola. Al convegno ha partecipato una Delegazione della Sezione Penisola Sorrentina dell’ Associazione Caponnetto con Rosario Fiorentino in rappresentanza dei Vas, l’ Avv. Patrizia Acampora ed il segretario territoriale Salvatore Caccaviello.

Napoli – L’annuncio è stato dato dal segretario nazionale Elvio Di Cesare: l’Associazione Antimafia Caponnetto, rappresentata dall’avvocato Alfredo Galasso, ha ottenuto l’ammissione tra le parti civili costituitesi a Caltanissetta nel processo Falcone bis contro mandanti ed esecutori della strage di Capaci. Una data simbolo, quella del 23 maggio, che l’Associazione ha celebrato con un incontro pubblico a Napoli, cui hanno preso parte alcuni tra i massimi rappresentanti degli organismi investigativi impegnati nel contrasto al crimine organizzato. Primo fra tutti il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, giunto direttamente da Palermo nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, sede del convegno.
Sulla grande lezione di Giovanni Falcone ha aperto i lavori il Procuratore Roberti, esaminando alcuni fra i principali ostacoli ancora di frappongono verso la definitiva attuazione di quel principio indicato dallo stesso Falcone, secondo cui “la mafia è un fenomeno umano e, in quanto tale, ha avuto un inizio e avrà anche una fine”. Ma la forte spinta nel segno della globalizzazione – ha spiegato Roberti –ha impresso alla criminalità organizzata mezzi, uomini e strumenti che la giustizia a livello internazionale non è oggi del tutto attrezzata ad affrontare. Mancano ancora, insomma, logiche di piena cooperazione fra gli organismi inquirenti sul piano globale, che vanno dunque fortemente richieste ed attivate ai tavoli della concertazione legislativa su scala planetaria. Una attenzione particolare del Procuratore Nazionale Antimafia è stata infatti rivolta alle transazioni commerciali illecite sul web, che coinvolgono ogni giorno fiumi di denaro e si svolgono quasi sempre attraverso server custoditi nei cosiddetti “paradisi fiscali”, dove la giustizia italiana molto spesso va ad impattare con gli ostacoli delle legislazioni locali, in mancanza della auspicata programmazione unitaria.
Roberti, rimasto fino al termine dei lavori, ha poi ascoltato con viva attenzione il susseguirsi delle altre relazioni, tutte di primissimo piano, a cominciare da quella del Procuratore Capo di Potenza Luigi Gay, il quale ha inteso soffermarsi su vantaggi e limiti delle misure di prevenzione quale strumento primario di contrasto all’accumulo dei capitali illeciti, con un’ampia panoramica anche sull’Agenzia per i beni confiscati e le numerose problematiche che attualmente impediscono la piena attuazione della sua mission, a cominciare dal recente taglio di uomini e mezzi.
Il tema forte del “negazionismo delle mafie” da parte delle istituzioni, lanciato in apertura da Elvio Di Cesare, ha dominato la scena in più interventi, anche in quello del Presidente del Tribunale di Cassino, Amedeo Ghionni, il quale ha commentato le recenti cronache giudiziarie milanesi che hanno riportato alla luce la mancanza di controlli preventivi, tale da riproporre gli stessi protagonisti della tangentopoli di vent’anni fa, ancora oggi all’opera. «Non condivido – ha detto il presidente Ghionni – l’immagine del magistrato eroe o guerriero in lotta coi poteri criminali, perché la nostra azione deve essere quella della corretta applicazione delle leggi. Poi la politica e gli altri attori della scena civile devono, naturalmente, fare la loro parte».
Qui si è aperto perciò un altro tema forte: quello della reale volontà di un contrasto efficace da parte dell’intero contesto sociale. Tema forte ripreso e rilanciato da Cesare Sirignano, Sostituto Procuratore della Dda partenopea, che ha reso il quadro con un esempio di grande efficacia: sgominato un traffico illecito proveniente dalla Cina, si è dovuto misurare con la legislazione interna di quel Paese, che non ha consentito di procedere in loco con le misure richieste per gli artefici dei reati su scala internazionale.
Sui temi del “negazionismo” e della reale volontà di vincere definitivamente la lotta alle mafie, efficacissimo anche l’intervento del Capocentro Dia a Napoli Giuseppe Linares, che ha esordito con le parole di Don Luigi Ciotti sulla “necessità di ricordarci di ricordare ogni anno l’anniversario del 23 maggio”. Esiste una reale volontà di contrasto – dobbiamo allora chiederci, seguendo le parole del dottor Linares – in un Paese dove non è mai pienamente entrata in funzione la Banca dati antimafia, col risultato che un’impresa colpita da interdittiva in una città, continua tranquillamente a lavorare in un’altra, per mancanza di incrocio delle basilari informazioni?
Temi caldissimi, come si vede, che hanno acceso gli animi nel vasto pubblico, fra cui spiccavano il comandante della Scuola Militare Nunziatella con un drappello di giovani ed attentissimi allievi. Forti sono risuonati, allora i successivi interventi: quello del Presidente della Camera Penale di Napoli, Domenico Ciruzzi, sul ruolo dell’informazione e sulla necessità di ridurre il carico dei processi penali, riportandolo nell’alveo originario del reati gravissimi; e ancora le altisonanti parole pronunciate da Antonio Marfella dei Medici per l’Ambiente, il quale ha ricordato come i più elevati fatturati si registrino oggi sull’industria del cancro, favorita dal business dei rifiuti, e su quella delle tossicodipendenze, piaghe impossibili da battere per l’enorme giro d’affari ad esse collegato.
Appello condiviso dai Verdi Ambiente e Società, rappresentati a Palazzo Serra di Cassano da Rosario Fiorentino e dalla Delegazione Sorrentina della Associazione Caponnetto con il segretario territoriale Salvatore Caccaviello, mentre l’informazione negata è stata presente in carne ed ossa attraverso i giornalisti della Voce delle Voci, il cui direttore, Andrea Cinquegrani, ha diffuso la risposta appena pervenuta dal Quirinale sulla paradossale vicenda giudiziaria partita con una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale civile di Sulmona, che ha interrotto dopo trent’anni di storia le pubblicazioni del giornale. «Il capo dello Stato – ha fatto sapere Cinquegrani – ha accolto il nostro appello e ci comunica di averlo trasmesso al Consiglio Superiore della Magistratura, che dovrà valutare gli opportuni provvedimenti».
I giovani, cui sono state rivolte le parole di speranza da parte di tutti i relatori, hanno fatto sentire la loro voce attraverso Amedeo Zeni, allievo del grande sociologo scomparso due anni fa, Amato Lamberti. Alla presenza della moglie, Roselena Glielmo Lamberti, Amedeo Zeni ha ricordato in conclusione la grande lezione antimafia del sociologo, che seppe trasferire il suo alto esempio morale anche da presidente della Provincia di Napoli per due legislature.

(Tratto da Positano News)