C’E’ QUALCUNO CHE HA PROVVEDUTO A REDIGERE UNA MAPPA DEI CAPITALI SOSPETTI INVESTITI AD ITRI?
Che Itri rappresenti una… ”bomba” quanto ad insediamenti ed investimenti sospetti, nessuno, purtroppo, lo ha mai scritto e scrive.
Né, forse, è mai emersa, considerati i precedenti e, purtroppo, quella… carenza di… ”qualità “ delle indagini di cui noi stiamo parlando da anni, l’assenza di una mappa unitaria e generale dei capitali impiegati in venti anni di quasi latitanza delle istituzioni che hanno consentito un vero e proprio saccheggio di uno dei territori più belli della provincia di Latina e del Lazio, quello di Itri e di Sperlonga, da parte di soggetti quasi tutti provenienti dalla Campania.
Lo “spezzettamento”delle indagini, al quale si accompagna sempre l’assenza investigativa sull’identità reale dei soggetti e sulla “provenienza” dei capitali impiegati.
Le famose “indagini patrimoniali” che in provincia di Latina ha cominciato da qualche anno a fare solamente la Questura, ma che dovrebbe fare –e, purtroppo, non fa –soprattutto la Guardia di Finanza.
Quella di Itri è gente “tosta”.
Nei primi anni del secolo scorso fece la rivolta contro i “sardi”; una decina di anni fa contro i “napoletani”.
Ora, però, essa, forse, non si è accorta che è stata espropriata di una parte consistente del proprio territorio proprio da questi ultimi.
E non sempre, come si ritiene, in maniera illecita perché costruzioni singole e lottizzazioni sono state realizzate con regolare concessione edilizia.
Quasi sempre da soggetti dell’area napoletana-casertana, dotati di immense disponibilità finanziarie: Somma Vesuviana, Giuliano, Frattamaggiore
ecc.
A migliaia.
Roba che meriterebbe indagini rigorose e profonde anche sull’esistenza di eventuali responsabili ed intrecci.
Indagini che, come al solito, non si fanno.
A parte, poi, la montagna di abusi, complice la carenza delle istituzioni in genere e, in particolare – sostengono i Senn. Russo Spena e Sodano in talune interrogazioni parlamentari – della vecchia Procura della Repubblica di Latina e delle forze dell’ordine locali.
Una situazione, insomma, che ha spinto alcuni consiglieri comunali di opposizione a denunciarne alcuni aspetti alla Regione Lazio.
Corre voce che ad uno di quei consiglieri comunali siano pervenute minacce indirette – da parte di soggetti non itrani che avrebbero avvicinato il fratello del consigliere medesimo – dopo un suo viaggio a Roma presso l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio.
Se fosse fondata tale voce si potrebbe ipotizzare l’esistenza di una “talpa” in quegli Uffici romani che avverte subito i suoi amici pontini allorquando qualcuno presenta esposti.
Sarebbe quanto meno opportuno che DDA e DIA avviino accertamenti al riguardo al fine di individuare questa eventuale “ talpa”in quegli Uffici regionali.