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La Sacra Corona Unita torna a far paura: un altro omicidio nel Foggiano

La Stampa, 31 Luglio 2020

La Sacra Corona Unita torna a far paura: un altro omicidio nel Foggiano

Freddato un cinquantenne con decine di colpi. Cataldo Cirulli è morto sul colpo appena uscito di casa. L’ennesimo agguato negli ultimi mesi

VALERIA D’AUTILIA

Almeno dieci colpi, forse con armi diverse. I killer, probabilmente due, hanno sparato per uccidere. Cataldo Cirulli, detto «Dino Str’ppen» è morto sul colpo. Vicino casa, in questa periferia di Cerignola dove la criminalità, negli ultimi due mesi, è tornata a farsi sentire.

Cinquant’anni, pregiudicato, vittima di un agguato mafioso in piena regola. Di giorno, poco prima delle 8, nel quartiere popolare Torricelli. Era uscito da poco dalla sua abitazione ed era in sella allo scooter: sembra stesse andando a lavoro. Ufficialmente non aveva un impiego, ma chi lo conosceva ha raccontato che lavorava come bracciante. È stato avvicinato dai sicari e freddato dalla raffica di colpi a distanza ravvicinata. Volevano essere sicuri. Ferito a morte al tronco e al cranio, per lui ogni soccorso è stato inutile.

Qualche elemento utile alle indagini dei carabinieri di Foggia e di Cerignola, coordinate dalla Dda, potrebbe arrivare dall’autopsia in programma nelle prossime ore e dall’esame balistico del Ris di Roma. Infine, ci sono alcune registrazioni delle telecamere presenti nella zona che potrebbero rivelarsi preziose. Sembra però che non ci siano testimoni. Anche se, da queste parti, pochi hanno voglia di parlare. Un territorio, quello foggiano, bersaglio della criminalità. Alla «mafia cerignolana» e quella di San Severo, si aggiungono la «quarta mafia» del Gargano e la «Società foggiana» del capoluogo dove tre gruppi si contendono il controllo, famiglie criminali- le cosiddette «batterie»- che hanno le mani dappertutto. Sangue e intimidazioni, estorsioni e infiltrazioni nella società civile. Chi non paga il pizzo, viene punito. E intanto scatta l’allarme. Nelle ultime ore, il prefetto di Foggia Raffaele Grassi ha chiamato a raccolta forze di polizia, ma anche associazioni antiracket «per accrescere le azioni di prevenzione e tutela dell’economia legale dagli appetiti criminali, incidendo su quegli spazi di agibilità che potrebbero aprirsi in questo momento di crisi economica e disagio sociale». Poche parole, ma significative. Si prova a giocare d’anticipo.

Soltanto il mese scorso, sempre a Cerignola, un altro agguato. Questa volta a colpi di mitraglietta. Nel mirino Maurizio Riccardi, 47 anni, con precedenti di polizia. Era a bordo della sua Audi A3 quando venne affiancato da un’altra auto, ma riuscì a fuggire trovando riparo nel commissariato di polizia, rimanendo illeso.

 

L’anno scorso proprio il comune di Cerignola fu sciolto per infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali. Dal 2015 in poi era toccato anche a Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Mattinata. Tutti nella provincia di Foggia.

Ma a preoccupare sono soprattutto le escalation di violenza. Proprio a Foggia si era registrato il primo omicidio dell’anno in Italia: era il 3 gennaio. Il commerciante d’auto Roberto D’Angelo giustiziato a colpi di revolver. E poi bombe e attentati incendiari. Due a gennaio e uno ad aprile nei confronti dei fratelli Vigilante, già finiti sotto scorta. Uno di loro è testimone nel processo contro uno dei clan locali. Nel mirino l’auto e la residenza per anziani che gestiscono. Ma la criminalità non perdona neppure i commercianti che non vogliono piegarsi. E le ritorsioni riguardano anche le piccole attività come bar, macelleria, estetica. Uno dopo l’altro, in città come in provincia, fanno la conta dei danni. Mentre magistratura e forze di polizia sono abituate e lavorare in strettissima collaborazione.

Intanto, lunedì prossimo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà a Cerignola per un tour sulla legalità. Con lui, il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina e il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra. «Una forte e decisa risposta delle scuole e delle istituzioni alla criminalità organizzata locale» si legge nell’invito del liceo Zingarelli-Sacro Cuore che, insieme ad altri istituti pugliesi, è impegnato in questo progetto sul contrasto alle mafie. Una coincidenza singolare, in questi luoghi dove la presenza dello Stato è una necessità.