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La Provincia: Fondi, un interessante articolo di Simone Pangia

Non sono un tuo elettore e forse non lo sarò mai perché non sono di sinistra, ma voglio che tu dica a tutti che gli imprenditori edili di Fondi non possono più lavorare nella loro città>. Parole pesanti, di marmo. Specie se dette in pubblico, nel cuore di una città devastata da inchieste, arresti e attentati. Parole che un costruttore fondano avrebbe riferito a Bruno Fiore pochi minuti prima che quest’ultimo salisse sul palco installato, <clandestinamente>, in piazza IV novembre. La denuncia apre a due tipi di interrogativi, collegati e parimenti importanti. Il primo: a Fondi esiste il fenomeno racket? Le aziende, insomma, sono costrette a pagare il pizzo? E a chi? Oppure, l’imprenditore in questione si riferiva al mercato delle commesse pubbliche, in qualche modo gestite e pilotate dal Comune? La seconda considerazione è forse ancor più decisiva: gli imprenditori del settore, non solo quelli bersaglio di attentati ed episodi intimidatori, sono stati interrogati uno per uno dalle forze dell’ordine che da mesi cercano di ricostruire il quadro, risalendo ad esecutori e mandanti della scia di fuoco e violenza. Nel corso di quegli interrogatori nessuno ha mai ammesso contatti. Per tutti la risposta era la stessa: <No, mai ricevuto minacce o richieste di nessun tipo, la nostra azienda e la nostra famiglia sono a posto>. Come se qualcuno lo avesse messo in dubbio. Perché non hanno detto nulla? Per paura, collusione, sfiducia nelle istituzioni? Oppure dicevano la verità e davvero (in molti, a Fondi, sostengono cose di questo tipo) tutti gli episodi sono frutto dell’isolata attività di teppistelli con un’insana passione per il fuoco? Vengono in mente le parole di Ignazio Cutrò, l’imprenditore siciliano che ha avuto il coraggio di denunciare il racket di Cosa Nostra. C’era anche lui sul palco della manifestazione di venerdì, a dire che sì non è facile ma resistere si può. Anzi, si deve, per <riscattare> la propria libertà. Ma a Fondi, ribadiamo, il racket esiste davvero? Rispondano gli imprenditori, si affidino agli inquirenti. Altrimenti, tutto sfumerà nel vuoto delle parole. In chiusura un ricordo. Esattamente tre anni fa moriva un grande servitore dello Stato, Fedele Conti, capitano della Guardia di Finanza di Fondi. Sono in tanti quelli che non vogliono dimenticare.

Simone Pangia