Latina, 13-12-2006
COMUNICATO STAMPA
OGNI TANTO QUALCUNO FA FINTA DI CADERE DALLE NUVOLE E SI ACCORGE CHE AD OSTIA, COME SU TUTTO IL LITORALE ROMANO, ESISTE… LA MAFIA!
MA NON SI SAPEVA GIA’???
La conferma-se di conferma c’era bisogno-arriva puntuale: ad Ostia e su tutto il litorale romano c’è la mafia.
Ogni tanto qualcuno fa finta di meravigliarsi e partono le parate.
Che i Rinzivillo operassero nella zona da anni lo sapevamo tutti; come si sapeva che i Gallace operano più a sud, Nettuno, Anzio, Ardea ecc. (le ndrine, le cosche, i clan non hanno un confine marcato. Se si accerta una presenza su Nettuno, è ovvio che essa non è limitata ai confini di tale città, ma si estende su tutto il territorio limitrofo).
Durante un recente dibattimento presso il Tribunale di Roma non è emerso che i Rinzivillo sono presenti su questo territorio, partecipando alle gare di appalto, occupando sempre più spazio nell’economia, ricorrendo a tutti i mezzi, leciti ed illeciti?
Ed allora?
Il discorso da fare è un altro.
Molti si allarmano e taluni fanno finta di allarmarsi quando succede qualche fatto eclatante: una videoteca bruciata o un esercizio commerciale danneggiato o altre cose del genere.
Non si guarda, però, alle opere pubbliche fatte realizzare alle cosche, alle concessioni edilizie e permessi rilasciati a soggetti collegati alle cosche, alle omissioni ed ai silenzi della politica e delle istituzioni, alle contiguità oggettive o soggettive. Poi, quando Mobile, ROS o GICO fanno qualche grossa operazione, si organizzano convegni, si fanno dichiarazioni roventi alla stampa, si parla e si straparla. Il giorno dopo ritorna il silenzio, per romperlo con la successiva operazione.
Ma perché non cominciamo tutti a chiedere di alzare il tiro e di indagare sulle contiguità politiche ed istituzionali?Perché non chiediamo tutti insieme di cambiare, aggiornandole, tattiche e strategie investigative, finendola di affrontare il problema delle mafie con un’ottica da “ordine pubblico” e cominciando ad investigare e colpire sul piano economico, sulle movimentazioni dei capitali, sulle vere identità delle tante teste di legno, persone insospettabili, delle quali le mafie si servono?e sui repentini arricchimenti di tante persone, arricchimenti non giustificati dalla loro posizione sociale e dalle attività professionali svolte?
Noi della “Caponnetto”, lavorando per qualche tempo su Ardea e zona limitrofa, abbiamo individuato qualche situazione sospetta che, come è nostro costume, abbiamo segnalato a chi di competenza. Ma i partiti, i cittadini ecc. che fanno?Convegni e dichiarazioni?Bastano questi???
Chi ha senso dello Stato e spirito di concretezza, non può e non deve limitarsi ad addossare tutte le responsabilità ed il peso dell’azione di contrasto alle sole forze dell’ordine ed alla magistratura, le quali, con tutti i loro limiti, già fanno quello che debbono fare. Il discorso è politico e culturale e, a questi livelli, ci sono grossissime responsabilità. Ovvie ragioni ci impediscono di scendere nei dettagli, ma a noi interessa non più di tanto che, ad esempio, a Fondi ci sia Salvatore D’Angiò, originario di Formia, affiliato o, comunque, in affari con i Rinzivillo. A noi interessa di più capire … ”chi” ha consentito, rilasciandogli permessi, autorizzazioni e quant’altro, a questo signore di fare quello che ha fatto.. e continuerà a fare quando sarà uscito dalla galera. Questo è il punto: “CHI”, ai livelli alti, nei mondi della politica e delle istituzioni, ha consentito e continua a consentire alla mafia di agire, interagendo, così, con essa.
A Latina in questi giorni qualcuno comincia a fare qualche riflessione sul… ”PERCHE’” il capoluogo pontino, la seconda città del Lazio per numero di abitanti dopo Roma, è privo di uno strumento urbanistico aggiornato. Nessuno lo pretende, nessuno grida allo scandalo, mentre dilaga la cementificazione da parte di ditte che arrivano dalla Campania, dalla Calabria, dalla Sicilia. PERCHE’, PERCHE’??? Poi qualcuno all’improvviso, ogni tanto, si accorge che… c’è la mafia!!!