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L’allarme della Dna: “Scommesse on line, ristoranti e carburanti ecco gli affari dei clan

la Repubblica, Martedì 27 Giugno 2017

L’allarme della Dna: “Scommesse on line, ristoranti e carburanti ecco gli affari dei clan

A Salerno è allarme per l’infiltrazione negli appalti e negli ambienti istituzionali, nel Casertano nuova strategia

di DARIO DEL PORTO

A «vera emergenza criminale» è rappresentata dai quartieri del centro storico, teatro di una «vera e propria guerriglia urbana con quotidiani spargimenti di sangue». In provincia, la camorra è ramificata «nel tessuto economico e amministrativo». Dalle indagini sugli appalti emergono «canali di penetrazione » dei clan «negli stessi ambienti istituzionali» di Salerno, mentre le cosche casertane hanno cambiato classe dirigente, affidando la guida ad «imprenditori-camorristi della vecchia generazione». È la fotografia della criminalità organizzata campana scattata dalla relazione della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo diretta da Franco Roberti, che mette anche in guardia sulle strategie per ridurre al silenzio i pentiti con minacce o promesse di denaro.

GLI ASSET DEL CLAN
La camorra fa affari con la droga e le estorsioni. Si infiltra negli appalti. Investe in «ristorazione, commercio di capi di abbigliamento» e nella «gestione di impianti di distribuzione di carburante». Uno degli ambiti preferiti «è quello delle agenzie di scommesse » on line ed è «su questo terreno che si formano e si consolidano alleanze o, viceversa, si consumano sanguinose rotture». I clan si stanno aprendo «all’imprenditoria e al mondo delle professioni, sempre più coinvolti in strategie criminali di ampio respiro».

GLI INVESTIMENTI ALL’ESTERO
La camorra ha «una presenza stabile » in Spagna. Nell’Est Europeo fa affari con il contrabbando. E poi ci sono le rotte del traffico di droga: dalle Americhe via Spagna per la cocaina, o dal Nord Africa per la cannabis. Altri canali sono ancora da esplorare, come il sistema delle «sofraffatturazioni » di idrocarburi provenienti dalla Turchia e dal Medio Oriente che finanzierebbe non solo il terrorismo ma anche gruppi camorristici e della ‘ndrangheta.

LE GUERRA DELLE PARANZE
Nell’area metropolitana di Napoli, su cui il coordinamento per la Dna è affidato al pm Maria Vittoria De Simone, si registrano «molteplici focolai di violenza». Una situazione «di elevato pericolo per l’ordine pubblico », aggravata «dai protagonisti, spesso nuove leve criminali, killer giovanissimi che si caratterizzano per la particolare ferocia e agiscono al di fuori di ogni regola». L’azione di contrasto è «resa particolarmente difficile dalla imprevedibilità delle condotte, non inquadrabili in schemi razionali o strategie comprensibili », come per le “stese”, le sparatorie in strada all’impazzata. Emerge dunque un quadro «eterogeneo », dove a organizzazioni strutturate se ne affiancano altre caratterizzate da «frammentazione e fluidità ».

IL TEOREMA ZAGARIA
In provincia di Caserta, dove il coordinamento è curato dal pm Francesco Curcio, il numero di omicidi è pari a quello di Cuneo o Bolzano: «cioè zero» Ma si tratta, rileva la Dna, «di una scelta strategica di lungo respiro, tesa a governare in modo diverso ma sempre profondo il territorio». È il «teorema Zagaria», ispirato dal padrino oggi detenuto Michele, che «postula la necessità di garantire un rapporto inversamente proporzionale fra il livello di penetrazione imprenditoriale e politica e il livello percepito della violenza mafiosa ».

I CLAN NEL SALERNITANO
È forte la penetrazione della camorra anche in provincia di Salerno, come si legge nella parte della relazione curata dal pm Antonio Laudati. Sono emersi « allarmanti episodi di infiltrazione negli appalti » , ad esempio nella gara Salerno Porta Ovest. In Cilento riciclano denaro i clan della provincia di Napoli o anche della Calabria.

IL PARCO VERDE
Un discorso a parte riguarda il Parco Verde di Caivano. «Un’immensa piazza di spaccio», in cui la «particolare gravità della situazione appare alimentata, più che dalla presenza camorrista», da un contesto «eccezionalmente degradato dove lo Stato, in tutte le sue forme, appare assente».