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La società quotata a Wall Street al servizio della ’ndrangheta lombarda

DANIELE CASSAGHI

27 ottobre 2023 • 12:31

L’indagine della procura antimafia di Milano sul figlio del capo dei capi della mafia calabrese ha svelato il sistema usato per ottenere agevolazioni fiscali dallo stato: l’emissione di bond di una quotata alla borsa di New York

Una società americana che emetteva obbligazioni spazzatura e controllata da imprenditori legati al figlio del capo dei capi della ‘ndrangheta. È questa la sorpresa che emerge dalle indagini della Direzione investigativa antimafia a carico di Giovanni Morabito, figlio del padrino Giuseppe “u Tiradrittu” Morabito dell’omonima famiglia ’ndranghetista, e ritenuto dalla Procura di Milano ai vertici di ben due gruppi criminali specializzati in reati economico-finanziari, estorsioni e traffico di droga. «Human Unitec International Inc», questo il nome della società americana, è presente nel listino americano Nasdaq Otc dal 2009. Si tratta di un mercato finanziario privo delle regole delle borse tradizionali e considerato dalla Banca d’Italia soggetto a fenomeni di riciclaggio. I bond di Human sarebbero stati utilizzati dagli uomini di Morabito per ottenere indebitamente agevolazioni fiscali.

Più nel dettaglio, l’impianto accusatorio a carico di Morabito e di altre 67 persone si basa, tra le altre cose, sull’ipotesi di una serie di società costituite per finanziare il clan ’ndranghetista attraverso operazioni illecite. Tra queste ultime – si legge nelle carte redatte dal giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro – figurano alcune legate alle «truffe aggravate ai danni dello Stato dirette all’indebito conseguimento di erogazioni e benefici previsti dalle normative Covid-19». Nel concreto, l’obiettivo erano crediti d’imposta per un valore di 400 mila euro, da ottenere grazie alle agevolazioni previste dal decreto Rilancio del 2020.

LO SCHEMA FINANZIARIO

Al centro di tutto ci sarebbero la milanese Publidant Investment, «il principale strumento del sodalizio», di fatto una classica cartiera dedita all’emissione di fatture false, e, appunto la Human, una società americana nata nel 2002, con sede nel Nevada, benché gli uffici siano a Miami Beach in Florida. Formalmente la Human si occupava di progettare sistemi per l’energia, per le telecomunicazioni e in ambito medico. In pratica, sono le sue obbligazioni a permettere al socio e amministratore unico di Publidant Massimiliano D’Antuono (secondo il gip, «il vero propulsore dei meccanismi delittuosi disvelati dalle indagini», nonché uomo di fiducia di Morabito) di dare il via ai due aumenti di capitale necessari per accedere ai crediti di imposta.

Si tratta di cedole da 1,8 milioni di euro, emesse dalla società americana solo due mesi prima della chiusura dell’esercizio di Publidant.  D’Antuono avrebbe potuto metterle a bilancio grazie alla perizia di un commercialista e al via libera di un notaio di Bergamo, entrambi sotto indagine per questo.  In ogni caso, nel giro di quattro mesi, il capitale sociale di Publidant è potuto passare da 500 mila euro a oltre 2 milioni. Il tutto grazie a questi bond. E ciò sarebbe stato utile per dare alle banche l’impressione che Publidant fosse un’azienda in grado di operare in modo solido.

Il sospetto dei magistrati è che il valore delle azioni Human fosse gonfiato. O, per dirla in altri termini, che D’Antuono avesse dichiarato una solidità patrimoniale da parte di Publidant basata non tanto sulla disponibilità effettiva di liquidità, quanto sul possesso di – si legge nelle carte – «titoli mobiliari (obbligazioni Human) di incerto e sicuramente inferiore valore reale, oggetto di una falsa perizia estimativa». E, peraltro, vale la pena sottolineare che per ottenere i crediti d’imposta del decreto

CLAN A WALL STREET

Stando al gip, la tesi per cui i bond fossero privi di valore sarebbe suffragata dal fatto che la Human fosse quotata in un listino, il Nasdaq Otc, che appunto raccoglie i titoli sul mercato Over The Counter (Otc). Si tratta di un tipo di mercato in cui non valgono i requisiti d’accesso per le borse standard, in cui i titoli hanno ampi margini di rischio e in cui il prezzo degli stessi è molto volatile. E infatti la Banca d’Italia ritiene che le società quotate negli Otc debbano essere considerate sorvegliate speciali in ottica antiriciclaggio. Le aziende di questo tipo sono quindi sottoposte a schemi di anomalia, cioè controlli straordinari volti ad accertare l’assenza di illeciti. Controlli che sarebbero stati disattesi dal notaio Vacirca (il «notaio nostro», lo definiva D’Antuono). Per di più, pare che il valore reale dei titoli fosse noto anche a un altro degli indagati che, intercettato al telefono, dichiara che Human «non ha fornito la documentazione congrua per avere documentazione al Nasdaq e quindi sono titoli spazzatura».  Mentre un altro ancora, sempre al telefono, ammetteva che la Human «non produce niente».

Inoltre, nella perizia del commercialista, si affermava che la Human avesse partecipazioni superiori al 50 per cento del proprio capitale azionario in importanti imprese italiane ed europee. Per gli investigatori ciò non sarebbe vero. Al contrario, secondo i dati in possesso alla Camera di Commercio, la società americana sarebbe legata alla stessa Publidant, tanto da essere parte dell’insegna «Publidant Investment srl by Human Unitec International».

A capo della Human c’è un presidente, Fabricio (Fabrizio) Bosticco, e il capitale azionario risulta in mano perlopiù a persone (fisiche e giuridiche) italiane. Alcune di queste risultano avere precedenti legati a reati finanziari specifici, come truffe e creazioni fittizie di capitali sociali per l’emissione di titoli esteri privi di valore.

Fonte:https://www.editorialedomani.it/fatti/la-societa-quotata-a-wall-street-al-servizio-della-ndrangheta-lombarda-efl09qj4