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La svolta di Casal di Principe, il Comune parte civile contro la camorra.

Questa “svolta”,come la definisce Repubblica,ci ha fatto un piacere immenso,ma ci induce a fare qualche considerazione ed una domanda al Sindaco Natale.
La considerazione riguarda- almeno secondo le notizie in nostro possesso- la  dimensione del fenomeno del racket a Casal di  Principe.Sicuramente a Casal di Principe c’é gran parte della popolazione costituita da persone oneste che non c’entrano affatto con la camorra,ma ce n’é un’altra parte- di certo la minoranza,fra parenti,affiliati,compari degli affiliati e quanti altri- che  fa parte della camorra.
Orbene ,come fa una comunità costituita in parte da camorristi ed affiliati ad essere vittima del racket????????
La domanda: perché il Sindaco  di Casal di Principe,oltre che  al processo di cui si parla nell’articolo di Repubblica,benché invitato a farlo dall’Avv.Delio Iorio di Santa Maria Capua Vetere,non si é costituito parte civile in un processo in corso presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere contro Cosentino,Zagaria ed alcuni dipendenti comunali di Casal Di Principe accusati di  gravi reati di natura associativa?
Il processo di cui stiamo parlando é quello nato dalle denunce dell’imprenditore Luigi Gallo,processo nel quale l’Associazione Caponnetto si é costituita parte civile.
Il Comune di Casal di Principe ,volendolo,sta ancora in tempo per farlo.
Ecco,si costituisca in quello!
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La svolta di Casal di Principe, il Comune parte civile contro la camorra

Il Comune di Casal di Principe parte civile nei processi contro la camorra con l’assistenza Federazione Antiracket Italiana. L’intesa è stata  sottoscritta in mattinata dal sindaco, Renato Natale e da Tano Grasso, presidente onorario della Fai. La firma nella sala consiliare intitolata a don Giuseppe Diana, davanti ad un gruppo di insegnanti, a don Franco Picone, il parroco arrivato a casale dopo l’omicidio di don Diana, l’avvocato Gianni Zara, dell’ufficio legale della Fai e Luigi Ferrucci, presidente dell’associazione antiracket “Domenico Noviello” di Castel Volturno. Presenti anche il vice sindaco, Marisa Diana e gli assessori, Mirella Letizia, e  Gianluca Corvino. La convenzione, prevede, tra l’altro anche l’apertura di uno sportello per le vittime delle estorsioni e l’impegno a dare vita ad un’associazione Antiracket.

“La Fai ci fornisce il supporto tecnico legale, a costo zero, contro i camorristi quando il comune si costituisce  parte civile nei processi contro la camorra  –  spiega Renato Natale  –  e l’occasione è subito arrivata, perché proprio di recente il tribunale ci ha notificato un procedimento penale che riguarda l’assassinio  di Gilberto Cecora  (zio dell’omicida di don Diana), ammazzato il 16 marzo del 1994 (e di cui don Diana si rifiutò di celebrare il funerale in chiesa – ndr). Il protocollo inoltre  –  spiega ancora Natale  –  prevede una serie di attività di collaborazione con la Fai per promuovere iniziative anche di formazione con le scuole sui temi dell’usura e del racket e uno sportello antiracket di supporto per tutti coloro che richiedono aiuto, informazione  e ogni sostegno a possibile. La Fai si è anche impegnata a costruire qui un’associazione antiracket”.

“Per noi questo atto rappresenta un grande investimento politico  –  ha spiegato Tanto Grasso, presidente onorario della Fai –  non si tratta di firmare uno dei tanti protocolli. Qui abbiamo un compito impegnativo, difficile, e di cui non abbiamo la certezza definitiva dell’esito. In altri contesti non avremmo mai fatto una cosa del genere. Lo facciamo a  Casal di Principe perché qui c’è un sindaco come Renato Natale. Aspettavo questo momento  dal 2008- ha insistito Tano Grasso –  da quando in occasione della festa della polizia, voluta  dall’allora capo  Antonio Manganelli,  una ragazza  di Casale, Raffaella Mauriello, urlò da quel palco: “Casalesi è il nome di un popolo e non di un clan”. Il caso ha voluto che proprio un’ora prima della firma del protocollod’intesa, Raffaella Mauriello si sia sposata in Comune e ha fortemente che a farlo fosse Renato Natale.
Tano Grasso, ha poi messo in guardia dai rischi che si corrono in un territori come quello di Casal di Principe “Sappiamo che c’è il rischio di incontrare imprenditori o commercianti che vogliono solo rifarsi la verginità, ma abbiamo sufficienti anticorpi, com’è avvenuto a Casapesenna, per affrontare anche questo tipo di problemi”.