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La rabbia delle Regioni per i tagli del Governo

I governatori sono pronti a restituire le competenze in pratica annullando la riforma Bassanini: trasporto pubblico locale, mercato del lavoro, incentivi alle imprese, polizia, protezione civile, demanio, energia, invalidi, opere pubbliche, agricoltura, viabilità e ambiente.  “tutto questo perchè – ha spiegato Errani – l’insieme di queste competenze vale oltre 3 miliardi di euro mentre il taglio previsto nel 2011 è di oltre 4 miliardi di euro”. Chiedono di incontrare Berlusconi, Schifani e Fini: “le pretese del governo sono irricevibili”

Scendono sul piede di guerra le Regioni che rifiutano i tagli previsti dalla manovra e giudicano fortemente negativo l’incontro di ieri con il Governo. “Chiederemo la convocazione straordinaria della conferenza Stato-Regioni – ha detto Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni – con al primo punto all’ordine del giorno l’accordo tra Stato e Regioni per la restituzione delle competenze relative allo Stato, con l’impegno di mettere nella manovra le norme per riprendersi le competenze”. Il governatore dell’Emilia Romagna ha poi spiegato che chiederà un incontro al premier Silvio Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato per illustrare la proposta delle regioni di cui sarà informato anche il Capo dello Stato.
Errani ha anche specificato quali sono le competenze che tornerebbero allo Stato, in pratica annullando la riforma Bassanini: trasporto pubblico locale, mercato del lavoro, incentivi alle imprese, polizia, protezione civile, demanio, energia, invalidi, opere pubbliche, agricoltura, viabilità e ambiente “tutto questo perchè – ha spiegato Errani – l’insieme di queste competenze valgono oltre 3 miliardi di euro mentre il taglio previsto nel 2011 è di oltre 4 miliardi di euro”.

Nessuno spiraglio però dal dicastero dell’Economia, con Giulio Tremonti fermo sulla sua posizione: “l’Italia ha il terzo debito pubblico al mondo – ha detto il titolare di via XX settembre – senza la manovra correttiva sarebbe il collasso” dunque nessuna modifica sui “saldi e sui soldi” ma fermi gli importi, “la loro composizione e la loro distribuzione si possono discutere con tutte le regioni – ha detto Tremonti – anche con quelle a Statuto speciale”. Netta la reazione del governatore della Puglia, Nichi Vendola: “questa manovra uccide le Regioni: è difficile fare il federalismo con il morto”. Uscendo dalla Conferenza delle Regioni, Vendola ha confermato la proposta di restituzione delle deleghe trasferite con il decreto legislativo Bassanini “perché non possiamo gestire le deleghe – ha concluso il governatore – senza avere soldi”.

E’ intervenuto, oggi, anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, secondo il quale il governo sta sbagliando tutto “perché sono in gioco i servizi dei cittadini e c’è il rischio che si fermi il trasporto pubblico locale. Quanto agli ammortizzatori sociali – ha continuato il segretario dei democratici – non so se il governo sa che sono stati pagati con i fondi Fas e con i fondi delle Regioni, che dal primo gennaio non avranno più i soldi. I soldi vanno presi dove ci sono – ha concluso Bersani – non sempre colpendo i ceti medi e bassi” Gli ha fatto eco un altro esponente del Pd, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che in quanto rappresentante dell’Anci, ha detto di essere disponibile ad un incontro congiunto con le Regioni e le Province “già dalla prossima settimana, per verificare le iniziative – ha detto Chiamparino – che potremo mettere in campo per ottenere una manovra più equilibrata nei confronti delle Regioni e degli Enti locali”.

Il fronte della protesta contro la manovra ha dimostrato anche oggi di essere sempre più compatto e trasversale, con il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è tornato a chiedere al governo di ascoltare il grido di Enti locali e Regioni “perché rischiano di essere messe in ginocchio da questo provvedimento. Anche il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, uscendo dalla Conferenza del Regioni ha confermato che la proposta di chiedere la restituzione delle deleghe è stata votata all’unanimità “giudichiamo irricevibile – ha detto Formigoni – questa pretesa del ministero delle finanze di tagliare in maniera indiscriminata i fondi per le regioni e quindi di tagliare i servizi che le regioni non sarebbero più in grado di garantire ai cittadini. Per questo chiediamo che il governo si riprenda la gestione diretta di queste funzioni”. Stessa posizione per un altro governatore del Pdl, Ugo Cappellacci che ha anche sottolineato come sia mancato il giusto confronto tra le parti: “Non posso non rimarcare infatti – ha sottolineato il presidente della Regione Sardegna – che sono mancati i necessari momenti di dialogo e che la manovra finanziaria è stata presentata con decreto legge senza l’approvazione della decisione di finanza pubblica, né la condivisione della Conferenza Unificata”.

La strada dei tagli differenziati in funzione della virtuosità delle Regioni, che vuole percorrere il ministro dell’Economia, sostenuto in un primo momento, anche dalla Lega, sembra così sempre più in salita, mentre si allarga il fronte dell’opposizione ad una manovra correttiva giudicata dai più “iniqua”.
Luca Rossi

(Tratto da Aprile online)