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La “nuova” Dc di Totò Cuffaro entra in consiglio comunale a Palermo

La “nuova” Dc di Totò Cuffaro entra in consiglio comunale a Palermo

di Antonio Fraschilla

L’ex governatore con la sua lista supera lo sbarramento ed elegge tre consiglieri. E intanto l’ex senatore Marcello Dell’Utri gongola per la vittoria di Lagalla da lui lanciato: «Ho illuminato alcune menti offuscate»

14 GIUGNO 2022

Erano stati al centro del dibattito sulla questione morale, entrambi fondamentali per lanciare la candidatura dell’ex rettore Roberto Lagalla quando Forza Italia e Lega minacciavano di andare su altri nomi. E adesso si godono entrambi la vittoria: Salvatore Cuffaro eleggendo tre consiglieri comunali con la sua “nuova” Democrazia cristiana, tra i quali il suo pupillo di Ballarò, il dipendente della società comunale degli ex precari Salvatore Imperiale; l’ex senatore Marcello Dell’Utri rivendicando con orgoglio la sua scelta contro il volere di Gianfranco Micciché e, come al solito, lanciando messaggi a tutto il suo mondo facendo capire che è tornato, eccome, nell’agone.

L’ex rettore Roberto Lagalla, che in campagna elettorale non è andato alle celebrazioni per i trent’anni della Strage di Capaci perché travolto dalle polemiche per gli endorsement dei due condannati per fatti di mafia, incassa quasi il 50 per cento dei consensi contro lo sfidante del centrosinistra Franco Miceli che si ferma sotto il 30. La lista di Cuffaro supera lo sbarramento del 5 per cento, arrivando al 5,6 ed eleggendo tre consiglieri, lo stesso numero degli eletti della Lega. E Cuffaro festeggia, lui che aveva detto che si sarebbe ritirato definitivamente se la lista non avesse superato la soglia minima. Nessun pericolo, Cuffaro è tornato e adesso rivendicherà, considerando il suo apporto quasi fondamentale per la vittoria di Lagalla, assessori e posti nel sottogoverno comunale delle società partecipate. Anche se ufficialmente dice: «Forse ho creato un danno a Lagalla con il mio ritorno in politica».

Gongola anche Dell’Utri che parla all’Adnkronos lanciando messaggi e “metamessaggi” e critica L’Espresso: «Sono molto contento che Roberto Lagalla sia stato eletto sindaco di Palermo, ma era scontato. Era il candidato di maggior peso. Ma ci tengo a sottolineare che io non c’entro nulla con la sua candidatura. Avevo semplicemente espresso un mio parere dicendo che l’ex rettore era il candidato più indicato. Era il parere di un semplice cittadino Invece, sono stato massacrato. Ma quale “ombra di Dell’Utri”? Semmai l’ombra di Dell’Utri ha illuminato le menti offuscate… Hanno veramente esagerato, ormai sono abituato ma ritengo sia ingiusto dire tutte quelle cose, compresa la copertina dell’Espresso».

Poi bacchetta il suo ex delfino Micciché: «Avevano candidato altri personaggi che non si possono proprio paragonare con Lagalla – prosegue Dell’Utri – Si diceva che Lagalla non era di Forza Italia ma chi se ne frega! I partiti vogliono il meglio, la politica è la scelta dei migliori. In questo caso di Lagalla. Forse Miccichè ha dimenticato certi principi…».

Cuffaro e Dell’Utri guardano adesso avanti: alle prossime elezioni regionali, dove diranno la loro e puntano, al momento, sul governatore uscente Nello Musumeci. Che, manco a dirlo, Micciché non vuole assolutamente. Chi avrà la meglio? Palermo in parte dà la risposta più probabile: quando l’ex senatore e l’ex governatore sussurrano qualcosa, in Sicilia conta. Eccome

fonte:https://espresso.repubblica.it/politica/2022/06/14/news/elezioni_palermo_toto_cuffaro_dc-353891424/