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La Regione Lazio in prima linea contro la criminalità organizzata. Marrazzo: é la prima emergenza

LA REGIONE LAZIO IN PRIMA LINEA CONTRO LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA: MAXI STANZIAMENTO DI 11 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA

Un segnale importante, rivelatore di una ferma volontà ad affrontare questa emergenza. La prima emergenza, perché quando il tessuto economico diventa criminale, tutta la società diventa criminale.

La criminalità organizzata è per il Presidente della Giunta della Regione Lazio Piero Marrazzo la priorità assoluta.

Le istituzioni, come si vede, non sono tutte marce e sorde.

Peccato che non siano molti coloro che, nei vertici istituzionali, mostrino con i fatti – e non solo a parole – una ferma volontà di contrastare l’avanzamento di una metastasi che sta devastando tutto il tessuto economico, sociale, politico e culturale.

L’altra sera, durante un dibattito televisivo a Frosinone, abbiamo dovuto contestare la chiave di lettura del fenomeno mafioso che ancora, malgrado tutto, propongono alcuni personaggi eccellenti della politica e delle istituzioni locali.

Una chiave di lettura minimalista, riduttiva, vecchia, che guarda le mafie ancora con una logica da ordine pubblico.

Non ci sono estorsioni, non c’è violenza, il fenomeno dello spaccio di stupefacenti è sotto controllo delle forze dell’ordine, quindi non c’è mafia.

Non ci si rende conto del fatto che oggi la mafia, anzi le mafie, sono altra cosa. Esse sono impresa, investimenti di capitali sporchi, riciclaggio, acquisizione di spazi nell’economia, nella politica, nelle istituzioni.

Quando un Prefetto, un Questore, un comandante provinciale dei carabinieri o della Guardia di Finanza escludono che su un territorio riconosciuto dai magistrati antimafia fortemente infiltrato dalla criminalità organizzata ci sia mafia, siamo alla frutta.

Ha ragione chi dice che l’Italia è un Giano bifronte, con uno Stato che, al contempo, alimenta e reprime la criminalità.

Suggeriamo a tutti di leggere un saggio di Roberto Scarpinato, Procuratore Aggiunto di Palermo, dal titolo “Il ritorno del Principe” Ed. Chiarellettere. Un libro che non lascia speranza, ha detto qualcuno. No, un libro che descrive la realtà nella quale viviamo. Purtroppo. Con tante responsabilità dei cittadini, soprattutto, ma anche di coloro che predicano l’antimafia del “giorno dopo”.

I convegni, i corsi della legalità, le dissertazioni non contano niente. Oggi la situazione è gravissima, le mafie controllano ormai tantissime Regioni del centrosud e stanno estendendo il controllo anche al nord.

Oggi bisogna stare in prima linea, denunciare, denunciare, denunciare. I mafiosi ma anche-e soprattutto – chi li sostiene, li spalleggia nel redigere piani regolatori che li favoriscano, compravendite, rilascio di licenze e concessioni. E chi dice che… ”non c’è mafia “. E chi non fa indagini patrimoniali, come in provincia di Frosinone, in quella di Latina ecc.

Perché sono soprattutto questi che disinformano, addormentano le intelligenze e le coscienze della gente comune.