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La turbogas di Aprilia

Turbogas, i torti e la ragione

Gianluigi Peciola, Coordinatore La Sinistra Provincia di Roma
19 novembre 2008, 18:33

Lo sgombero del presidio di Campo di Carne, ad Aprilia, è grave sotto tanti punti di vista. Soprattutto perché tenta di reprimere un movimento nato con l’obiettivo di impedire un’opera dannosa, il cui allestimento non ha neanche ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie: l’amministrazione comunale è contraria.

Lo sgombero del presidio di Campo di Carne avvenuto ieri è grave da più punti di vista. Da un lato per le modalità scelte per allontanare i manifestanti dal sito dove da mesi si sta portando avanti una pacifica battaglia contro la costruzione della centrale Turbogas, dall’altra perché l’interesse del privato, in questo caso della Sorgenia spa, è stato messo davanti a tutto, anche alla salute dei cittadini.

La Turbogas infatti è una centrale di produzione elettrica che avrà un impatto sul territorio limitrofo, in termini di variazioni del microclima, di ricaduta al suolo di inquinanti chimici, di contaminazione dell’aria e di alterazione del sistema ambientale, che è stato certificato da ricerche scientifiche autorevoli.

La nostra solidarietà nei confronti del movimento No Turbogas è quindi motivata dalla convinzione che un impianto dannoso, inquinante e tra l’altro neanche conveniente dal punto di vista economico, non possa essere imposto ad una popolazione che sta dimostrando con fermezza la propria contrarietà.

Un impianto quindi che al Lazio non serve, come si evince dal Piano Energetico Regionale (dove si afferma che le centrali attualmente in esercizio soddisfano il fabbisogno energetico regionale) e una comunità locale intenzionata a dar voce al proprio diritto alla salute, tanto da presidiare da mesi il luogo destinato alla centrale. Questo il quadro che sta intorno ad un movimento così maturo da saper anche uscire dalla dimensione locale per coordinarsi con i cittadini di Civitavecchia, contro la centrale a carbone, e a quelli di Vicenza contro l’ampliamento della base militare, valorizzando il capitale sociale, costruendo reti e relazioni e portando avanti battaglie importanti.

Se si considera poi che accanto alla popolazione apriliana c’è lo stesso Sindaco della città, che ha negato al progetto della centrale la compatibilità territoriale, la realtà che si ha di fronte è quella complessa di un’intera comunità che rivendica il proprio diritto alla partecipazione nelle scelte pubbliche.

L’inizio di questa vicenda risale infatti già al 2002, quando si è cominciato a parlare di questo progetto, ma allo stato attuale dopo la crescente partecipazione della cittadinanza, ricorsi ed interventi istituzionali, risulta che l’autorizzazione concessa a Sorgenia dal Ministero dello Sviluppo Economico non è completa, mancando la necessaria compatibilità territoriale a carico del Sindaco di Aprilia. D’altra parte non potrebbe concederla visto che la centrale Sorgenia da 750 Mw sorgerebbe in un’area nella quale ci sono già quattro impianti, catalogati dalla legge Seveso a rischio di incidente rilevante, nella quale peraltro abitano circa 20mila dei 64mila abitanti di Aprilia.

Quanto accaduto ieri quindi è una forzatura dai caratteri autoritari che ha già sollevato l’indignazione dei cittadini, ma anche di tutta la rete di mutuo soccorso nata intorno ai No Turbogas. Il forte sostegno degli amministratori locali registrato ieri è il segno che la partita non è affatto chiusa, al contrario tutti dobbiamo metterci a disposizione del movimento, esponendoci, come amministratori locali di sinistra, in prima persona, per fermare lo scellerato progetto di costruzione di questo eco mostro.

(tratto da www.aprileonline.info)