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Il Comune di Casal di Principe parte civile nei processi contro la camorra con l’assistenza Federazione Antiracket Italiana. L’intesa è stata sottoscritta in mattinata dal sindaco, Renato Natale e da Tano Grasso, presidente onorario della Fai. La firma nella sala consiliare intitolata a don Giuseppe Diana, davanti ad un gruppo di insegnanti, a don Franco Picone, il parroco arrivato a casale dopo l’omicidio di don Diana, l’avvocato Gianni Zara, dell’ufficio legale della Fai e Luigi Ferrucci, presidente dell’associazione antiracket “Domenico Noviello” di Castel Volturno. Presenti anche il vice sindaco, Marisa Diana e gli assessori, Mirella Letizia, e Gianluca Corvino. La convenzione, prevede, tra l’altro anche l’apertura di uno sportello per le vittime delle estorsioni e l’impegno a dare vita ad un’associazione Antiracket.
“La Fai ci fornisce il supporto tecnico legale, a costo zero, contro i camorristi quando il comune si costituisce parte civile nei processi contro la camorra – spiega Renato Natale – e l’occasione è subito arrivata, perché proprio di recente il tribunale ci ha notificato un procedimento penale che riguarda l’assassinio di Gilberto Cecora (zio dell’omicida di don Diana), ammazzato il 16 marzo del 1994 (e di cui don Diana si rifiutò di celebrare il funerale in chiesa – ndr). Il protocollo inoltre – spiega ancora Natale – prevede una serie di attività di collaborazione con la Fai per promuovere iniziative anche di formazione con le scuole sui temi dell’usura e del racket e uno sportello antiracket di supporto per tutti coloro che richiedono aiuto, informazione e ogni sostegno a possibile. La Fai si è anche impegnata a costruire qui un’associazione antiracket”.
“Per noi questo atto rappresenta un grande investimento politico – ha spiegato Tanto Grasso, presidente onorario della Fai – non si tratta di firmare uno dei tanti protocolli. Qui abbiamo un compito impegnativo, difficile, e di cui non abbiamo la certezza definitiva dell’esito. In altri contesti non avremmo mai fatto una cosa del genere. Lo facciamo a Casal di Principe perché qui c’è un sindaco come Renato Natale. Aspettavo questo momento dal 2008- ha insistito Tano Grasso – da quando in occasione della festa della polizia, voluta dall’allora capo Antonio Manganelli, una ragazza di Casale, Raffaella Mauriello, urlò da quel palco: “Casalesi è il nome di un popolo e non di un clan”. Il caso ha voluto che proprio un’ora prima della firma del protocollod’intesa, Raffaella Mauriello si sia sposata in Comune e ha fortemente che a farlo fosse Renato Natale.
Tano Grasso, ha poi messo in guardia dai rischi che si corrono in un territori come quello di Casal di Principe “Sappiamo che c’è il rischio di incontrare imprenditori o commercianti che vogliono solo rifarsi la verginità, ma abbiamo sufficienti anticorpi, com’è avvenuto a Casapesenna, per affrontare anche questo tipo di problemi”.